In libreria Multiversum. Memoria (2013), secondo capitolo del ciclo del Multiverso scritto da Leonardo Patrignani. Il romanzo è il seguito di Multiversum, con il quale nell'aprile del 2012 ha esordito l'autore. Di questo primo avvincente romanzo, dopo soli tre mesi dall'uscita, sono stati venduti i diritti di traduzione in Germania, Spagna, Francia, Bulgaria, Turchia, Polonia e Australia. Attualmente è in corso di traduzione in ben dieci lingue.

In Multiversum abbiamo conosciuto i due protagonisti, due ragazzi di sedici anni Alex e Jenny più un amico Marco. I due vivono lontano: lui a Milano, lei a Melbourne. Misteriosamente ogni tanto entrano in contatto telepatico e quando scoprono di vivere molto distanti (ma ancora non sanno quanto) decidono di incontrarsi. Sarà Alex a recarsi in Australia dopo essersi dati un appuntamento in un luogo preciso: sul molo di Altona Beach.

Con grande delusione dei due ragazzi, quel preciso giorno e in quel preciso luogo non si incontrano, perché i due vivono in due differenti dimensioni. Ma non solo, Jenny, nella realtà in cui vive Alex, è morta quando aveva sei anni. Superato lo smarrimento e con l'aiuto di Marco, amico di Alex, alla fine i due riusciranno a incontrarsi, ma le loro difficoltà sono appena iniziate.

In questo secondo romanzo, sappiamo che il Multiverso non esiste più e che l'asteroide ha distrutto ogni traccia di vita sulla Terra. I due ragazzi si trovano in una speciale e strana dimensione: Memoria. Dopo vari secoli Jenny si risveglia dentro una capsula in pieno oceano e, aiutata da Ben, l'uomo che l'ha "pescata" nel mare, riprende a ricordare.

Chi governa quella società vuole averla solo per se per interrogarla e studiarla, ma lei con l'aiuto di Ben riesce a fuggire e, sempre con il suo aiuto, ritrova il suo Alex. Insieme potranno cercare una via d'uscita da quell'ennesima trappola. Sempre se è vero che nelle infinite biforcazioni del Multiverso esiste una strada alternativa.

Dal prologo

Era il cielo di sempre.

Erano i volti di sempre.

Era il rifugio sotterraneo, il tunnel scavato nel muro per tornare a vedere la luce, il silenzio prima della traccia nascosta alla fine del disco. Un dove, in un mondo in cui non esisteva più alcun luogo. Un quando, in una realtà senza futuro. Era il jolly spuntato dal mazzo nel momento critico della partita.

Ma per il momento, non era nient’altro che una gabbia. Un’illusione della mente. Per quanto realistica, credibile, vera.

Autentica come il soffio del vento che si levava dal lungomare di Barcellona in quel pomeriggio d’inverno, trascinando ovunque volantini rossi e blu in una danza senza coreografia.

Sincera come quel sentimento che intrecciava i destini di Alex e Jenny e che li aveva portati fino a lì. Fuori dall’incubo. Dentro una nuova prigione.

L’asteroide aveva cancellato la vita sulla Terra, questo lo ricordavano bene. In ogni possibile dimensione parallela, in ogni angolo del Multiverso. Ma loro lo sapevano, forse lo avevano sempre saputo: La nostra mente è la chiave. Nell’istante in cui l’Apocalisse aveva decretato la fine della corsa, i loro occhi si erano spenti. Come quelli di qualsiasi altro abitante del pianeta.

Ma gli occhi del corpo non sono le uniche finestre aperte sulla realtà.

Il disco era finito? O i secondi continuavano a scorrere nel silenzio, in attesa di un nuovo inizio? Alex e Jenny non sapevano dire dove si trovassero. Erano salvi, ma allo stesso tempo erano morti. Per quel che ne sapevano, stavano vagando in un luogo di ricordi, prigionieri di un frammento mentale, di un’eco della catastrofe, mentre il mondo vero era un deserto di cenere. E allora, in realtà, qual era il mondo vero? E chi erano loro? Cosa era sopravvissuto e cosa terminato per sempre?

La carrozzella di Marco era spuntata solo pochi secondi prima dal fondo della strada. Lui si era avvicinato, e di fronte agli occhi increduli di Alex e Jenny aveva pronunciato una semplice frase e riaperto la partita.

«Forza, ragazzi. Usciamo da questa gabbia.»

Poi si era alzato in piedi. In piedi, sulle proprie gambe.

E aveva sorriso.

L'autore

Leonardo Patrignani è nato nel 1980 a Moncalieri in provincia di Torino. Scrive dall'età di sei anni, quando con uno stratagemma fu spinto dalla madre a buttar giù il soggetto di una storia sugli Exogini. Quattro paginette di trama, che Leonardo custodisce ancora oggi gelosamente. Dopo la maturità classica, con lo pseudonimo di Patrick Wire ha fondato i Beholder, heavy metal band milanese che si è ritagliata uno spazio importante nell'agguerrita scena italiana dei primi anni del nuovo millennio.

Dal 2005 Leonardo ha studiato recitazione, dizione e doppiaggio e ha cominciato a lavorare come doppiatore professionista presso due prestigiose società milanesi di doppiaggio. La prematura scomparsa del padre spinge Leonardo a buttarsi in una nuova storia. Una voce insistente risuona in qualche angolo del suo cervello e lo spinge a sviluppare un intreccio narrativo attorno al tema del Multiverso. Il risultato è il ciclo del Multiversum.

La quarta di copertina

Alex, Jenny e Marco hanno provato sulla loro pelle cosa vuol dire perdersi nelle infinite strade del Multiverso. Ora, però, non sanno come uscire da Memoria, una dimensione mentale, non meno chiusa di una gabbia, nella quale vedono solo ciò che ricordano. Mentre i secoli trascorrono dopo la fine della loro civiltà, una nuova Era comincia sul pianeta Terra. Ma in che modo si possono usare i ricordi per fuggire da Memoria e scampare all'eterna condanna? Quali segreti disseppelliti dal passato permetteranno loro di risvegliarsi nel futuro?

Leonardo Patrignani, Multiversum. Memoria (2013)

Mondadori, collana Chrysalide, pagg. 329, euro 17,00