Nel 1979 il semiesordiente Ridley Scott stupisce il mondo della fantascienza con Alien, storia cupa e claustrofobica di invasioni e di alieni che sono dentro di noi (in tutti i sensi). Merito della storia, e di due protagonisti forti come Sigourney Weaver e l'essere extraterrestre invincibile e amorale. Il film ha dato il via a una saga di altri tre film, più i due collegati all'universo Alien versus Predator; saga che si è mossa tra alti e bassi qualitativi, ma che comunque è riuscita a non svelare ancora tutto. Uno dei misteri più intriganti suscitati dal primo film riguarda l'identità del cosiddetto Space Jockey (letteralmente: fantino spaziale), come è stato soprannominato dai fan: ovvero il misterioso gigante che l'equipaggio del Nostromo rinviene in un relitto d'astronave sul pianeta LV-426, e che poteva essere la causa prima della nascita degli alien.

Come è noto Scott si metterà alla regia del prequel del film, basato su uno script di Jon Spaihts. In un primo momento il regista aveva negato la possibilità che nel progetto entrasse anche la razza dei giganti alieni; ora però, in un'intervista pubblicata da MTV, sembra aver fatto una bella marcia indietro. Ecco la dichiarazione virgolettata: "Il film sarà ambientato nel 2085, circa trent'anni prima delle vicende vissute da Ellen Ripley. Fondamentalmente risponderà alla domanda: ma chi diavolo è lo Space Jockey? Quel tipo che stava seduto sulla seggiola del veicolo alieno, quel gigante abbarbicato a una sedia che sembrava qualcosa di molto tecnologico, come la postazione di un astronomo. Ve lo ricordate, no?... E allora uno dei nostri, cioé Tom Skerritt che faceva il capitano Dallas, sale su e dice: gli è scoppiato il petto come se fosse uscito qualcosa dall'interno, che sarà stato? Ecco, in sostanza spiegheremo chi è lo Space Jockey e da dove arriva la sua razza".

In realtà nelle dichiarazioni precedenti Scott aveva spiegato che il film non avrebbe visto una battaglia tra jockeys e alien, senza mai escludere però la possibilità di far entrare i jockeys nella trama. Questioni di sfumature che fanno tanto J.J. Abrams, segno che probabilmente la campagna di marketing sul film è già iniziata. Nell'intervista Scott si è poi dilungato sullo stato del progetto: "Ho una pila così di pagine da esaminare, ed è solo un quarto della sceneggiatura. È un work in progress, ma abbiamo smesso di fantasticarci sopra: sappiamo che storia vogliamo che sia. Ora stiamo lavorando per migliorare i tre tempi del film e i personaggi, per costruire un film in grado di sfondare. Nelle prossime settimane prenderemo il meglio della sceneggiatura per farci un'idea dei costi; e poi ci sono già delle persone che stanno realizzando i bozzetti grafici". Scott ha poi rivelato che nel film ci sarà anche la compagnia Weiland (non ancora unita alla Yutani), per cui lavorava l'equipaggio del Nostromo, e che si parlerà anche di terraformazione, l'insieme di tecniche utilizzate per adattare pianeti extrasolari alle condizioni di vita umane.

Scott ha poi tenuto a precisare che il film sarà totalmente autonomo, e che quindi non sarà necessario conoscere a memoria l'intera saga per apprezzarlo. Riguardo al protagonista, il regista starebbe pensando ancora a una donna, che non sarà ovviamente Ellen Ripley, anche se qualche allusione sibillina potrebbe far pensare a un rientro della Weaver "dalla finestra", magari come voce narrante fuori campo. Potrebbe esserci qualche novità sul design degli alien e della loro evoluzione, da uovo a face-hugger; a questo proposito Scott è deciso a coinvolgere nuovamente l'artista svizzero Hans Ruedi Giger, già ideatore della grafica del primo capitolo della saga. Tutto ciò per un film che, nelle intenzioni, dovrebbe arrivare nelle sale nel 2012.

L'ultima domanda rivolta a Scott è anche quella definitiva: come ci si sentirà a ripercorrere le atmosfere create trent'anni prima? "Sarà piuttosto strano, anche perché ho sempre detto che non ne avrei girato un altro. Cosa mi ha fatto cambiare idea? Onestamente? Hanno completamente spremuto il franchising. Il primo film sarà sempre il migliore, perché con Giger abbiamo costruito un universo alieno totalmente originale e sarà difficile ripeterci. Ho sempre evitato i sequel perché pensavo che ci sarebbe voluto qualcosa di altrettanto originale." Che forse Scott pensa di aver trovato.