L’esercito dei corrotti è un’espansione nel vero senso della parola, perché non si limita ad allungare il brodo galattico dell’Impero in guerra, ma appunto lo espande donando consistenza a quella terra di mezzo che si estende tra un estremo e l’altro della forza. Dopo avervi parlato di lato luminoso e lato oscuro, di alleanza e impero, LucasArts sposta i riflettori sui reietti di Star Wars. Sono gente come Tyber Zann, a capo di una potente organizzazione criminale e attore principale della prima appendice dell’Impero in guerra, spettacolare strategico che all’inizio dell’anno ha fatto la felicità dei fan dell’universo di George Lucas piazzandosi alle pendici della trilogia classica e adesso aggiunge un terzo tempo – e una terza fazione giocabile – subito alle spalle di Episodio IV.

In realtà, ed è bene chiarirlo, Star Wars L’impero in Guerra: L’esercito dei corrotti si svolge all’interno di una sua continuità, un mondo a suo modo coerente che si mantiene in un rapporto di reciprocità soprattutto iconografica con i film, dei cui eventi gli autori, nel momento di scrivere la sceneggiatura del gioco, ogni tanto hanno tenuto memoria e ogni tanto fatto finta di niente. È una pratica consolidata nel passaggio da un medium all’altro, si tratti di cinema, fumetti, videogame. Nel caso particolare dell’Esercito dei corrotti ha permesso a Petroglyph, già responsabili del capitolo originale e con un passato trascorso a forgiare i classici del genere (in Westwood, lavorando su capisaldi come Dune II), di inserire in un contesto familiare, popolato di figure carismatiche come Luke Skywalker, Han Solo, Yoda e Jabba the Hutt, il misterioso elemento esterno del quale ripercorrere le gesta, tale Tyber Zann, ex socio tradito del vermone presentato nel Ritorno dello jedi e ora suo nemico giurato.

La storia raccontata nella campagna che lo vede protagonista ne segue l’ascesa sullo scacchiere galattico, alle spese degli antagonisti di sempre, impero e ribelli, presi alla sprovvista dai metodi inconsueti del suo cartello. L’arma preferita dal consorzio Zann è la corruzione, un modo di porsi nei confronti del gioco molto differente rispetto a quelli sperimentanti nell’Impero in guerra, dove si guidavano le milizie dell’alleanza e le truppe imperiali. Per conquistare la galassia stavolta bisogna dimostrarsi abili nell’arte dell’inganno e della sopraffazione, portando a compimento missioni speciali che possono essere rappresentate da atti di pirateria, rapimenti, intimidazione, fino alla tratta di schiavi – che permette di avere carne da macello a costo zero – e all’apertura di un mercato nero – piazza di scambio per nuove tecnologie tanto letali quanto illegali.

Questo rifacimento del sistema di gioco interessa naturalmente anche l’introduzione di unità inedite, uno degli aspetti più riusciti dell’Esercito dei corrotti, che schiera tutta una serie di fregate, corvette, carri, droidi e fanteria progettati apposta per l’organizzazione di Zann. Ma ci sono anche sorprese per i seguaci del lato oscuro, dalla seconda Morte Nera a due gigantesche classi di Super Star Destroyer. Meno novità dal fronte caldo delle battaglie sulla superficie dei pianeti, che restano un po’ il tallone d’Achille dell’Impero in guerra, nonostante la possibilità di disporre coscientemente le truppe aggiusti un pelo l’asse strategico.

Il meglio, come al solito, viene offerto dalla modalità Conquista galattica, impreziosita dall’incastro tattico-strategico di tre fazioni dall’identità ben definita, che si lanciano alla occupazione dei quaranta pianeti più tredici dell’espansione. Tra tutte, il consorzio di Zan pare partire favorito, ma a Petroglyph stanno già lavorando su una prima patch (attesa in questi giorni) che dovrebbe correggere il bilanciamento e sistemare altri bug (www.petroglyphgames.com/forum).

Se lo scopo dell’Esercito dei corrotti è prolungare la piacevolissima esperienza dell’Impero in guerra, allora non si può che dare atto agli sviluppatori della missione riuscita. Al di là di qualche falla facilmente recuperabile rifinendo il codice con futuri aggiornamenti, il videogame è un terzo tempo che non si limita a riproporre a oltranza la stessa formula, ma per quanto possibile varia anche registro, mettendo mano alla saga di Lucas, cosa che non è mai semplice. Più che la campagna cinematografica, specie di non lunghissimo tutorial interattivo dal finale aperto, L’esercito dei corrotti va però colto nell’offerta globale e tripartita.