Il medico gli aveva spiegato che probabilmente sarebbe sopravvissuto a lungo alla malattia, più di un anno di sicuro, ma in quello stato era un veicolo di contagio pericoloso per gli altri. Gli spiegò anche che aveva sentito da colleghi che alla Capitale, in una Casa di Piacere sulla SonnerStrasse era stato individuato il focolaio di origine del contagio.

- È stato individuato o è stato previsto? - aveva chiesto il giovane dai capelli bianchi.

Il dottor Hoffenbach lo congedò prescrivendogli unguenti d’arsenico e bismuto.

Rientrato alla Capitale, il giovane riprese il suo lavoro al Ministero delle Verifiche e dei Controlli Qualitativi, notificando al dirigente superiore il suo desiderio di non essere più disponibile per le trasferte.

Dopo pochi giorni dovette essere ricoverato.

Come aveva previsto il medico, il giovane dai capelli bianchi sopravvisse a lungo alla sifilide, ma la sua mente andò perduta.

L’infezione aggredì il sistema nervoso centrale, controllare i movimenti muscolari divenne prima difficile, poi impossibile. La paralisi delle gambe lo bloccò nel letto. Ma più della paralisi a costringerlo a letto furono le allucinazioni: sosteneva di essere circondato dall’acqua. Acqua marcia, putrescente, in cui si celavano orridi esseri, minuscoli organismi che lo avrebbero aggredito penetrando i pori della sua pelle.

Se ne stava disteso, avvolto nelle lenzuola con la testa infilata in una sorta di cappuccio fatto con la federa di un guanciale. Fissava il soffitto e ripeteva in continuazione:

- Vuota il bicchier che è pieno, riempi il bicchier che è vuoto, non lo lasciar mai pieno, non lo lasciar mai vuoto…

Nei rari momenti di lucidità chiedeva il Quotidiano di Regime, ma ne traeva solo dolore per quell’agonia che non pareva voler finire. Gli ci vollero due anni per riuscire a leggere il proprio nome sulla Lista Ufficiale delle Morti Previste.

Nonostante la malattia Edda Kraus partorì.

Rimase con la mente presente fino agli ultimi giorni. Ripensava al giovane dai capelli bianchi, all’uomo che le aveva dato l’indispensabile, regalandoglielo in un momento di vero amore.

- Lui verrà, verrà l’ultimo giorno, verrà di corsa per vedermi morire, lui fa così, perché in fondo è un buono… verrà e allora capirà che il suo destino è essere padre…

Ma il giovane non venne, e non fece mai da padre a suo figlio.

Nonostante la malattia Edda Kraus aveva partorito due bimbi sani.

Decidere quale dei due chiamare Nikola fu l’ultima delle scelte difficili della sua vita. Voleva salvare quel nome e ci riuscì.

Fu Andrea a morire il quattro Novembre, soffocato da un ciondolo che portava al collo, un cuore viola d’ametista.