Il fisico annuisce. – Ecco, se mi sentissero i miei colleghi verrei radiato, ma in sostanza è così. – Ma devi dirlo a…– Io non dico niente a nessuno, ragazzo. Anzi, lo dico a te. Tu fanne quelle che vuoi, di queste informazioni.

Un attimo di silenzio. Reverse Time.

– E perché credi che all’interno dell’Alone il tempo scorra al contrario?

Un altro sorriso, poi Mamert Freeser allarga le braccia. – Non vorrai davvero che ti spieghi tutto, vero?

– No, no, scusa, hai ragione, ma…

– È per questo motivo, per fartela semplice, che ogni cosa che intercetta si limita a sparire. Nessuna distruzione, ci pensi? Le cose un attimo prima ci sono, poi niente.

Andrew pensa ai primi dati ricevuti. L’Alone aveva intercettato una fascia di meteoriti, ma la materia era come svanita nel nulla. Era quello che spettava a tutti loro? Sparire?

– E lo sai perché non vediamo più nulla dopo il passaggio dell’Elemento K2?

Andrew si scuote.

– Perché al suo interno il Tempo segue un altro corso.

– Potrebbe essere accelerato – azzarda Andrew.

– Ti assicuro che non è così. Lì dentro, il tempo torna indietro.

– Forse.

– È un forse che ha una certa probabilità di essere vero.

Reverse time. Andrew è confuso. – E cosa succede a una persona che finisce lì dentro.

Stavolta il fisico alza le spalle. – Vuoi essere il primo a provare? Magari torni indietro nel tempo. O forse muori.

Andrew non dice nulla.

Magari torni indietro nel tempo.

Queste parole sono grida nella sua testa.

O forse muori.

Il rischio da correre.  

Countdown: 0m 34s.

La paura è in un angolo, quasi svanita. Andrew sa bene cosa significa quella strana sensazione di calma che prova. L’inevitabile. Quante volte si è trovato di fronte a quel muro?

Conta mentalmente i secondi che passano, per non pensare ad altro. Per non pensare a lei, per non pensare alle parole del vecchio Mamert, così poco certe, ma con così tanta speranza al seguito da spaventare.

L’Alone ora è invisibile, tanto è vicino. Anche quella vacua fluorescenza è svanita.

Dodici secondi.

Il tempo per richiamare l’immagine di lei.

Dieci secondi.

Cos’è che le diceva sempre? Vorrei solo un bacio. Lento, dolce, frizzante. Dieci secondi di emozione pura.

Sei secondi. Neanche più il tempo per quello, ora.

Chiude gli occhi, Andrew, anche se non serve a niente perché il neurotrasmettitore continua a mandare dati e immagini al cervello, senza sosta. Li chiude lo stesso, perché era bello stare accanto a lei a occhi chiusi, e sentire il profumo della pelle.

Un secondo.

Addio…

– Non possiamo tornare indietro nel tempo, lo sai.

– Se anche fosse possibile, sapresti rinunciare a lui e…

– … perdere anche loro?

– Non lo vorrei nemmeno io per te, amore. Non te lo chiederei mai.

Silenzio e una lacrima. Ma sempre la stessa ostinatezza.

La guarda con dispiacere. Aveva deciso che poteva perderlo.

Per tutta la vita.

Non te lo chiederei mai.

Aveva detto.

Ma non lo aveva pensato.