Tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro e scritto da Alex Garland, lo sceneggiatore di The beach e Sunshine, Non lasciarmi è un apologo doloroso e addolorato su una modernità alternativa alla nostra, lacerata nel suo risultare profondamente inumana.

La storia di alcuni ragazzini cresciuti in un ambiguo collegio della Gran Bretagna degli anni Ottanta che lentamente scoprono qual è il senso ultimo e predestinato della loro esistenza, diventa l'occasione per una storia d'amore tormentata e non del tutto rassegnata ad un destino potenzialmente fatale e spaventoso.

Il film diretto da Mark Romanek di cui avevamo apprezzato alcuni anni fa il grande sforzo per il thriller esistenzialista di One Hour Photo punta a guardare al nostro presente attraverso questo triangolo nato sui banchi di scuola tra due ragazze e un ragazzo interpretati rispettivamente da Carey Mulligan, Keira Knightley e il prossimo Spider Man, Andrew Garfield. Amori adolescenziali e poi progressivamente più maturi che servono per raccontare una storia delicata incastonata in un'ambientazione rarefatta dove ogni speranza sembra essere compromessa.

Lento e impregnato di un'atmosfera angosciante, Non lasciarmi soffre il suo avere un approccio a un mondo alternativo al nostro, solo attraverso lo sguardo sempre meno rassegnato e ingenuo di tre ragazzi che non dimostrano alcun sintomo di rabbia o ribellione dinanzi al loro sacrificio profondamente ingiusto che viene chiesto loro.

Al di là delle lecite reazioni personali dei protagonisti, però, il vero limite del film è liquidare le regole del nuovo mondo in cui si muove lo spettatore solo attraverso un paio di cartelli all'inizio dei titoli di testa, senza, invece, andare a raccontare se non meglio, almeno un po' di più, ciò che circonda i personaggi della storia.

Non lasciarmi alla fine è più l'ennesima storia d'amore in un contesto straordinario e drammatico, che un film in cui la matrice esistenziale della fantascienza di titoli come Fahrenheit 451 e 1984 si riverbera su una possibile realtà alternativa.

Una pellicola, quindi, apparentemente troppo intimista in un contesto straordinario che serve più a cambiare le regole del gioco in cui si muovono i personaggi che a destare una riflessione di più ampia portata sul tema affrontato dal romanzo e dal regista.

Un limite non da poco, per una storia che pur volendo affrontare una tematica enorme da un punto di vista intimo ed universale cui tutti possono fare riferimento, appare troppo superficiale nel raccontare un contesto sociale e politico, anche in campo fantascientifico, francamente, poco credibile per la sua fragilità strutturale.

Più pellicola drammatica, dunque, che fantascientifica o politica, Non lasciarmi resta comunque un progetto interessante, ambizioso e non privo di fascino nonostante il suo essere comunque, infine, deprimente e disperato.