- Aha! Ce la vedi Zoe a cucire tovaglie e a tagliare i capelli al fratello? – ridacchiarono gli occhi verdi di Jona ammiccando al gruppo di ragazze che si rincorrevano tra i campi all’ingresso del paese.- Beh, è un po’ difficile immaginarlo, lo ammetto: ma ce la farà! – rise Geremia.- Io però non parlavo del mio e del tuo futuro, ma di quello della nostra gente, di questo mondo. – tornò serio Jona.- Non ti capisco, lo sai, quando tocchi questo argomento. Che cos’è il futuro? Un fiume che scorre rimanendo immutato…

- Già. Questo è quello che ci hanno insegnato a scuola. Non mi basta, Geremia: non posso credere che la mia vita sarà identica a quella di mio padre e del padre di mio padre…!

- Ma non sarà “identica”! Cambieranno anzi i protagonisti e le occasioni: dentro la cornice della comunità sarai libero di creare il tuo disegno.

- Se si parla di disegnare, Geremia, il tuo amico è un vero disastro. Lo diceva anche Maestra Mary! – esclamò sorprendendoli Zoe, il volto spruzzato di efelidi arrossato dalla corsa.

- Ti prego, Zoe! Stiamo discutendo di cose serie…

- Come no! Di quanto sia grassa sorella Esther e del fascino irresistibile di sorella Brigitte, no? -  I lunghi capelli rossi traboccavano ribelli dalla cuffia scomposta.

- Stiamo parlando del futuro! – la contraddisse in amichevole tono di sfida Jona.

La ragazza tacque per un momento. Poi: - Il mio sarà dedicato a capire cosa c’è dietro al cielo o perché non possiamo oltrepassare il fossato dell’Orizzonte…

- Mio dio, no! Due eretici in un colpo solo no! – alzò la voce scherzosamente disperato Geremia affondando le mani nella capigliatura castana.

- Dico sul serio. Ho fatto mille volte le stesse domande a Maestra Mary che per mille volte ha cambiato discorso. Alle mie insistenze la replica puntuale era la convocazione di mio padre e qualche tipo di punizione: particolarmente sgradevole, lo confesso...

- Bisognerebbe parlarne con un anziano – suggerì Jona improvvisamente interessato – Lo zio di Jona fa parte del Consiglio.

- Figuratevi se quel noioso di Ulrich starebbe a sentire la mia domanda! – commentò scettica Zoe.

- Sentite, fratelli! Un po’ di rispetto non guasterebbe! Se non altro perché è mio zio…

- Piantala, Geremia! Non vorrai entrare anche tu prima del tempo nell’accolita dei matusalemme! – rise ironica Zoe – Piuttosto: che intenzioni avete per la preghiera serale di stanotte? Io e Martha abbiamo deciso di rimanere nei campi ad aspettare l’alba.

Jona la guardava. Durante gli anni della scuola aveva spesso sperato che dietro lo spirito brillante dell’amica ci fosse, magari prudentemente nascosta, un po’ della stessa sua inquietudine.

- Ma, dico, ti ha dato di volta il cervello?! – ribatté dopo qualche istante di incredulità Geremia.