I mutanti nel mondo del fumetto creano business, incassi e fanno sempre successo: basta inserire una "X" sul titolo di una testata o promettere l’apparizione di Wolverine per raddoppiarne le vendite. Non sempre però, sul grande schermo, i mutanti sono stati sfruttati a dovere soprattutto quando si parla di uno dei loro punti di forza: le meccaniche di gruppo stile telenovela tipiche degli X-Men, molto difficili da rendere in un tempo più ristretto come quello di una sola proiezione. Per rilanciare e dare spessore ai mutanti in campo cinematografico occorreva un’idea innovativa che si slegasse da un retroterra di storie così spesso e così interallacciato da risultare più un intralcio che un vantaggio, mantenendo allo stesso tempo un solido aggancio con l’iconografia mutante tanto amata dal pubblico.

Prendendo spunto da un’idea di Jeff Parker lanciata sul fumetto X-Men: First Class, che narrava (in una specie di prequel) le storie sconosciute dei primi mutanti riuniti da

Xavier, il regista Matthew Vaughn (Stardust e Kick-Ass)  porta le lancette ancora più indietro, nel pieno degli anni Sessanta e del governo Kennedy, per ritrarre l’inizio dell’amicizia fra Xavier e Magneto, poi diventati acerrimi nemici, e la nascita della questione mutante. Due personaggi fra i più amati dai lettori ed interpretati da attori capaci come James McVoy (L’ultimo re di Scozia e Wanted) nei panni di un giovanissimo e sciupafemmine Professor X e come Michael Fassbender (300 e Bastardi senza gloria), nei panni di un affascinante quanto serioso Magneto, potrebbero portare nuova linfa e nuove prospettive a quanto non è mai decollato prima con la forza che la Marvel si sarebbe aspettata. X Men: First Class o X-Men – L’Inizio è il film in uscita a giugno che promette quindi, secondo la Casa delle Idee, di ridare spessore  alla storia degli X-Men a partire dalle sue origini, concentrandosi sulla nascita di quello che sarà in seguito uno dei gruppi più famosi della storia dei supereroi. Come è stato per il fumetto si parla, per questo film, di un prequel dei tre già usciti fino a questo momento (X-Men, X-Men 2, X-Men - Conflitto finale), ambientato appunto nell’America degli anni Sessanta, nel contesto storico della crisi cubana e dei movimenti per i diritti civili. Un Charles Xavier alle prime armi si dovrà appoggiare al suo più caro amico Erik Lensherr per raggruppare attorno a sé un gruppo di persone dotate di poteri particolari e contrastare le mire del Club Infernale, una congrega di mutanti interessata a scatenare un disastro globale per poter esercitare il suo potere su di un mondo devastato. Premesse coinvolgenti per quello che potrebbe essere il giusto modo di ricreare, senza scimmiottarlo, il successo delle testate mutanti al cinema e l’opportunità per dimostrare false le voci per cui gli X-Men sarebbero interessanti sempre e solo dopo l’introduzione degli inflazionatissimi personaggi di Wolverine e Tempesta.Un altro film di ambientazione storica per la Marvel, ormai lanciata quest’anno nel tentativo di rendere in modo leggermente diverso i suoi personaggi sul grande schermo, sarà proprio Capitan America: il Primo Vendicatore previsto per luglio. Decisi a catturare il fascino, un po’ annacquato nel personaggio originale, del bellissimo ritratto che Mark Millar ricrea per l’universo Ultimate, anche in questo caso regista e sceneggiatori tornano alle origini. Chris Evans, divertente Torcia Umana nei Fantastici Quattro, è stato chiamato dal regista Joe Johnston (Jumanji e Rocketeer) a vestire i panni di un rachitico quanto patriottico Steve Rogers che, nell’America degli anni Quaranta, è disposto a tutto per arruolarsi e difendere gli ideali del suo Paese. Rifiutato più e più volte a causa del fisico gracilissimo si sottoporrà agli esperimenti del professor Erskine volti a creare il primo supersoldato sulla faccia del pianeta.