Hal Doren sentì un lieve brivido sotto la pelle. Ecco, tutti ci pensavano, ma nessuno ne parlava mai o quasi mai. Era tutto cominciato qualche decennio prima con un improvviso abbassamento delle temperature, poi ci si era resi conto che il fenomeno non era solo planetario ma riguardava tutto il sistema solare. Venere era diventata abitabile mentre la Terra si trasformava in una palla di ghiaccio. Poco per volta era emersa la tremenda verità: il Sole stava esaurendo la sua scorta di idrogeno, il suo carburante, molto prima dei miliardi di anni che erano stati preventivati, ma quando la fusione dell'idrogeno residuo non fosse stata più sufficiente per equilibrare l'enorme pressione interna della stella, l'astro non si sarebbe spento come un fiammifero, non è questa la maniera in cui muoiono le stelle: il Sole sarebbe imploso e l'implosione avrebbe innescato la fusione dell'elio.In una gigantesca e improvvisa fiammata il Sole si sarebbe convertito in una nova, spazzando tutto il sistema solare fino all'orbita di Urano in un diluvio di fuoco.

Gli uomini stavano tentando una disperata via di fuga trasformando la Luna in un'astronave interstellare che avrebbe viaggiato nello spazio per generazioni, ma alcuni dovevano rimanere indietro per assicurare che la Luna ricevesse i rifornimenti necessari: materiale per costruire le strutture, gli immensi propulsori e la copertura che doveva isolare l'antico satellite della Terra dallo spazio esterno prima di dotarlo di un'atmosfera, carburante, riserve alimentari, e non era previsto che quando il momento fosse venuto, sarebbero stati recuperati: non aveva senso mettere a rischio la vita di miliardi di persone per salvarne poche migliaia.

Tutto questo, Hal, Nina e gli altri lo sapevano bene. Date le circostanze, erano stati scelti nella maniera meno iniqua possibile, per sorteggio.

- È difficile da dire -, rispose Hal Doren, - Potrebbe succedere domani o fra dieci anni, ma le stime più attendibili ci danno ancora due o tre anni, tempo terrestre.

- E se -, chiese Nina, - E se tornassimo sulla Terra?

- Avremmo forse dieci minuti di sopravvivenza in più -, rispose lui, - Non penso che ne valga la pena. Oggi le condizioni sul nostro mondo sono terribili. Si riesce ancora a sopravvivere all'equatore, là dove i mari non sono completamente ghiacciati. Lo sai che sono stato sulla Terra l'anno scorso, ero a Rio De Janeiro, una delle poche città ancora abitate: era una giornata buia e gelida, faceva un freddo tremendo. C'erano gli iceberg davanti alle spiagge di Copacabana, Ipanema e Leblon. Sono andato a vedere il Cristo del Corcovado, con quelle braccia spalancate come a cercare di stringere quello che rimaneva dell'umanità in un ultimo abbraccio consolatore. Sarà stata la suggestione, ma anche la sua espressione mi è sembrata triste, rassegnata, sconfitta. Qualcuno mi ha mostrato la foto di un orso bianco che dilaniava la carcassa di un pinguino imperatore. Sai cosa significa questo? Che le calotte glaciali artica e antartica sono venute a contatto.