"Sono vent'anni oggi" cantavano i Beatles in Sgt.Pepper's Lonely hearts club band e così anche il pupattolone creato da Carlo Rambaldi che ha cambiato per sempre la nostra percezione degli alieni, torna a distanza di tanto tempo in una versione restaurata che rende giustizia non solo all'originale, ma anche ad un percezione modernista della fantascienza. Se da un lato, infatti, le immagini più luminose e la cura per rendere più credibile il pupazzo grazie alla computer grafica migliorano decisamente il tono complessivo del film, dall'altro la cancellazione dei fucili sostituiti digitalmente da radio e occhiali da sole avvicina la pellicola al nostro tempo, quando l'alieno non è necessariamente considerato un nemico o tantomeno un pericolo. Va detto, poi, che la scena aggiunta (tra l'altro il film è stato interamente ridoppiato) consente allo spettatore una maggiore comprensione della trama che diventando più omogenea rende meno "deus ex machina" la resurrezione di E.T. Quando Elliot e l'extraterrestre più famoso del cinema fanno il bagno (la sequenza fu tagliata perché Spielberg non era soddisfatto del risultato) scopriamo che l'acqua ha un potere rigenerante su E.T. E' per questo che quando il fratello di Elliot lo va a cercare lo troviamo in un corso d'acqua ed è ancora per questo motivo che il ghiaccio del contenitore dove viene chiuso l'essere, perché creduto morto risveglia l'essere dal suo torpore. Inoltre, a distanza di anni, ci accorgiamo del messaggio positivo e fantascientifico del film, all'epoca forse attutito dalla novità. La famiglia di bambini abbandonati dal padre, curati da una madre depressa, che rifiutano la violenza gratuita (ad esempio sulle rane) è una metafora della solitudine dell'umanità dinanzi ad un cosmo silenzioso e al timore dell'abbandono. Un racconto positivo, così come nelle corde cinematografiche di Spielberg, che perde la sua patina pre X files. E.T. oggi non è una simbolizzazione del potere governativo che tende ad occultare gli alieni come nella serie ideata da Chris Carter. I toni vengono smussati e questi agenti di oggi guidati da Peter Coyote sembrano in fondo volere cercare di aiutare E.T. non di catturarlo.

E.T. rappresenta ancora oggi la possibilità di credere nel fantastico e nell'imprevisto, senza paure (ben venga quindi l'eliminazione tutt'altro che buonista dei fucili) in un senso di percezione fantascientifica dell'esistenza. Con una grande differenza rispetto a venti anni fa. I bambini di allora che scrutavano le stelle in cerca dell'astronave di E.T. oggi lo fanno dando la mano ad un altro bambino venuto dopo. Perché la testimonianza della fantascienza non è solo una passione, bensì un'attitudine dell'anima a guardare molto lontano, oltre le stelle. Disponendo il proprio animo a riconoscere E.T. il giorno che verrà da noi a cercare di comunicare il suo disperato bisogno di ritrovare una casa...in qualsiasi galassia essa si trovi. Anche a pochi metri da dove abitiamo noi.