Con l'arrivo di Avatar: Fire and Ash nelle sale la prossima settimana, James Cameron è pronto per tornare in pista, o meglio su set, per riportare al cinema una delle sue prime storie. Nonostante le vicende degli alieni Na'vi prevedano secondo i piani del regista almeno altri due film, sembra però che i progetti del futuro prossimo possano cambiare, con le avventure del pianeta Pandora pronte a lasciare il posto al futuro tecnoapocalittico di Terminator. Come ha affermato Cameron a Gizmodo:

Avrò un po' di tempo per scrivere e riflettere sui miei prossimi progetti, sull'ordine in cui realizzarli e così via, una volta che avremo finito con il marketing [del nuovo Avatar], tra circa un mese. Ho una pila di appunti così spessa [tiene le dita a circa sette centimetri di distanza], che è il modo in cui inizio tutte le mie sceneggiature, su cosa voglio fare con un nuovo film di Terminator. Mi ci dedicherò come sceneggiatore. È difficile, lo ammetto. La fantascienza ci ha raggiunto e ormai ci sta travolgendo. Viviamo in un mondo fantascientifico e dobbiamo letteralmente affrontare problemi che in passato esistevano solo nei libri e nei film di fantascienza. Ora lo stiamo vivendo per davvero. Non sarò mai così lungimirante come lo sono stato nel 1984, perché non credo che qualcuno possa davvero immaginare cosa succederà tra un anno o due. Ma almeno voglio prepararmi al futuro con i prossimi progetti.

Il franchise di Terminator comprende i primi due film della serie, scritti e diretti da Cameron, a cui si aggiungono altri quattro lungometraggi distribuiti tra il 2003 e il 2019, la serie tv Terminator: The Sarah Connor Chronicles e la serie animata del 2024 Terminator Zero, disponibile su Netflix. Con l'avvento delle LLM e la discussione pubblica generatasi attorno al tema delle Intelligenze Artificiali, un nuovo capitolo della saga potrebbe essere un cavallo vincente per Cameron, che proprio sull'utilizzo di queste tecnologie nel mondo del cinema si è espresso ospite del podcast The Town:

Non vedo la regolamentazione governativa come una soluzione. È uno strumento poco efficace. Finiranno per rovinare tutto. Non è una questione di cosa possiamo fare legalmente, o anche eticamente, ma di cosa dovremmo fare moralmente, di come dovremmo accogliere e celebrare noi stessi come artisti, e di come dovremmo stabilire una serie di standard artistici che celebrino lo scopo umano. Perché il rischio principale dell'IA in generale è che perdiamo lo scopo come persone.

Perché, ha concluso il regista, un'Intelligenza Artificiale senza controllo, finirebbe per rendere Skynet realtà.