Se la Nasa incassa un assegno straordinario di un miliardo e seicento milioni di dollari per avviare la colonizzazione della Luna e riportare uomini (e donne) sul nostro satellite nel 2024 con il programma Artemis, è notizia di poche ore fa che che l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha ottenuto il primo aumento di budget degli ultimi venticinque anni: nei prossimi tre anni potrà spendere circa quattordici miliardi di euro. La decisione dei venticinque Paesi dell’Esa ha sorpreso lo stesso direttore generale dell’ente, Jan Wörner che ha confessato di avere ricevuto Molto più di quanto avessi proposto e questo è sicuramente un messaggio positivo.

In effetti, si tratta di un colpo di scena. L’avvio di un effetto domino dovuto alla presa di posizione dell’amministrazione americana? Se fosse così, ci sarebbe da attendersi un incremento di impegno anche da parte di Cina e India. E allora si potrebbe immaginare la ripresa di una corsa allo spazio…

I programmi 

Nei prossimi tre anni, l’Esa ha in programma lo sviluppo diversi progetti interessanti. Compreso quello che riguarda la Luna. L’Agenzia sarà impegnata con la Nasa nella costruzione della nuova “porta della Luna”, il Lunar Gateway che orbiterà intorno al nostro satellite, stazione spaziale dove attraccheranno le navicelle provenienti dalla Terra e da dove partirà il modulo di discesa lunare. Esa aiuterà Nasa in questa realizzazione, ma sta anche progettando missioni indipendenti: si parla di realizzare un lander e un rover lunari e di un Moon village per consentire una costante presenza degli uomini sulla Luna.

A proposito Wörner, forse preso dall’entusiasmo, ha annunciato che È arrivato il momento di mandare i primi europei sulla Luna. Bum. E con che cosa? Si svilupperà un programma concorrente di Artemis? Si trasformerà la navicella cargo Atv per portare astronauti? O si collaborerà con gli americani che in cambio offriranno un passaggio verso la Luna agli europei?

Staremo a vedere. Intanto procede la progettazione – ancora insieme alla Nasa – dell’ambiziosa “Mars sample return mission”, la navicella che scenderà su Marte, preleverà campioni di suolo e li riporterà sulla Terra: per la prima volta in assoluto una missione di andata e ritorno da Marte.

Altro obiettivo di grande portata: una missione robotica verso Urano e Nettuno, i due giganti ghiacciati della periferia del Sistema Solare, che nel 2030 si presenteranno in configurazione favorevole a un’unica missione. Ma importantissima è anche la missione Lisa che prevede il lancio di tre satelliti che si porranno a triangolo, ciascuno a cinque milioni di chilometri dall’altro costituendo una rete, un enorme interferometro che sarà in grado di captare ogni oscillazione dello spazio-tempo, comprese quelle originate dal passaggio di onde gravitazionali. Le missioni Lisa e la gemella Athena consentiranno di approfondire le conoscenze di confine estremo, e magari svelare qualcosa anche sulla materia oscura.