Debutterà a dicembre la nuova testata di uno degli spin-off più riusciti di Iron Man. Inventata come esoscheletro da battaglia all'inizio dei burrascosi anni '90 l'armatura di War Machine ha solleticato da subito la fantasia degli appassionati del famoso eroe corrazzato. 

Un Tony Stark morente decide di ripagare  con tutti gli interessi e con una diversa filosofia di approccio i suoi più acerrimi nemici prima della dipartita costruendo un'armatura specializzata per infliggere il massimo danno. L'armatura, dopo la presunta morte del suo creatore, verrà passata al suo più caro amico, James Rhodes, perchè l'idea di Iron Man non si estingua con Stark.

La Marvel in più di un'occasione (e con esiti molto variabili) ha tentato di sfruttare il successo e l'interesse suscitati dal nuovo approccio battagliero del più famoso supereroe tecnologico nella sua scuderia. Verso la metà degli anni '90 Rhodes, liberatosi dal fardello dell'identità di Iron Man, avrà pure, per breve tempo la sua testata come War Machine (costretta a chiudere in pochi numeri). Seguirà una specie di What if in miniserie: US War Machine, dai toni più realistici ed ancora più guerrafondai.

Ora i tempi sembrano di nuovo maturi per War Machine, serie regolare in uscita a dicembre con Greg Pak (Iron Man, Battlestar Galactica) ai testi e Leonardo Manco (Deathlock, Hellblazer) ai disegni. Un reboot che a sentire l'editore dovrebbe proiettare l'eroe corazzato in un contesto fantascientifico molto vicino alla realtà odierna.