Anche la saga cinematografica degli X-Men sembra avere trovato la sua fine - peraltro - 'ingloriosa'.

Scritto da Simon Kinberg, già autore dei mediocri Mr.& Mrs.Smith, e de I fantastici quattro, il film soffre dei problemi delle altre sceneggiature realizzate anche solo parzialmente da questo sceneggiatore: confusione, caos, battute facili e superficialità caratterizzano script elementari senza emozioni e vere sorprese.Inoltre alla serie non sembra avere affatto giovato il cambiamento di regista con Bryan Singer andato ad occuparsi della nuova avventura cinematografica di Superman.  Brett Ratner dimostra di non avere avuto tempo sufficiente per entrare nello spirito della saga, andando da un lato ad innovare, dall'altro a imprimere un proprio stile distinguibile, ma ancora in linea con quello del suo predecessore.Frettoloso, confusionario, con più di un buco di sceneggiatura, X-Men 3 è un film che oltre a stravolgere la timeline dei fumetti, si prende alcune strane libertà, sacrificando le atmosfere eleganti e insolite dei primi due capitoli.  Ratner, regista di azione, privilegia questo elemento alla costruzione psicologica dei personaggi. Vengono introdotti dei nuovi X men, ma chi siano o cosa facciano è davvero difficile dirlo se non si è letto mai il fumetto. Beast è l'unico che ha un po' più di spazio, mentre Magneto torna ad essere un cattivo come tanti, e Wolverine è l'unico personaggio che appare come più definito e pacificato psicologicamente, forse, perché lo Studio vuole puntare in futuro ad uno spin off incentrato sull X man interpretato da Hugh Jackman. Per il resto possiamo dire che muoiono alcuni personaggi chiave, mentre altri perdono i loro poteri in seguito ad una cura che gli uomini hanno sviluppato per privare i mutanti dei loro superpoteri. Un siero inventato dal padre di Angel, per impedire che il figlio si senta emarginato. In questo senso il valore metaforico del film è evidente: una lotta contro la maggioranza che vuole curare la minoranza, un simbolo di tutte le sopraffazioni portate avanti contro qualsiasi diversità. Visivamente interessante a tratti, questo terzo capitolo di X-Men manca di pathos e di forza immaginifica. Tutto è ridotto e semplificato con superficialità, mentre gli effetti visivi prendono più spazio rispetto alla narrazione. Peccato. L'unica cosa che c'è da augurarsi è che un quarto capitolo - magari incentrato sulle avventure dei nuovi supereroi - entri presto in cantiere. Scritto da altri e diretto da un regista che abbia amato davvero il fumetto e ne abbia compreso lo spirito e le potenzialità fino in fondo.

Tanto spettacolo senza ispirazione lascia il tempo che trova, soprattutto perché il secondo film - con la morte di Jean Grey tornata in questo capitolo con il nome di Phoenix - lascia decisamente il tempo che trova...