Comic-Con, momento d'oro per presentare i nuovi progetti legati a qualsiasi piattaforma, prima paradiso dei nerd, oggi tappa immancabile per le major che vogliono attirare il pubblico più vasto possibile verso le loro produzioni milionare, ma anche per far conoscere quelle più piccole.

In questo caso è un nome molto noto che ha fatto conoscere al mondo un progetto più piccolo di quelli a cui è abituato: stiamo parlando di Bryan Singer, orfano sia degli X-Men che di Superman, il quale ha lanciato H+. Non si tratta di un film o di una normale serie tv, ma fa parte di una categoria nascente, quella che unisce le web-series ai social network, come sta già facendo il regista David J. Caruso con il suo The Inside.

Ma, mentre il primo è ambientato in un contesto thriller, H+ viaggia nel futuro, dove non esistono più cellulari, internet, televisione. No, nel futuro saremo tutti connessi direttamente ad H+, tramite un chip nella corteccia cerebrale (non è detto che ci voglia poi molto per arrivarci). Solo che qualcuno inserisce un virus nella rete e un terzo della popolazione collegata a H+ muore.

La novità principale è che il tutto non parte da un sito internet, ma da Facebook (trovate la pagina nella Risorse in rete) e coinvolgerà gli spettatori nello sviluppo della trama, previsto in quarantotto episodi di 3-6 minuti l'uno, ambientati in un arco narrativo di dieci anni, sedici personaggi e una dozzina di nazioni, anche se di fatto sarà girato in Cile, in parte per motivi economici e in parte, come hanno sottolineato i due autori della serie, John Cabrera e Cosimo De Tommasso, per testimoniare l'ampia diversità di ambientazioni che è possibile trovare nel paese. Eccovi il trailer della webseries.