— Ha scoperto chi sono? — Giannina non riesce a guardare in faccia l’archeologo. — Vengono forse da un altro pianeta? O sono una setta?— Una razza di iniziati. Gente che vive tra noi e come noi. Qualcosa fa periodicamente scattare la molla della sopraffazione, l’istinto, o una sorta di memoria biologica. Allora questa minoranza sente il bisogno di rubare il cervello a chi non appartiene alla loro razza. Forse i buchi in testa li fanno per riprendersi informazioni depositate in noi…Il cazzotto le arriva improvviso. Una ragazza non si aspetta mai un cazzotto, neppure in situazioni particolari come questa. Borsari deve aver fatto il pugile perché il pugno al mento l’ha intontita senza farle male. Giannina traballa sulle gambe, vede qualche colore vivace oltre al blu e al grigio della notte, le gira la testa.

Quando ritrova l’equilibrio scopre che Borsari è sparito. Inutile inseguirlo per ripetere la medesima scena. Meglio avvisare i carabinieri e farla finita.

L’esplosione è un brontolio cupo, seguito dal silenzio: tacciono gli uccelli e gli insetti notturni. Ogni creatura vivente sa ciò che è accaduto, percepisce l’acqua che arriva, la grande massa liquida che sta per spazzare la pianura.

Giannina corre. Disperatamente. Cade. Si alza. Perde una scarpa. Sente dietro di sé il pericolo, come il fiato di un invisibile assassino.

Qualcosa le afferra i piedi. Guarda e scopre che è soltanto l’acqua, acqua che sale: già arriva al ginocchio.

Quasi va a sbattere contro il muro del fienile.

Sembra impossibile che il sole abbia avuto il coraggio di illuminare la pianura. Scalda il volto di Giannina che lo guarda dal tetto del fienile. Poi osserva il mare d’acqua.

— La palude — pensa ad alta voce. — Come alla fine del neolitico.

La natura ha sopraffatto l’opera dell’uomo. La Preistoria viene forse dopo la Storia?

Chiamano da laggiù. Giannina risponde con un grido. Sul gommone, i due pompieri remano senza fretta.

— Signorina, lei si chiama Gnoli?

— Sì, Giannina Gnoli.

— Meno male, l’avevano data per morta.

L’aiutano a scivolare sul gommone.

— Potevano limitarsi a darmi dispersa — dice Giannina.

— Colpa del professor Borsari. La credevano con lui.

 — Lo abbiamo trovato ai piedi della collinetta. Galleggiava a faccia in giù, con la testa rotta.

I pompieri si distraggono a indicare la carogna di un bue, gonfia d’acqua.

— Poveraccio… — aggiunge uno dei due. — Aveva un buco in testa grosso così. Eravate molto amici?

Al Finale può finalmente telefonare in redazione.

— Sono Giannina. Sì, viva. Ti dispiace? Dài, scrivi: il Panaro ha rotto in località Scortichino allagando la Valle le Partite. Oltre agli ingenti danni alle colture, ci sono vittime umane. Il sole è tornato a splendere su un paesaggio di palude...