La catastrofe, la fine del mondo, o più modestamente un gran bel disastro, è da sempre uno dei temi più affrontati dalla letteratura di fantascienza. Che provenga dall'esterno, come nel caso di La guerra dei mondi di H.G. Wells, che sia causata dall'uomo o da qualche fenomeno naturale, l'idea che la civiltà possa terminare bruscamente e soprattutto l'idea di dover affrontare l'inevitabile "dopo" ha affascinato scrittori di tutto il mondo, che nel corso dei decenni si sono cimentati con l'argomento. Fare un elenco esaustivo di questi romanzi è difficile, e d'altra parte internet esiste per quello; ma dire quali sono i migliori, i meglio riusciti, è ancora più difficile. Prova a fare un elenco il britannico Anthony Horowitz, pubblicandolo sulle pagine online del quotidiano The Guardian.

Horowitz è scrittore e sceneggiatore, noto in patria per aver scritto la serie tv Foyle's War e soprattutto per il ciclo di romanzi young adult basati sul personaggio di Alex Rider, di cui il primo, Stormbreaker, è stato portato al cinema alcuni anni fa. Ultimamente si è dedicato a un nuovo ciclo a metà tra il thriller e il fantasy, The Power of Five, nel cui ultimo romanzo Oblivion (nulla a che vedere con l'omonima graphic novel o con il film in lavorazione) immagina una fine non proprio tranquilla per il mondo. Dal punto di vista dell'autore, Horowitz sostiene che a scrivere di catastrofi si incontrano due problemi: il primo è che, pur partendo da premesse diversissime, si finisce per arrivare sempre allo stesso scenario, che alla lunga diventa monotono; il secondo problema è che ormai qualunque tipo di catastrofe è stata descritta e sviscerata, per cui essere originali sta diventando difficile.

Ad ogni modo ecco la top ten dei migliori romanzi catastrofici, tra l'altro tutti diventati film o in procinto di diventarli, nell'ordine in cui Horowitz li elenca:

La strada di Cormac McCarthy

Non si poteva non iniziare da questo titolo, uno dei più recenti e di maggior impatto narrativo. In effetti la storia di una catastrofe ignota, dopo la quale padre e figlio cercano di sopravvivere, è di quelle che hanno lasciato un impronta forse definitiva sul genere. Horowitz lo definisce breve, bruciante e indimenticabile, ed è difficile non essere d'accordo;

Il giorno dei Trifidi di John Wyndham

Qui si entra direttamente nella storia della fantascienza. La storia del meteorite che rende cieca il novanta per cento della popolazione mondiale e in cui i superstiti devono vedersela con un'invasione di piante carnivore è un must, che per potenza e orrore ha raggiunto vette difficilmente eguagliabili;

L'ultima spiaggia di Nevil Shute

Altro grandioso romanzo, in cui la catastrofe nucleare viene vista con gli occhi degli abitanti dell'Australia che aspettano l'inesorabile arrivo del fallout atomico. La descrizione del modo in cui gli abitanti di Sidney si spengono in silenzio, uno dopo l'altro, è terribile e angosciante;

L'ombra dello scorpione di Stephen King

Un arma batteriologica sfuggita al controllo scatena una pandemia mondiale che stermina la popolazione. Quello che King mette di suo su un pretesto abbastanza scontato è la deriva soprannaturale, in cui la lotta tra fazioni di superstiti diventa l'emblema della lotta tra bene e male. Devastante come i romanzi migliori di King;

Come vivo ora di Meg Rosoff

Un libro catastrofico per bambini sembrerebbe una contraddizione, ma la Rotoff è riuscita a rendere l'immagine dell'Inghilterra devastata da un non meglio precisato nuovo conflitto mondiale attraverso le vicende di due ragazzini innamorati e la loro lotta quotidiana per la sopravvivenza. Secondo Horowitz uno tra i più verosimili romanzi sull'argomento;

Quando soffia il vento di Raymond Briggs

Spostandoci nel campo delle graphic novel ha impressionato questo libro in cui la catastrofe nucleare che colpisce il Regno Unito viene vista attraverso le vicende di una giovane coppia chiusa in un rifugio antiatomico ma ciononostante contaminata e destinata a morte certa. La forza del romanzo, secondo Horowitz, sta nel fatto che la vicenda è interamente circoscritta ai due protagonisti e nulla si sa di ciò che avviene nel resto del mondo;

Le guide del tramonto di Arthur C. Clarke

Uno dei grandi classici del maestro Clarke, il libro, secondo Horowitz, da cui Stanley Krubrick avrebbe dovuto trarre un film. Esseri misteriosi giungono sulla Terra a bordo di enormi astronavi per sottomettere l'umanità e portarla su un altro livello di realtà. Il finale è terribile, e non è bello per gli esseri umani;

The Hunger Games di Suzanne Collins

Grande successo commerciale per un saga ambientata in un America post apocalittica e violenta fino all'estremo; violenza che il film ispirato rende molto parzialmente, secondo Horowitz;

Il passaggio di Justin Cronin

Questa volta il virus letale crea per sbaglio una razza di superuomini semi vampiri (ma dove l'abbiamo già sentita? Forse dalle parti di Richard Matheson...) i quali, decenni dopo lo scatenarsi dell'epidemia, sono ancora in caccia degli ultimi umani asserragliati in una fortezza in Colorado;

La Bibbia

Scelta curiosa, ma se si prende il libro per quello che è, cioé un romanzo fantastico, allora contiene alcune delle sequenze apocalittiche migliori della letteratura, dal diluvio universale alla pioggia di fuoco che seppellisce Sodoma e Gomorra. Horowitz sostiene di essersi ispirato a queste immagini per il suo Oblivion.

Inutile dire che come tutti gli elenchi, anche questo è criticabile e integrabile. Horowitz dichiara candidamente di non essere un appassionato di fantascienza, e in effetti ci sono alcune carenze evidenti, dalla citazione di Il passaggio che non considera Io sono leggenda, all'assenza di classici come L'orlo della voragine di J.T. McIntosh, fine del mondo a base di terremoto globale. Ma su un punto Horowitz ha ragione: immaginare e scrivere di catastrofi pone un problema di originalità non tanto per la partenza, ma per l'arrivo. Come dire che alla fine, la differenza la fa sempre la sensibilità dell'autore e il modo in cui immagina arrivi il "dopo".