In attesa di tornare nel mondo di Prometheus, Ridley Scott ha voluto intraprendere un viaggio nello spazio dal tono molto diverso, partendo dal romanzo The Martian di Andy Weir, da noi diventato L'uomo di Marte.
Ma The Martian non è il classico film di fantascienza, né vuole esserlo, per cui eccovi le cinque cose importanti da sapere, raccontate direttamente dai protagonisti:
La fantascienza è per lo più fantasia, ma…

Il vero motivo per cui il regista si è innamorato del progetto è "ciò che mi attraeva era la totale realtà del soggetto. C'è un film che amo molto, The Right Stuff (Uomini veri, 1983, regia di Philip Kaufmann), che è la vera storia dei primi astronauti. E, anche se la situazione è diversa, mi piaceva l'estremo realismo del film."
La gravità non è totalmente accurata

Per garantire il più alto livello possibile di realismo, Scott ha chiesto e ottenuto la collaborazione della NASA fin nei minimi dettagli, ma su almeno uno ha dovuto prendersi una sorta di licenza: la gravità su Marte, che è il 40% di quella sulla terra. "In una situazione del genere, puoi solo suggerire l'idea. Non siamo in condizioni di simulare una gravità al 40%. Possiamo ricreare l'assenza di peso, usare i cavi per le parti ambientate nello spazio e possiamo simulare la Vomit comet (nomignolo usato per descrivere l'addestramento degli astronauti su aerei in cui si sperimenta una temporanea e repentina assenza di gravità), ma il 40%, puoi solo suggerirlo."
Scott aggiunge poi che hanno inserito nella narrazione l'idea che la tuta da astronauta sia volutamente appesantita per consentire ai personaggi un movimento pressoché normale.
È facile trovare l'acqua su Marte, ma non lo sapevamo

Per poter sopravvivere il più lungo possibile, Mark Watney (Matt Damon) deve recuperare alcuni elementi essenziali, uno dei quali è l'acqua, per la quale deve affrontare sfide non indifferenti. Ma come ha spiegato l'autore del romanzo Andy Weir "Avevo finito il romanzo, era pronto a uscire, non potevi più fare cambiamenti. poi Curiosity atterra su Marte. Curiosity, quella piccola spina nel fianco, sonda il terreno e scopre che per ogni metro cubo di terreno ci sono intorno 35 litri d'acqua, per cui tutto quello che Mark doveva fare era prelevare un po' di terreno, portarlo nell'hub e scaldarlo."
Le GoPro, le nuove Wilson

"Le GoPro diventano le uniche compagne di Watney" racconta il regista: "che si trovi nel modulo abitativo o sul rover, Mark parla sempre, parla con loro come se fossero amici. Ho immaginato che nel campo base ci fossero circa 50 GoPro, il cui scopo fosse di essere una sorta di scatola nera, così che se fosse successo qualcosa ci sarebbe stato modo di scoprire cosa fosse andato male. Ma finiscono con il diventare l'unica compagnia del protagonista."
Oltre a incarnare l'evoluzione del pallone di Castaway, le telecamere donano un effetto particolare: Matt Damon parla spesso direttamente al pubblico in sala.
The Martian è una lettera d'amore alla scienza

Come ha raccontato Matt Damon "Tutti i grandi film di fantascienza che sono rimasti nel nostro immaginario, sono quelli in cui ti senti coinvolto con i protagonisti. E questa storia è ambientata pochi anni nel futuro, pochissimi. quando lessi il romanzo pensai: Questo è un bel personaggio, è sveglio e simpatico e si ritrova in una situazione disperata. Ma soprattutto, ho pensato che questa fosse una lettera d'amore verso la scienza e credo sia un'ottima cosa da condividere nel mondo in questo periodo."
E Drew Goddard, sceneggiatore del film (oltre che di Cloverfield e co-autore della serie Daredevil) aggiunge: "quando eravamo giovani io e Ridley l'umanità è atterrata sulla Luna, eravamo la generazione lunare. Poi Curiosity è arrivato su Marte, attirando l'attenzione del mondo. Ed è questo che vogliamo fare con The Martian: smuovere l'economia ispirando scienziati e ingegneri vecchi e nuovi, celebrare il futuro."
Sopravvissuto – The Martian è previsto in uscita da noi il primo ottobre, vi lasciamo con il più recente trailer italiano e i nuovi spot tv americani:
26 commenti
Aggiungi un commentoL'analisi costi/ricavi, che tante volte non si applica per ambiti bellici o pionieristico/spaziali (che sono strettamente connessi all'elemento citato per primo), in caso di estrazione di minerali dagli asteroidi/luna/altro sarebbe ferocemente sviscerata, salvo poi arrivare a quello che sta accadendo con il petrolio: i produttori tradizionali sarebbero capacissimi di mandare fuori mercato le spedizioni extra-terrestri; basta ribassare per un po' i prezzi.
Ma "se" si dovesse arrivare all'estrazione extraterrestre di materie prime, sarebbe anche perché di materie prime sulla Terra non ce ne sarebbero rimaste più molte, portando i costi estrattivi a livelli estremamente elevati; diciamo che l'estrapolazione sci-fi di una disputa/guerra per le risorse (controllo e trasporto) non è del tutto improbabile.
Anzi, direi che è abbastanza facile pronosticare tale disputa per il controllo delle risorse: cambia solo lo scenario, non l'impulso a voler controllare il mercato (sia col dumping che con altre pratiche di cartello e simili).
Anche se ci spostiamo al di fuori dell'atmosfera terrestre, non diventiamo improvvisamente santarellini.
Un giorno ci saranno le guerre spaziali, non interstellari ma nel sistema solare
BELLISSIMO, splendido film
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