La scienza è uno strumento a volte parziale, ma indispensabile, per interpretare il mondo e migliorare la vita dell’uomo. In questo sono un po’ neo-positivista. Ma attenzione, se questo strumento viene applicato in modo sconsiderato, sono dolori… ma gli errori vengono fatti dall’uomo, non da una teoria scientifica. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo.

Fin dall’inizio la tua scrittura mi è parsa coniugare brillantemente la sensibilità per tematiche di attualità scientifica (in particolare le biotecnologie) con un’attenzione non scontata per i meccanismi della narrazione e – in senso ancora più generale – per la cultura popolare. Penso per esempio alle citazioni musicali, prese dal jazz ma anche dalla musica classica, che impreziosiscono i tuoi lavori. In questo atteggiamento rilevo – ma potrei sbagliare – una convinta propensione postmoderna.

Mi fa piacere che questo si noti. Penso che la musica imprima incredulità nella narrazione, che contrasta col pragmatismo che può emergere dalla scrittura fantascientifica. Il risultato è una tensione, che mi piace molto, perché la musica assomiglia più all’alchimia che alla chimica. E immaginare la musica, soprattutto in un testo di fantascienza, lo trovo interessante istintivamente. Però dobbiamo ricordare che la separazione fra arte e scienza è nata nell’era moderna. Mi risulta che fra gli antichi greci la musica facesse parte delle discipline esatte e venisse equiparata alla matematica. Il dio Apollo era la divinità della musica e della medicina… Pitagora, che non ha bisogno di presentazioni, è stato il primo occidentale a mettere in chiaro le relazioni fra gli intervalli musicali. La musica, come è noto, ha molti legami con la matematica. Basti pensare al rapporto fra molti musicisti e le serie di Fibonacci. E la presenza che hai notato di musica nei miei testi è  indispensabile anche perché la musica fa parte della mia vita. Quindi più che citazioni musicali, vorrei che questi riferimenti fossero considerati una parte integrante della mia struttura narrativa, una specie di colonna sonora dei miei testi. Poi, se devo essere sincero, “servono” anche per smorzare i toni di certe narrazioni che altrimenti potrebbero diventerebbero troppo tecnici. E, per finire, questo intersecarsi di generi diversi e di contrasti fra parti scientifiche e irrazionali, c’entrano anche con il carattere dispersivo e controverso che ho.

Quali sono i tuoi riferimenti letterari, gli autori e i libri, di genere e non, che senti ti abbiano maggiormente condizionato nella tua maturazione come scrittore?

Grazie per considerarmi uno scrittore... Diciamo che scrivo, quello sì, ma mi piace mettermi in discussione continuamente. E sono sicuro, ma parlo per me, che la maturazione sia un continuo divenire (originale anche questa frase). Ad esempio, ho imparato molto dall’editing di questo romanzo!I primi autori che mi hanno colpito moltissimo sono stati Lovecraft, Poe, Hoffmann. H.P. Lovecraft è stato un grande precursore anche di tematiche fantascientifiche in senso stretto, come certi racconti testimoniamo (Il colore venuto dallo spazio, La casa delle streghe, Colui che sussurrava nelle tenebre). Poi mi sono letteralmente nutrito di Philip K. Dick e J.G. Ballard (altra originalità, direte…), che sono gli scrittori che d’istinto amo maggiormente. Senza disdegnare ovviamente i grandi classici, come Asimov, Simak, Matheson, Sturgeon: tutt’altro che sorpassati! Ho riscoperto tardi un autore come Brown: Assurdo universo è uno dei libri più belli che ho mai letto ed è stato capace di farmi capire tante cose sulla fantascienza. Due parole anche per ricordare Michael Crichton, che andrebbe rivalutato nella SF per alcune cose molto interessanti. Andromeda e Congo rappresentano secondo me due esempi di “letteratura scientifica” molto innovativa. E Jurassic Park, di cui molti conoscono il film, nonostante ora sembri quasi scontato, è stato scritto nel 1990: se devo essere sincero ho sentito parlare per la prima volta della PCR (reazione a catena della polimerasi, una tecnica usata in biologia molecolare, NdR) leggendo questo libro… Non voglio dimenticare Calvino, il grande maestro. E poi c’è stata per me la scoperta della fantascienza italiana. Scoprire un mondo così variegato e interessante… altroché i marziani non sbarcheranno mai a Lucca. Ma non è colpa di nessuno se Gentile (aiutato da Croce) ha rovinato la cultura italiana, influenzando negativamente tutta la nostra recente storia, considerando la scienza come disciplina subalterna alle discipline umanistiche… tremo a sentire certe cose. Se la scienza è stata considerata in Italia una disciplina di serie B, figuratevi la fantascienza… Ci stupiamo che in Italia leggano in pochi la fantascienza? Dovremmo preoccuparci ancora di più del perché molti italiani non si interessino di scienza! Anche molta divulgazione che si fa in Italia sbaglia: per rendere la scienza troppo accessibile, si finisce troppo spesso per banalizzarla. Molti snobbano la scienza, ma quando ci serve, tutti la rincorrono. Poi ci sono anche quelli che parlano male della scienza utilizzando la televisione... Per fortuna c’è la fantascienza, che spesso si interessa di scienza più di quanto facciano molti altri veicoli mediatici, scrivetelo a caratteri cubitali. La fantascienza è anche un’ideologia letteraria a favore della modernità. Anzi, penso che la fantascienza sia la chiave di lettura della modernità più efficace e interpretativa che io conosca. Se i nostri politici leggessero più fantascienza, forse non avrebbero distrutto la ricerca scientifica in Italia.