L’intero pianeta è una gigantesca mappa in cui i vari luoghi delle missioni sono raggiungibili

attraverso appositi teletrasporti; espediente che risulta di fatto indispensabile per muoversi agevolmente attraverso il mondo del gioco. All’interno dei singoli luoghi è, poi, possibile spostarsi a piedi oppure utilizzando i mezzi e/o le creature a disposizione.

L’habitat di Pandora è reso con notevole magnificenza grafica, pur non riuscendo ad avvicinarsi moltissimo alla resa del film. Ciononostante il mondo alieno risulta vivo e vitale, graficamente curato così come l’aspetto dei personaggi. Soprattutto i Na’vi sono resi con ottima verosimiglianza, mentre i soldati umani non si discostano dai modelli utilizzati in tanti altri videogiochi.Come detto il gioco è previsto per praticamente tutte le piattaforme, comprese le console portatili. Una particolarità per i possessori di Wii sarà la possibilità, non si sa quanto testata, di usare combinazioni multiple delle varie interfacce a disposizione: ad esempio, chi dispone di una Balance Board (la famosa “tavoletta” per gli esercizi di yoga) la potrà utilizzare per guidare i rettili volanti lasciandosi così le mani libere per usare arco e freccia.Il gioco prevede anche una modalità multiplayer online da utilizzare solo in due dimensioni, per gli ovvi problemi dati dalla enorme mole di calcoli necessaria a sviluppare un intero mondo tridimensionale sul web.

In definitiva, il gioco in sé appare piacevole, ma non particolarmente innovativo. Come per il film, Cameron ha trasferito nel gioco tutto ciò che già si è visto e si conosce, assemblandolo in uno spettacolo frenetico e divertente. Il vero punto di forza, l’innovazione nella quale Cameron crede fortemente, sta nell’implementazione massiccia del 3D stereoscopico, che però al momento non è alla portata proprio di tutte le tasche. Difficile che la voglia di acquisire il gioco possa spingere molti a dotarsi dell’hardware necessario, specie in tempi economicamente difficili. La scommessa di Cameron e di Ubisoft sembra in realtà quella di impostare un percorso, di stabilire una specie di pietra miliare, spingendo così il mondo dei videogame in una direzione verso la quale non potrà che adeguarsi, come il mondo del cinema non potrà che essere sempre più spinto verso l’uso del 3D. Almeno, secondo le idee di Cameron.