Il nuovo Superman firmato dal lanciatissimo James Gunn (https://www.fantascienza.com/index.php/argomenti/james-gunn), qui nella triplice veste di autore, regista e co-produttore, rinuncia saggiamente a realizzare l’ennesimo reboot del personaggio, riportando sul grande schermo l’alieno in calzamaglia con un tono fresco, ironico e visivamente accattivante. Il regista smussa l’epica supereroistica con quel gusto pop e citazionista che lo ha reso celebre, trovando una buona alchimia tra azione spettacolare e momenti più intimi, umani. Il nuovo interprete del protagonista funziona abbastanza, restituendo un Clark Kent credibile, ingenuo e combattuto ma certamente moderno, mentre il resto del cast regge bene il gioco, in particolare Lex Luthor, rivisitato con intelligenza e una punta di follia.

Gunn non rinuncia a qualche azzeccato aggancio alla realtà contemporanea: l’atteggiamento autoritario, narcisistico e manipolatorio di Luthor ricorda fin troppo da vicino una certa figura politica americana (difficile non pensare a Trump), mentre l’invasione della Boravia, paese fittizio alleato degli Stati Uniti, sventata da Superman nella sequenza d’apertura – non senza polemiche internazionali sul suo interventismo – riecheggia apertamente le dinamiche dei veri conflitti attuali.

C’è spazio anche per una frecciata all’odierna società digitale, con una critica non troppo sottile al ruolo tossico dei social network e all’effetto distorsivo e manipolatorio dell’informazione istantanea.

Tuttavia non tutto fila liscio. La trama, pur muovendosi con ritmo e senza tempi morti, risulta a tratti approssimativa, come se Gunn avesse avuto paura di costruire dinamiche narrative più complesse. Alcuni snodi sembrano risolti in modo affrettato, e certi personaggi, introdotti con grande enfasi, come la Justice Gang, finiscono per avere un ruolo più decorativo che sostanziale. Il regista, da par suo, inserisce qua e là alcune scelte furbastre: momenti carichi di fan service, strizzatine d’occhio compiaciute e una generale leggerezza, che rischia tuttavia di smorzare la statura epica del personaggio. Insomma, siamo lontani anni luce dall’interpretazione in chiave messianica di Zack Snyder (https://www.fantascienza.com/argomenti/zack-snyder).

In tal senso, un piccolo appunto va anche al costume del protagonista: sebbene richiami con coerenza l’iconografia classica, risulta a tratti un po’ goffo, rendendo l’Azzurrone quasi impacciato nei movimenti. Una scelta stilistica forse troppo nostalgica, che finisce per togliere qualcosa alla potenza visiva dell’eroe.

Superman non è forse il capolavoro che ci si poteva attendere dal rilancio del DC Universe, ma è comunque un film godibile, a tratti emozionante, e soprattutto capace di restituire speranza, uno degli ingredienti fondamentali per ogni versione dell’eroe col mantello rosso. Forse Gunn non centra pienamente il bersaglio, ma colpisce comunque abbastanza vicino da farci desiderare il prossimo capitolo.