Certe volte i network statunitensi prendono delle decisioni un poco strane. Malgrado la NBC stia riscuotendo grandi successi di pubblico e li stia riscuotendo anche con la serie Revolution, ambientata in un futuro prossimo in cui manca l'energia elettrica, sembra che la rete abbia voglia di farsi del male sospendendo la messa in onda per ben quattro mesi.

In una nota emessa dalla stessa NBC, che riguarda la programmazione della "midseason" (il periodo che copre la seconda metà della stagione televisiva, da gennaio a maggio), si scopre che, conclusa la trasmissione delle puntate previste in novembre, i nuovi episodi torneranno solo a partire dal 25 marzo. Si tratta di un buco per gli spettatori che in passato ha distrutto gli ascolti di molte serie, ad esempio FlashForward, The Event e V, conducendole a prematura morte.

Questo dopo che NBC ha vinto nella gara degli ascolti per cinque delle prime sei settimane nella fascia 18-49 anni (che è quella che conta a livello di pubblicità), il che succede per la prima volta da dieci anni a questa parte. Revolution tiene bene con circa 8 milioni di spettatori (più di dodici considerando anche le repliche). Il successo è tale che quasi subito il network ha ordinato l'intera stagione di ventidue puntate aggiungendone nove alle tredici già previste.

Dopo l'episodio numero 10 previsto il 26 novembre il posto di Revolution (lunedì sera alle 22) sarà preso dalla serie Deception, un dramma familiare in una famiglia altolocata in cui indaga una detective amica della vittima che fa scattare il tutto. Nella fascia immediatamente prima di Revolution tornerà The Voice, sorta di X-Factor (di cui è in arrivo anche la versione italiana presentata da Raffaella Carrà - questa sì che è fantascienza, o meglio horror) che però è il programma più seguito della NBC. Sicuramente un'ottima spinta negli ascolti, ma basterà a tenere alto il rating di Revolution per i restanti dodici episodi?

Le ragioni? L'unica che viene in mente può essere legata alla produzione degli episodi che appunto si è allungata di nove puntate e che molte sono ancora da girare. Non bisogna dimenticare che i serial americani sono prodotti con poche settimane di anticipo rispetto alla messa in onda e che forse potrebbe essere scomodo girare in pieno inverno (e dopo l'uragano Sandy il tempo negli USA non si preannuncia clemente) scene che sono in gran parte all'aperto: meglio magari attendere l'inizio della primavera. In un gioco di corsi e ricorsi storici possiamo ricordare che anche Survivors (I sopravvissuti, 1975) la serie classica di Terry Nation, a cui Revolution assomiglia almeno un poco, ebbe problemi simili. Infatti la sequenza degli episodi iniziali della seconda stagione non è sincronizzata con l'andamento apparente delle condizioni atmosferiche: prima tiepido e poi di nuovo innevato.