Era il 2009 quando Avatar sbancò i botteghini mondiali, usando anche la mossa alquanto astuta di farlo uscire due volte di seguito e portandolo a quello che rimane tuttora il più grande incasso di tutti i tempi: 2 miliardi 787 milioni a fronte di un budget di 237.

Come ben sappiamo, James Cameron nel frattempo decise di creare una intera saga, ben quattro capitoli da girare in giganteschi teatri di posa creati appositamente per lui dalla Fox, con un budget per i quattro film di un miliardo di dollari, cioè 250 milioni l'uno.

Malgrado nel frattempo siano passati otto anni e altri tre dovranno passarne (forse) prima di vedere il secondo capitolo, Cameron prosegue l'opera di aggiornamento sullo stato dei lavori, in questo caso su due progetti, Avatar e Terminator, in una lunga e interessante intervista con Vanity Fair in cui racconta anche il suo passato cinematografico, il momento in cui ha quasi preso a pugni Harvey Weinstein (come non capirlo) durante la notte degli Oscar e pone fine al dibattito sul perché Jack non potesse salire sulla porta in Titanic. Questi aspetti potete trovarli nell'intervista, noi ci concentriamo sulle due saghe.

Avatar

Cameron racconta di quanto si sia dimostrata entusiasta Kate Winslet sul set dei sequel, al punto di porre una sola condizione: poter girare davvero lei le scene subacquee di cui abbiamo parlato poco tempo fa.

Richiesta accolta a patto che, ovviamente, seguisse un corso per imparare a trattenere il respiro sott'acqua e recitare allo stesso tempo.

Riguardo al suo personaggio dice solo che fa parte del popolo del mare, la gente della barriera corallina.

Soprattutto, ha un suo punto di vista molto specifico sui continui ritardi relativi all'arrivo nelle sale:

Non li chiamerei ritardi. Era ottimistico pensare che avremmo cominciato a girare non appena avute le sceneggiature. Se non ci sono quelle, non ci sono i film, giusto?

E la scrittura dei quattro script ha richiesto quattro anni. Dal suo punto di vista, tutto è andato secondo i piani, non ci sono stati sprechi di tempo: si trattava di avere l'approvazione delle sceneggiature, di avere i progetti delle scenografie. Tutte le creature, tutte le ambientazioni hanno avuto il tempo di essere concepite perfettamente, mentre nel contempo gli attori hanno avuto tutto il tempo per modulare (parole sue) il loro arco narrativo attraverso i primi due capitoli.

Sì, i primi due, perché Cameron è il primo ad ammettere che se per qualche motivo Avatar 2 e Avatar 3 non andassero bene ai botteghini, non ci saranno Avatar 4 e Avatar 5. Per lo stesso motivo, ha concepito i quattro film come due storie autoconclusive, non un unico lungo arco che attraversasse tutti i film, alla stregua del Signore degli anelli.

Non volevo che la gente dicesse oh m… devo tornare l'anno prossimo.

Infine, da buon produttore pragmatico aggiunge che, se avete odiato il primo capitolo, odierete anche questi, perché i temi ambientalistici verranno approfonditi, se lo avete amato continuerete ad amarlo e se all'inizio lo avete amato e poi avete cambiato idea, tornerete ad amarlo.

Terminator

Il regista racconta come siano ancora al lavoro sulla sceneggiatura del primo dei tre nuovi capitoli, precisando che siano da considerare come Terminator 3, Terminator 4 e Terminator 5, ripartendo dal celebrato Terminator 2 e considerando tutti gli altri sequel come timeline alternative ormai irrilevanti.

Ma anche qui preferisce rimanere con i piedi per terra: se Terminator 3 non dovesse andare bene, non ci saranno gli altri due, quindi anche in questo caso caso vede la storia che sta realizzando per il primo dei sequel come un capitolo autoconclusivo.

Perché tornare nel mondo da lui creato dopo tutto questo tempo?

Cameron ritiene che la nostra vita si sia definita in una sorta di co-evoluzione con la tecnologia, la quale è si in grado di prometterci una lunga sopravvivenza, ma può diventare allo stesso modo una grande minaccia.

Soprattutto quando una intelligenza artificiale viene associata con la robotica militarizzata, è solo una questione di chi ci arriva prima, una corsa all'intelligenza artificiale militare, laddove i nostro smartphone diventano dei sistemi di tracciamento continuo di stampo orwelliano. È l'apice di un'apocalisse inconcepibile:

Per cui mi sono detto, facciamo un film, sarà sicuramente allegro e rassicurante.

Detto ovviamente in tono ironico.

Avatar 2 è previsto in uscita (se vogliamo crederci) il 18  dicembre 2020, apparentemente in uno scontro aperto con i futuri progetti legati a Star Wars, mentre il cosiddetto Terminator 3, che vedrà anche il ritorno di Linda Hamilton, il 26 luglio 2019, con la regia di Tim Miller, in arrivo dal primo Deadpool.

Voi che ne dite, ci sarà ancora posto per Avatar e Terminator in un futuro dominato dalla Marvel, Star Wars e, seppure in misura minore, dalla DC Comics?