È questa in sintesi la trama di Imperium solis, il nuovo romanzo di Mario Farneti, l’autore della trilogia di Occidente, pubblicato dall’Editrice Nord.
Nato a Gubbio in Umbria nel 1950, giornalista professionista, saggista e documentarista, Farneti è laureato in Scienze Politiche. Sposato e padre di quattro figli, abita a Roma, dove lavora presso un’agenzia televisiva internazionale ma ha vissuto per lungo tempo a Fano nelle Marche, dove, negli Anni Settanta, è stato tra i fondatori di una delle prime televisioni libere nel nostro Paese. Negli ultimi due decenni ha pubblicato vari saggi sulle tradizioni della sua città natale e ha realizzato numerosi documentari televisivi. Nel 1989 e nel 1991 si è classificato tra i finalisti al Premio J.R.R. Tolkien per la narrativa fantastica. Il successo è arrivato con la pubblicazione del romanzo di storia alternativa Occidente (Nord, 2001), accolto con favore dalla critica, anche quella internazionale, cui sono seguiti Attacco all'Occidente (Nord, 2003; vincitore del premio Le Ali della Fantasia) e Nuovo impero d'Occidente (Nord, 2006), che hanno concluso la trilogia. Per la sua attività professionale è stato insignito dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Abbiamo intervistato Farneti su questo suo ultimo lavoro editoriale, ma anche su temi di strettissima attualità che recentemente hanno riempito le pagine della stampa nazionale. ;;
Mario, Imperium solis arriva dopo il ciclo di Occidente. Ci sono paralleli tra le due ucronie?
C’è un nucleo comune che riguarda la romanità. Nel ciclo di Occidente si avverte la presenza costante dello spirito di Roma e dei suoi numi che intervengono nelle vicende degli uomini. Addirittura la Dea Roma irrompe nella vita del protagonista Romano Tebaldi cambiandola radicalmente.
Non facciamo spoiler perché è nel risvolto di copertina: qui si parla di navigazione oltre l'Oceano Atlantico fin nel Nuovo Mondo in piena età antica. Come la mettiamo con l'inadeguatezza delle navi dell'epoca?
Le navi romane non erano affatto inadeguate alla navigazione oceanica, anzi erano tecnicamente molto più avanzate rispetto alle caravelle di Colombo. Nel De Bello Gallico, Cesare narra delle navi dei Galli dell’Armorica, vascelli robustissimi in grado di sfidare le tempeste oceaniche. Una volta conquistata la Gallia i Romani si impadronirono di quelle tecniche costruttive. La moderna ricerca archeologica ha rivelato dai cantieri navali dell’Impero uscirono navi gigantesche, delle portacontainer ante litteram e addirittura le temibili catafractae, vere e proprie corazzate. In conclusione, la tecnologia navale romana era in grado non solo di attraversare l’Atlantico, ma di fare il giro del mondo.
Credi fosse possibile compiere un viaggio del genere facendo solo cabotaggio o quasi, vista la difficoltà della navigazione tra Irlanda e Islanda?
Non credo che, con quelle navi, avrebbero avuto difficoltà ad arrivare fin lì e oltre. Lo fece già nel IV secolo a.C. Pitea di Massalia che giunse sino a Thule, senza parlare degli Egizi e dei Fenici che conoscevano sicuramente l’America. Manufatti romani sono stati addirittura rinvenuti sull’Isola di Galveston in Texas all’inizio del secolo scorso. Venne alla luce lo scafo di una nave romana e alcune monete di imperatori del III - IV secolo, oltre ai pilastri di legno di un ponte, anch’essi di fattura romana. Non parliamo poi delle numerose monete sparse un po’ dappertutto, sia sulla East Coast, sia lungo il Mississippi e altrove. C’è ancora chi chiude gli occhi e attribuisce i ritrovamenti a “numismatici distratti” che se le sarebbero perse, ma te lo immagini un numismatico che va in giro a spargere monete romane? Di matti ne esistono, ma in questo caso sarebbero davvero un po’ troppi.
Come mai allora i Romani non si stabilirono nel Nuovo Mondo? Ci sarebbe stato spazio a volontà per espandere e arricchire l'Impero! Fu scelta consapevole o invece, come pare sia accaduto ai Vichinghi, l'impossibilità di fondare colonie stabili, la lontananza degli approvvigionamenti, eccetera?
Prima di tutto a causa della distanza. Sebbene nell’antichità si conoscessero già le Azzorre e le Canarie, non furono mai creati stabili avamposti in quelle isole. In secondo luogo perché i Romani non erano soliti conquistare regioni che non ospitassero ricchi e potenti regni da cui trarre profitto economico. In un certo senso, ho voluto forzare un po’ la mano alla Storia servendomi di un espediente di ordine religioso. Giuliano era devoto al Dio Sole Invitto e voleva esplorare e conquistare sia le regioni dalle quali il Sole sorgeva, sia le regioni occidentali, dove ogni sera andava a coricarsi. Per questo motivo, nel mio romanzo, il sovrano vuole spingersi oltre l’Oceano Atlantico.
Come mai allora i Romani non si stabilirono nel Nuovo Mondo? Ci sarebbe stato spazio a volontà per espandere e arricchire l'Impero! Fu scelta consapevole o invece, come pare sia accaduto ai Vichinghi, l'impossibilità di fondare colonie stabili, la lontananza degli approvvigionamenti, eccetera?
Prima di tutto a causa della distanza. Sebbene nell’antichità si conoscessero già le Azzorre e le Canarie, non furono mai creati stabili avamposti in quelle isole. In secondo luogo perché i Romani non erano soliti conquistare regioni che non ospitassero ricchi e potenti regni da cui trarre profitto economico. In un certo senso, ho voluto forzare un po’ la mano alla Storia servendomi di un espediente di ordine religioso. Giuliano era devoto al Dio Sole Invitto e voleva esplorare e conquistare sia le regioni dalle quali il Sole sorgeva, sia le regioni occidentali, dove ogni sera andava a coricarsi. Per questo motivo, nel mio romanzo, il sovrano vuole spingersi oltre l’Oceano Atlantico.
17 commenti
Aggiungi un commentoPer Giampietro: hai ragione tu. Sono stato troppo superficiale e condiscendente. La dimostrazione è che stiamo parlando di cose delle quali tra l'altro non mi occupo né mi sono mai occupato nella mia carriera di scrittore. Credo che a sbagliare, però, siamo stati in due: tu a farmi certe domande e io a risponderti.
Non sono né un politico né un opinionista, perciò, detto questo, suggerisco a tutti di parlare del mio libro. Avrei preferito una secca stroncatura di Imperium Solis piuttosto che una polemica sterile su argomenti impropri.
Non si era deciso di lasciar perdere il discorso e parlare del libro?
Anche perché francamente gli atei sono parecchio stufi di sentirsi dire dai cattolici cosa dovrebbero o non dovrebbero fare e cosa dovrebbero o non dovrebbero credere.
S*
Caro Sosio, non sono i cattolici a dettare legge agli atei, ma tutti i non cattolici di tutte le confessioni a voler correggere i cattolici e a mettere il becco su una religione che non è la loro. Io ho ammesso di essere cattolico, ma ho parlato da libero cittadino, convinto, per un principio illuminista, che la mia libertà finisca dovi comincia quella degli altri.
Con questo ritengo il discorso religione-ateismo chiuso e non lo riprenderò, cadesse il mondo, perciò se qualcunoi vuole avere l'ultima parola, si accomodi, ma non si aspetti più risposte da me. Sono d'accordo con te: parliamo del libro, se qualcuno lo ha letto. Volevo anche avvertire che l'intervista è stata reinserita, perché sarebbe stato paradossale aprire un forum su una cosa che non c'è più. Gli argomenti trattati sono stati molti, perciò buon divertimento. Da questo momento, per correttezza, non credo di dover più intervenire nel forum se non espressamente richiesto. Buon anno a tutti.
Le ultime affermazioni di Farneti non fanno altro che confermare quanto ho scritto e soprattutto quanto penso.
Fine del tread, se mi capita di leggere il libro parlerò di quello: ma sarà difficile a breve, ho appena acquistato Il quinto principio...
Parliamo di Imperium Solis. Farneti già in occidente ha sciorinato una marea di pseudostoria e pseudoarcheologia, che fiorisce da decenni nel web. Atlantide, i nazisti al polo nord, gli iperborei. Nonostante la presenza di imbarazzanti "fonti di ricerca" al termine del libro, non pensavo che l'autore prendesse seriamente queste idee.
Pare invece che sia proprio così, e imperium solis ne è la riprova. O meglio la è questa intervista. Dobbiamo proprio dire che le grandi navi (che per la verità erano già prodotte in era ellenistica) che venivano assemblate nei porti del mediterraneo dovevano essere tenute in porto perchè quando uscivano in mare aperto affondavano? o vogliamo parlare del fatto che i romani mancavano degli strumenti di navigazione più elementari? o che non avessero idea dell'astronomia che conosceva colombo, oppure del fatto che le navi romane di una certa grandezza quando entravano nell'oceano si tenevano regolarmente a contatto con la costa perchè non potevano fare altro se volevano rimanere a galla? o che le navi romane di grande stazza erano talmente lente da non poter portare scorte suficienti per un viaggio tanto lungo? o che le galee si sono sempre dimostrate incapaci di attraversare gli oceani? o che o magari del fatto che, sulla falsariga di mediocri autori che periodicamente fanno le loro sparate "storiche" il buon egubino spaccia per sicure cose mai provate e generalmente rigettate dalla comunità scientifica?
Ma la cosa più irritante ammetto essere la sua sparata finale. Occidente non schierato? andiamo signor Farneti, se esiste un pamphlet politico, quello è occidente. Mi sforzo di non volergliene per aver rovinato una idea intrigante come quella che sta alla base di occidente trasformandola in una accozzaglia di affermazioni propagandistiche, luogo di sfogo di sordi rancori per non dire mezzo di violenza verbale, recipiente di una tale sequela di strafalcioni storici e di implausibilità di ogni tipo (mai sentito parlare di effetto farfalla?), ma devo dire che lei con queste affermazioni non mi aiuta.
Essendo off topic non mi soffermo ancora a criticare Occidente ma da scrittore di fantastoria in erba ammetto di essere amareggiato dal fatto che in questo paese siamo costretti a barcamenarci tra la totale assenza di letteratura di questo tipo e autori francamente imbarazzanti come Mario Farneti.
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