– In sostanza, non risente degli effetti gravitazionali. L’elemento in pratica sembra non avere consistenza… ecco: ho proiettato una simulazione. Tutti fissarono lo schermo. E l’altro riprese. – La linea gialla sarebbe la traiettoria di un raggio luminoso, quella azzurra è l’Alone.Andrew fissò il colonnello. Prima il maggiore, ora il TA. Sembrava che tutti tendessero a confrontarsi con quella cosa evitando il codice militare e affidandosi al nome attribuito dalla paura. Il colonnello però sembrava non essere interessato. Andrew sapeva quanto fosse orgoglioso, ma lì c’era in ballo la sopravvivenza di tutti, non l’attribuzione di un merito scientifico. Semmai la gloria per aver salvato tutto e tutti.

– Quindi non ha massa – specificò Kreuser.

– Oppure è senziente – buttò li Andrew, sottolineando quello che tutti evitavano di dire: non avevano a che fare con un effetto fisico, ma con qualcosa che non potevano definire. Ma anche la teoria dell’oggetto senziente non reggeva. Nulla che avesse materia, poteva ignorare gli effetti gravitazionali a quel modo.

Il silenzio che rispose era la prova che quel pensiero aleggiava già nell’aria.

– Dovremmo avvicinarci. – Tutti si voltarono verso il pilota di navetta Truckman. Parlava sempre molto poco, anche al di fuori dal lavoro.

– Con la Thrill? – chiese il maggiore, incredulo.

La risata del pilota echeggiò per qualche istante. – Ma no, maggiore, con la navetta.

– Ma si rende conto di quello che propone? – Ancora il maggiore Rossini. Andrew fissò il colonnello con la coda dell’occhio. Faccia da topo ascoltava con interesse.

– So quello che dico, maggiore – fu la risposta asciutta del pilota, quasi stizzito. – Sono giorni che osserviamo l’Alone da quaggiù e cosa ne abbiamo capito? – Fece spallucce. – C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità.

Andrew intervenne nuovamente: – Sono d’accordo, dobbiamo tentare qualcosa di diverso. – Tutti si voltarono verso di lui. Attese il tempo minimo a creare attesa senza che nessuno riprendesse a protestare. – Dove non sono arrivati i nostri strumenti… possiamo arrivare noi.

– Noi? – Una nota di perplessità nella voce del maggiore.

– L’uomo, sì.

– Truckman – riprese con finta calma il maggiore – la sua è una condanna a morte, se ne rende conto?

Il pilota drizzò le spalle e annuì. – Anche la vostra indecisione, Signore – replicò con durezza, abbozzando un mezzo sorriso.

Rossini abbozzò e lo fissò con un cipiglio serio. – Verrà divorato da quella cosa. Lei e la navetta. Questa sua pazzia ci costerà non so nemmeno quanto!

– Potrebbe essere un costo irrisorio – intervenne il colonnello – a fronte di una soluzione.

Andrew annuì. Ammirava il pragmatismo di quell’uomo, anche di fronte alla morte e alla distruzione.

Truckman tornò alla carica. – Sono sicuro che da vicino avremo elementi che qui non possiamo prendere in considerazione. – Si voltò vero il TA. – Quanto manca prima che arrivi in linea con l’orbita di Plutone?

Il tecnico rispose senza pensare. – Tre ore.

– Tre ore, maggiore – disse ancora puntando al superiore che al momento sembrava essere l’unico a ostacolare la sua idea. – E ce lo avremo all’interno del Sistema. Vuole rimanere qui a osservarlo?

– Non potrà tornare indietro – spiegò il TA, approfittando di un momento di silenzio.

A volte anche l’ovvio deve essere esplicitato. La navetta poteva sfruttare un lancio di Tedren ed essere proiettata nei pressi dell’Alone in un tempo prossimo allo zero. Tornare indietro, da quella distanza, non sarebbe stato possibile. Se la morte non arrivava per mezzo dell’Elemento K2, sarebbe arrivata lentamente, in modo ben peggiore. La Thrill non poteva fare il salto e non c’erano quindi potenziali mezzi di recupero.

– Non ho mai preso in considerazione questa possibilità – spiegò il pilota Truckman.

– La sua è una scelta coraggiosa – ammise il colonnello Kreuser, la faccia da topo tesa in chissà quali pensieri.

Ti stanno rubando la scena, vero?

– Andrò anche io – disse Andrew, rompendo il nuovo momento di imbarazzo. Ancora una volta tutte le teste si voltarono come se fossero una. – Avrà bisogno di aiuto e…

– Capitano – intervenne Kreuser – già una vita è…

– Salveremo tutte le altre, di vite, colonnello. In confronto non sarà una grossa perdita. – Andrew si voltò, vero il pilota. – Truckman può portare la navetta fin laggiù. Ma poi avrà bisogno di aiuto per analizzare i dati, e chissà per cos’altro.

Non replicò nessuno, nemmeno il maggiore Rossini. Sullo schermo i dati vennero aggiornati per l’ennesimo refresh. L’Alone era ancora più grande. Ancora più vicino. E nessuno sapeva ancora cosa fosse. Tantomeno come fosse possibile arrestarne l’avanzata distruttiva.