Teodora,

a fractal flower was sent to you

from the past, and the future,

through the present…

Nuvole livide si addensavano sull’orizzonte, attaccandosi allo sguardo come colla. Lembi di nubi restavano avvinghiati ai crinali e si avvitavano al suolo in spire di foschia. La potenza del cielo aveva iniziato a scaricarsi sulla terra lungo il fronte in avvicinamento di una tempesta.

– È il momento giusto – disse lo sciamano, rivolto alla piccola folla che attendeva la sua prima mossa. Benché avesse oltrepassato la condizione umana dei suoi avi, indossava paramenti rituali che risalivano all’antichità.

Si diresse verso il recinto e prelevò una pecora scalciante. La sgozzò con sicurezza e indifferenza, mentre il turbine che spazzava la terra si gonfiava e si abbatteva sugli edifici, infrangendosi sulle pareti rinforzate da lastre di metavetro. Il sangue lasciato sul terreno dalla bestia e il suo lugubre lamento, uniti alla tempesta in arrivo, provocarono in lui un moto sinistro.

Il postumano attese gli ultimi spasmi dell’animale, sotto lo sguardo immobile dei presenti, pietrificati dall’orrore del sacrificio. I belati si fecero sempre più tenui. Quando cessarono, lo sciamano incise la carne della vittima immolata, affondando il coltello intarsiato da scene rituali nel fianco ancora caldo.

Dallo squarcio sotto le costole fu estratto il fegato, con cura e mosse sapienti, attente a non danneggiarlo. Le mani imbrattate di sangue lo depositarono su un tavolo di marmo. Un taglio longitudinale lo divise in due parti uguali.

Uno dei presenti si allontanò dal cerchio intorno all’officiante e vomitò. Il vento si stava abbassando, ora che la tempesta si era spostata altrove, verso la campagna, sempre più lontano dal centro abitato.

– Ora possiamo presagire il futuro – disse l’aruspice con voce rituale, lasciando che il silenzio che gravava tra loro li avvolgesse nella solenne colonna sonora del momento. Il catapano dell’Impero Connettivo Claudius, che era prossimo al tavolo, si lasciò andare alla mistica del momento e gli sembrò che ombre melliflue, viscose come ectoplasmi, si stringessero attorno a lui, comunicandogli qualcosa di urgente che non riuscì a interpretare.

– Vedete queste linee, queste cavità? – le parole stentoree dello sciamano si sovrapposero al calare del vento. – Sono precisi segni dell’oltremondo, indicano le volontà delle forze imperscrutabili riguardo al vostro progetto.

Così dicendo fissò Claudius, ancora assorto dalle simbologie arcane che vedeva concretizzarsi, scaturire dalle pozze di sangue sul terreno, quasi fredde. Si scosse dall’impasse e guardò fermo l’aruspice, ritrovando la loquela e scacciando il nugolo d’impressioni occulte che lo stordivano.

– Sei stato interpellato per essere preciso, i miei alti superiori vogliono da te indicazioni dettagliate sul futuro dei nostri atti, delle nostre fondazioni coloniche.

– Guardate il cardo e il decumano, la pars familiaris e la pars hostilis; osservate la pars àntica e quella postica e ponete la vostra attenzione su questa cicatrice…

– Indovino, non abbiamo bisogno di una lezione sull’arte collegata all’augurio. Noi vogliamo da te un responso preciso sui nostri progetti – lo interruppe Claudius, illuminato dalle direttive esplicite che aveva ricevuto dal plenipotenziario Sillax, emanazione postumana dell’imperatore connettivo Totka_II, incontrastato signore di stirpe nephilim dell’Impero Connettivo.

Senza battere ciglio, l’aruspice proseguì il suo lavoro di osservazione, di valutazione del fegato e delle peculiari forme lì impresse.

– Qui c’è un’anomalia – indicò la parte dell’organo rivolta a levante – e le divinità che governano questo settore sono favorevoli al vostro ambizioso progetto; ma attenzione, anche a ovest ci sono dei messaggi che possono interessarvi, e mi danno qualche sottile brivido se ci passo sopra con le dita.

– Illuminaci – replicò l’imperiale con tono risoluto, preoccupato di nascondere la sua ignoranza su quegli argomenti, ma anche di avere subito risposte da riferire a Sillax. La vastità dei territori e delle epoche su cui l’imperatore estendeva il dominio non era mai servita a stemperare la severità del suo carattere, e i collaboratori di cui si era circondato nel corso delle ere avevano rispecchiato la sua inflessibilità e fermezza. Sillax non era da meno e per questo Claudius non poteva permettersi di deluderlo.

– Significa, per farla breve, che la parte est è favorevole, mentre la ovest vi è contraria. Non c’è un responso univoco da parte delle entità superiori e ciò significa che non c’è un divieto specifico a intraprendere la vostra impresa; ma vuol dire anche che dovete stare attenti a quello che farete, dovrete misurare attentamente le vostre forze e le vostre ambizioni, le vostre astuzie.

– Quindi cosa posso riferire con esattezza, parlando in modo più essenziale?

L’aruspice fissò Claudius, indagando le profondità del suo sguardo. L’imperiale si sentì in un attimo perduto, non aveva un posto dove nascondersi e riorganizzare se stesso: era aperto, acutizzato e reso vulnerabile dalla psiche dello sciamano.

– Riferisci che può inaugurare il suo solco dentro cui costruire la colonia, e che può smetterla di tacermi le sue intenzioni, visto che l’imperatore è parte delle forze disincarnate che sto interrogando e dovrà dirmi, un giorno, perché mi sta chiedendo tutto questo.

– Lui non deve dirti nulla, sei solo un aruspice, ricordalo – lo apostrofò Claudius, trincerandosi dietro lo scudo dell’autorità. Ma la sua debolezza fu presto evidente agli ufficiali che l’accompagnavano, tutti ammutoliti dal rito cui avevano appena assistito.

L’inchino dello sciamano fu ossequioso, ma non deferente.

– Che comunque non venga più da me, io non posso fornire altre indicazioni. Ora è tutto nelle sue mani.

Il vento era ormai calato, lo spaventoso grumo di nubi aveva assorbito il tornado e il cielo si stava aprendo a est, sopra di loro, mostrando il tramonto incipiente del solstizio invernale.