Colonna portante della fantascienza, protagonisti di innumerevoli romanzi e racconti, i robot sono stati visti di volta in volta come un favore o con sospetto, come aiutanti fedeli o addirittura vendicatori dell'umanità, ma anche come una minaccia per la supremazia o l'esistenza stessa dell'uomo.

Va detto che la bilancia pende dalla parte della sindrome di Frankenstein, la paura del creatore di dover affrontare la ribellione della propria creatura, e anche se Isaac Asimov ha postulato le tre leggi della robotica per cercare di mettere fine alla paura degli automi questa trovata, apparentemente inattaccabile, ha mostrato diversi limiti.

Anche gli automi di Jack Williamson devono ubbidire a una legge ben precisa, la Direttiva Primaria, che recita "Servire e obbedire e proteggere l'uomo dal male", parole che gli uomini meccanici intendono seguire a ogni costo.

Sono passati mille anni da quando l'umanità abitava un solo pianeta e muoveva i primi passi sulla via dell'esplorazione spaziale, innumerevoli pianeti sono stati colonizzati da lente astronavi subluce, restando poi isolati per secoli.

Le varie componenti della diaspora umana hanno dovuto lottare duramente per sollevarsi dalla barbarie e ritornare a una civiltà tecnologica; purtroppo la riscoperta dell'energia atomica e dei viaggi spaziali ha portato alla possibilità di nuovi e spaventosi conflitti.

Clay Forester è uno scienziato che ha scoperto una nuova forma di energia, il rhodomagnetismo, ed è ora impegnato in un progetto di capitale importanza, la preparazione di potentissimi missili da impiegare contro la Potenza Triplanetaria.

Mentre sembra che una devastante guerra sia inevitabile Forester e un suo collaboratore, Frank Ironsmith, vengono contattati da uno strano individuo che guida una bizzarra pattuglia di personaggi dagli strani poteri e ha una storia incredibile da raccontare.

Mark White afferma di essere il capo di un movimento di resistenza, che intende combattere gli umanoidi, creature perfette create su Wing IV da Warren Mansfield per porre fine alle guerre e all'infelicità umana.

Di pianeta in pianeta questi infaticabili salvatori stanno spegnendo ogni spirito di iniziativa e libertà umana, e tra breve arriveranno per imporre il loro benevolo giogo anche sul pianeta di Forester.

Lo scienziato è dapprima incredulo e riluttante a soddisfare la richiesta di aiuto di White ma, come questi aveva predetto, gli umanoidi arrivano davvero, e iniziano l'opera di pacificazione.

L'ultima speranza per salvare l'umanità sembra essere nelle straordinarie capacità di una sparuta pattuglia di freaks e nell'ingegno di Forester, basterà per battere milioni di umanoidi, alimentati da un'energia inesauribile?

Autore attivo dal 1928, Jack Williamson iniziò la carriera con opere ingenue ma terribilmente evocative e colme di sense of wonder, che hanno fortemente contribuito a costruire e plasmare la fantascienza.

L'esempio migliore di questo genere di storie è il ciclo della Legione dello Spazio, prototipo della space opera avventurosa, dove i cattivi sono cattivi, i buoni sono eroici, le donne bellissime e i pericoli cosmici.

Ma Williamson non è rimasto ancorato al primo periodo della carriera, per quanto sfolgorante fosse: il suo lungo percorso lo ha portato a scrivere opere più mature, spesso in collaborazione con altri celebri scrittori.

Gli umanoidi è uno dei romanzi dove il cambiamento è evidente, lo scenario è sempre quello immenso degli spazi siderali e non mancano armi potentissime e scoperte scientifiche mirabolanti, ma non ci sono gli impavidi moschettieri che combattono i mostri della Stella Fuggiasca, e il confine tra buoni e cattivi è decisamente sfumato.

Di fronte alla minaccia degli umanoidi alcuni umani cercano di resistere, altri accettano di aiutare gli automi, convinti della bontà dei loro intenti, gli eroi sono bambine spaventate e scienziati pieni di dubbi, le loro azioni spesso maldestre e destinate al fallimento.

Soprattutto il finale non è più necessariamente lieto, e resta aperto a interpretazioni differenti, simbolo di un romanzo che il passare dei decenni ha reso meno attuale, ma non meno affascinante.