Salvatore Proietti, nato a Roma nel 1963, malgrado la giovane età è una delle colonne portanti della fantascienza in Italia. Appassionato da sempre del genere, esperto conoscitore della cultura americana, traduttore e critico dalla penna acutissima, come dimostra la sua fornitissima collezione di Premi Italia, Proietti da quest'anno è anche al timone di Nuova Galassia, una nuova collana di fantascienza che segna il ritorno al genere di un editore storico, protagonista nella gloriosa scena degli anni Settanta: Giovanni Armenia. Del libro che inaugura la collana (Accelerando, di Charles Stross) abbiamo già parlato proprio di recente in una recensione (http://www.fantascienza.com/magazine/libri/9629/) e torneremo a parlarne presto sulle pagine di Delos SF. Per il momento ci siamo fatti una chiacchierata con Proietti per parlare della sua nuova avventura editoriale, dei piani per il futuro, della fantascienza nel suo complesso e di tutto il resto.

Nuova Galassia: un nome per una nuova collana di fantascienza che è tutto un programma. Come nasce l’idea e quali propositi sorreggono il progetto tuo e dell’editore?

Innanzitutto, diciamo che da un po’ di tempo la fantascienza sta tornando in libreria. La strada è stata riaperta dalla collana Odissea, della Delos Books, che ha trovato il suo spazio scegliendo di lavorare su romanzi di breve lunghezza. E adesso anche la nuova Robot è reperibile nelle librerie. Semplicemente, l’idea dell’editore Giovanni Armenia è di portare in libreria una collana che proponga alcuni dei nuovi aspetti del genere, a partire dalla SF di lingua inglese, da sempre la più articolata, prolifica e anche ambiziosa.

A lui, e a Vittorio Curtoni (proprio lui, che più di tutti negli anni 70 aveva fornito a un certo ragazzino l’alimento per una passione per la SF e per la lettura che non accenna a scemare) che gli ha suggerito il mio nome come curatore della collana, va il mio più sincero ringraziamento. Come ringrazio tutti coloro, professionisti e semplici lettori, che non mi hanno fatto mancare il loro incoraggiamento. Sarebbe lungo elencarli tutti, e allora mi limito a fare il nome di Gianfranco Viviani, il curatore di Odissea.

Il titolo, come avrai notato, vuole essere un omaggio alla Galassia (e a tutti i suoi curatori) che per quasi un ventennio, a suo tempo, portò in Italia tanti libri e autori che sono ormai classici, dall’avventura alla social SF alla New Wave. E anche la nostra epoca ha molto “nuovo” da offrire alla galassia della fantascienza!

Dai primi due titoli annunciati ufficialmente per la collana (ovvero Accelerando di Charles Stross e La rosa quantica di Catherine Asaro) mi sembra di scorgere una duplice strategia editoriale. Da una parte la scoperta del nuovo, con Stross che forse è il più prolifico esponente della nuova ondata britannica che sta venendo fuori dal genere, imponendo il cosiddetto filone postumanista all’attenzione critica. Dall’altra il recupero di testi di fantascienza di grande successo in patria (nel caso della Asaro gli USA), ma ancora inediti in Italia. È così? Puoi dirci cosa potrebbe riservarci Nuova Galassia per il futuro?

Per prima cosa, diciamo che Nuova Galassia intende pubblicare novità che diano conto della diversità della SF in circolazione. Sicuramente gli ultimi 25 anni hanno visto molti cambiamenti. Autori come William Gibson e Iain Banks hanno lasciato un segno indelebile, come lo ha fatto tutta la tradizione della SF delle donne. Dagli anni 80 in poi, la scienza e la tecnologia sono chiaramente al centro, nel bene e nel male la SF si è resa conto di non poterne più fare a meno. Anche gli scenari di autori “umanisti” come Kim Stanley Robinson o, se vuoi, Octavia Butler non guardano mai indietro, a un passato idealizzato, come faceva Bradbury o distopie cinematografiche come Zardoz. E un’altra lezione proviene da altri media come il cinema, la televisione, i fumetti e i giochi, che sempre più hanno al centro la creazione di mondi, in tutta la loro diversità, complessità e densità: pensiamo a Babylon 5, Deep Space Nine, Blade Runner, Aeon Flux, agli X-Men, a The Authority e così via. Ovviamente, come in tutta la fiction, sotto esame è il presente, ma nella SF lo strumento principale è la presentazione di mondi diversi, futuri o alieni che siano.

Charles Stross
Charles Stross
E allora la differenza fra il “concettuale” postumano Stross (ma continuo a insistere sull’aspetto di divertissement postmoderno e citazionista di tutti i suoi libri) e la “avventurosa”, sentimentale Asaro viene in gran parte meno. Per entrambi il linguaggio della scienza è l’occasione per il gioco del world-building fantascientifico. Nel loro caso, la scelta è caduta su testi recentissimi; ancora più recente sarà la nostra terza uscita, Variable Star scritto da Spider Robinson a partire da appunti lasciati da Robert A. Heinlein: un libro brillantissimo, allo stesso tempo figlio degli anni Duemila e degli anni 50. E poi proseguiremo con Stross e Asaro, e con altri nomi, compresi libri un poco meno freschi di stampa, ma meritevoli di riscoperta: penso a Vonda N. McIntyre.

Accelerando è il libro che inaugura la collana. Perché proprio Stross, un autore sostanzialmente sconosciuto alla gran parte dei lettori italiani?

Fra i tanti nomi emersi nell’ultima quindicina d’anni nell’ambito del British Boom, Stross è diventato una figura straordinariamente popolare innanzitutto attraverso la rete. Come sai, per molti suoi libri la pubblicazione online — di cui molti editori esteri diffidano per ragioni in fondo ovvie — si è trasformata in una vetrina senza pari. Diciamo che è l’autore che più di tutti ha saputo usare Internet per arrivare a parlare al massimo numero di persone, non solo in patria. Per quanto riguarda i suoi romanzi, ancora è la densità a renderli eccezionali, al limite dello sperimentalismo. Ed è una densità fatta di scienza e di tecnologia (dalla fisica quantistica all’informatica), che non trascura l’ironia e i dilemmi umani, spesso drammatici e scottanti.

Fra tutti, Accelerando è, come dico nella postfazione al volume, un romanzo che vuole ricapitolare tutta la SF precedente, da quella sociologica all’avventura spaziale al cyberpunk. A questo unisce tematiche che non potrebbero essere più attuali come la bioetica del postumano; aggiungerei che, su un altro piano, cerca di riflettere su come lo sviluppo del nostro mondo postindustriale abbia modificato i concetti di individualismo, libertarismo. In fondo, con tutta la sua ironia, Accelerando è anche un romanzo enormemente politico.