La speranza di raggiungere il prolungamento indefinito della vita biologica è vecchia quanto l'umanità stessa. Essa ha attraversato indenne – come le speranze relative, mai soddisfatte, del genere umano – tutte le ere dando, di volta in volta, illusioni apparentemente più concrete delle epoche precedenti, finendo poi per annegare anch’essa, puntualmente, nel disgregamento fisico, psichico, molecolare che culmina con il disfacimento, con la polvere, con la putrefazione; ciò pur se le dottrine occulte, alchemiche e spirituali indicassero, di volta in volta, la corretta strada da seguire.

Ultimi tra i profeti di una facile avventura nelle ere future della vita biologica prolungata, ma con tutt'altro piglio e conoscenza, sono stati gli scrittori di fantascienza, i quali con cieca fiducia hanno sempre mostrato di intravedere un percorso che in epoche più o meno prossime avrebbe garantito l'eterno, di volta in volta sotto forma fisica (magari trasmigrando da un corpo a un altro) oppure sotto forma software, gassosa, quant'altro; ma soprattutto sotto forma – e questo grazie al Cyberpunk – di un miglioramento strutturale del corpo. È questa la scuola del cosiddetto postumanismo che ha spalancato nell'immaginario collettivo le porte delle protesi da innesto e della quotidianità della tecnologia genetica, dando come risultato un uomo complesso e davvero evoluto, quasi non più un uomo ma un essere superiore, un superuomo con connotati, però, intrinsecamente tecnologici, cibernetici, capace di comprendere e conquistare parte dell'incomprensibile semplicemente perché potenziato nella capacità di valutare e nella potenza fisica, nella resistenza, nell’attitudine a vivere nello spazio profondo.

Sono decenni ormai che la teoria fantastica del postumanismo è corroborata da una copiosa letteratura scientifica di supporto, la quale ha fatto – per la verità – da base vera e propria per i voli pindarici descritti da tutti coloro che hanno narrato del postumanismo in forma letteraria. Ma chi sono davvero questi teorici scientifici? Di cosa scrivono attualmente? Qual è lo stato del possibile potenziamento umano, ora?

Transumanisti. Questo è il loro nome. È la parte prosaica del postumanismo che si prodiga nelle analisi logiche e fattuali del pensiero umano, della fisica (newtoniana e quantistica); tutto il loro universo è immerso nella tecnologia attuale, ma apparentemente futura, che permea ogni nostro atto.

In quest'ottica ho letto Semi-Immortalità, dell'editore Lampi di Stampa, scritto da Antonella Canonico e Gabriele Rossi. I due, affiatati nel lavoro come nella vita, sono degli esperti rispettivamente di psiconeurofisiologia e intelligenza artificiale, e hanno fondato circa 30 anni fa gli iLabs, una factory milanese dove si sperimenta quotidianamente un collettivo di discipline filosofiche e scientifiche, matematiche e tecnologiche, che unite insieme da una visione che potremmo definire “connettivista” giungono a interessanti conclusioni, come la quarta di copertina lascia presagire:

Può un libro allungare la vita? Forse no, ma il percorso in esso contenuto indica la strada privilegiata per raggiungere ciò che, in senso provocatorio, si può definire "Semi-Immortalità". Gli autori del volume, uniti nella vita e nella professione, sono pronti per far conoscere al pubblico i risultati delle loro sperimentazioni svolte nei laboratori di ricerca iLabs, attivi a Milano dal 1977. Il volume affronta in modo correlato argomenti che la nostra cultura, di solito, tratta in ambiti separati (intelligenza artificiale, psiconeurofisiologia, nanotecnologie e genetica); questo inedito approccio permette di ottenere una visione completa e coerente di un percorso che condurrà al "prolungamento indefinito della vita". Il saggio, oltre al preludio e al finale, è strutturato in tre parti centrali in cui le varie discipline sono trattate dal punto di vista scientifico, filosofico e declinate in alcuni progetti di ricerca attivi presso gli iLabs. Un libro non comune che potrebbe contribuire a modificare in modo rilevante molti aspetti della nostra società.

Dando uno sguardo all'indice del tomo in questione – ben 632 pagine – si possono scorgere argomenti come “Universo fisico – Modellazione della realtà fisica – Nanoscienze - Genetica”, Intelligenza artificiale”, “Meccanismo dell'apprendimento”, “Autoreferenza”, “Psiconeurofuisiologia – Sistema nervoso, immunitario ed endocrino”, “Autoreferenza nella cura delle malattie”, “Funzionamento della mente – Modelli di riferimento – I tre moduli di ragionamento base – Modificazioni biologiche indotte da stati mentali – Interazioni tra il modulo emozionale e i tre moduli di ragionamento”, “Matematica del pensiero”, “Filosofia della semi-immortalità – Etica – Estetica – Società”, “Tecnologia della semi-immortalità – La cellula – La misura del corpo – La misura della mente”. È come scoperchiare un enorme calderone in cui i due autori si sanno destreggiare bene con convinzione ma, soprattutto, con la forza delle loro idee che, è giusto dirlo per sgombrare il campo da qualsiasi interpretazione errata, nascono da un continuo confronto non derivato da nessun tipo di fede; in altre parole, nessun dogma, ma un ininterrotto ragionare e confrontare evidenze, pensieri, atti assolutamente pragmatici che generano un insieme assolutamente atipico, in cui possono benissimo convivere concetti religiosi – o addirittura cristiani – con filosofie materialiste in cui s'insinuano filamenti di mistica e tecnologia avanzatissima, in cui dottrine economiche apparentemente ciniche dettano il passo all'avanzamento della postumanità.

In sostanza - ma molto in sostanza, eh - i due autori affermano con ragionevole convinzione – non un dogma, quindi; non una previsione – che se si arriva il più possibile integri fisicamente e, quindi, psicologicamente al 2.030 si potrà poi attendere il 2.060 dove, verosimilmente, la tecnologia – la singolarità tecnologica – potrà portare credibilmente quella che una volta era definita umanità verso un regime di cura sempre più precisa delle malattie, in un turbine di presa di coscienza di sé, delle potenzialità del sé, della capacità di cura che la mente umana – o dopo, postumana – già opera e potrà operare ancor meglio sull'organismo evoluto, anche tramite sedute intense di meditazione, in un crescendo di consapevolezze minimali e meccanismi di autocura che agli inizi del '900 vedeva in George Groddeck, con il suo Libro dell'Es, un valido alfiere della teoria olografica del tutto influenzato dal tutto, del tutto in grado di comprendere il tutto, del tutto in grado di operare sul tutto.

È, questo, un modo nuovo (per l’uomo tecnologico, intendo) di annodare le conoscenze umane, tutte. Un modo rivoluzionario, connettivista – sì – per mischiare le carte in tavola ferme in una posizione stantia, cieca, non più obiettiva né costruttiva. A corredo di tutto questo teorizzare e dimostrare, alla fine del volume potrete trovare le biografie di 100 personaggi significativi (dal punto di vista transumanista) che hanno attraversato l'intero arco della storia umana (cito a caso Darwin, Freud, Platone, Gesù di Nazareth, Leonardo da Vinci, Descartes, Jung, Popper, von Neumann, Feynaman e, anche, William Gibson); questi personaggi sono intesi come delle pietre miliari in grado di indicare il percorso verso la postumanità, verso la semi immortalità quasi definitiva, verso il completo cambiamento di mentalità della nostra razza che dovrà uscire dal pantano di una limitatezza strutturale e cognitiva che attualmente tarpa le ali a ogni evoluzione davvero illuminata. Tutte queste biografie, poi, fanno da sfondo naturale a una poderosa bibliografia multidisciplinare che percorre e impreziosisce l’intero saggio.

Essere transumanisti diventerà quasi un obbligo, dopo 632 pagine. Non un dogma ma una convinzione che ogni giorno, per ogni evento, dovrà essere sempre ricalibrata sulla base di un ragionamento continuo, scevro da ogni benda ideologica; bisognerà avere la forza di uscire dai solchi dell'abitudine e della consuetudine consolidata, altrimenti non avrà senso vivere una semi-immortalità cristallizzata in una pigra continuità sempre uguale, vecchia, morta.