Atlantis, Endeavour, Discovery, Columbia, Challenger. Ecco i nomi di un'autentica squadra vincente. Hanno sfidato i confini dello spazio e del tempo e, sebbene gli ultimi due siano andati distrutti in due tragici incidenti, tutti e cinque sono sempre stati l'orgoglio del programma spaziale americano. Dal 12 aprile 1981, data in cui il primo Space Shuttle, il Columbia, volò guidato dagli astronauti John Young e Robert Crippen, i cinque pionieri dello spazio sono stati protagonisti di oltre centotrenta missioni. Ma dopo trent'anni di onorato servizio, anche per una squadra così arriva il momento di ritirarsi dal campo di gioco. La NASA ha infatti deciso di interrompere il programma che vede protagonisti gli Space Shuttle.
Progettato come un sistema di navigazione spaziale riutilizzabile, uno Space Shuttle è costituito da tre componenti: una coppia di razzi vettori, che hanno il compito di portare l'apparecchio oltre l'atmosfera, un serbatoio di carburante che alimenta i razzi e infine l'orbiter, la navicella vera e propria. Una volta raggiunta l'orbita, i razzi e il serbatoio vengono sganciati e lasciati bruciare nell'atmosfera, mentre l'orbiter rimane nello spazio con a bordo l'equipaggio e il carico. Al termine della missione l'orbiter ritorna sulla Terra, attraversa i vari strati dell'atmosfera con la protezione di uno scudo termico in grado di sopportare le altissime temperature che si sprigionano a causa dell'attrito con l'aria e infine plana come un aliante atterrando su un'apposita pista di atterraggio.
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65 commenti
Aggiungi un commentoA proposito di Marte (e oltre), questa è la risposta più recente di David Morrison:
http://astrobiology.nasa.gov/ask-an-astrobiologist/question/?id=15619
Ottimista come al solito...
Questo è veramente il mio ultimo intervento sull'argomento perchè è ormai chiarissimo che tutti i partecipanti esprimono "opinioni di campo" ossia posizioni difficilmente confutabili con argomenti logico-razionali.
Questo è tipico per questioni che pur trattando di argomenti di natura scientifico-razionale coinvolgono la sfera etica, religiosa o politica come l'ambiente, il modello di sviluppo o l'organizzazione sociale.
Paolo7, Ares Cosmos, l'Anto e il sottoscritto abbiamo evidentemente una radicata e non modificabile visione delle cose sviluppata dalle proprie esperienze di vita e su questa possiamo discutere all'infinito senza cambiare le nostre opinioni. L'importante è restare nei limiti del civile comportamento che sembra abbiamo tutti in comune per fortuna.
Ora si può andare su Marte in circa quattro mesi usando un propulsore nucleare termico a nucleo gassoso che utilizza un plasma di Uranio-Idrogeno come combustibile. Questo è già realizzabile e richiederebbe solo un adeguato periodo di ingegnerizzazione. Mi permetto di osservare che l'astrobiologo citato è senz'altro un'autorità nel suo campo, ma dubito della sua esperienza in ingegneria nucleare come di tanti altri personaggi che sembrano usciti da pellicole SF anni cinquanta con scienziati alla Leonardo da Vinci, poeti, santi e navigatori.
Come costruire o portare il reattore nello spazio?
Coerente al principio di competenza lascio ad Ares Cosmos e alle navette da lui anticipate la risposta.
Ne dubito anch'io, anche se devo concedergli il beneficio del dubbio (potrei presumere che ne abbia discusso con colleghi più competenti, ad esempio). A ogni modo, ho riportato la sua risposta solo per leggere la vostra opinione in merito.
Inoltre molti danno per scontato che non si useranno propulsori nucleari perchè "politicamente improponibili", basta vedere tutte le proteste che ci sono state per l'RTG a bordo della sonda Cassini.
Io invece sarei pure per l'utilizzo di SSTO con propulsore NERVA "ripulito e migliorato".
Vedi Ivo, quando nel /68 i tre di Apollo 8 hano fatto il periplo della Luna, sicuramente molti appassionati di SF si sono presi una bella rivincita su tutti quelli che fino a poco prima dicevano loro che erano dei fessi...
Così per tutte le cose umane, non puoi mai sapere cosa ti riserva il futuro. Pensi che una certa cosa non succederà mai o che accade sempre e poi eccoti il fattaccio. Qundo parlo di astronautica mi rifaccio sempre all'esistente, a quello che c'è e ci potrebe essere, però lo faccio sapendo che il futuro mio può sorprendere. Segretamente spero sempre che salti fuori qualcosa di nuovo, insoma, che qualcuno tiri fuori il coniglio dal cilindro... però non posso basarmi su una speranza. Guardo in faccia la realtà e ne prendo atto.
La realtà astronautica del momento è che non abbiamo un veicolo che faccia da navetta con lo spazio. Pubblico o privato che sia, internazionale o nazionalista che sia. Tutti i veicoli a disposizione e quelli che verranno non sono una grande rivoluzione. Sono sempre e comunque dei punti di partenza.
Il volo spaziale o la realizzazione di strutture abitabili sono un falso problema.
Trovo divertente il grande scervellarsi nell'inventare forme propulsive per accorciare i viaggi spaziali, se poi non riusciamo a fare un saltino di solo 100 km che per farlo si deve bruciare più energia che per volare verso Marte...
In fin dei conti noi viviamo in fondo ad un pozzo, il pozzo gravitrazionale della Terra. Una prigione dorata. Magnifica, ma sempre una prigione. Purtroppo evadere non è per nulla facile.
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