Tra le varie manifestazioni americane a base di cinema-tv-fumetti-ecc, su tutte spicca il Comic-Con di San Diego. In attesa del super evento di questa estate, gli occhi del pubblico e delle major si sono rivolti ad Anaheim, in California, per il Wondercon, che si è tenuto nel week-end di Pasqua. Uno dei nomi su cui più si è focalizzata l'attenzione è Simon Kinberg, lo sceneggiatore che in pratica svolge lo stesso ruolo di Joss Whedon in casa Fox, ovvero creare un universo fumettistico omogeneo, in cui possano coesistere i vari personaggi di cui la major possiede i diritti.
Il titolo che più attira l'attenzione, a parte l'imminente X-Men: Giorni di un futuro passato, è il reboot dei Fantastici Quattro, il cui cast ha di per sé aperto la strada a molte teorie, ma anche a dubbi.
Intervistato da Crave on line, Kinberg ha raccontato: "Questo reboot avrà un tono più realistico, sporco e verosimile rispetto ai due film precedenti. Se dovessi fare un paragone, si situa tra Spider-Man e Chronicle. Gli altri film erano ben oltre quella fascia d'azione e con un lato comico più pronunciato di quello di Spider-Man".
A quale Spider-Man si riferisca diventa ovvio subito dopo: "Lo Spider-Man di Sam Raimi, non The Amazing Spider-Man. L'istinto di Josh Trank (il regista del reboot) è di essere il più vicino alla realtà possibile, avere i piedi ben piantati nel realismo. Direi che è più un dramma che una commedia".
Ci tiene però a sottolineare: "È sempre dalle parti di Spider-Man, non è Il cavaliere oscuro. Anche Chronicle aveva aspetti divertenti. Quello che stiamo realizzando è un film sulle origini dei Fantastici Quattro, per cui anche se nei capitoli seguenti ci saranno avventure più spettacolari, in questo capitolo vogliamo essere il più scientifici possibile e dare l'idea che possa succedere nel nostro mondo, prima di proiettarci in altri universi".
In un'intervista con Den of Geek, lo sceneggiatore ha anche sottolineato: "Stiamo sicuramente raccontando una storia più giovane rispetto a quella dei film precedenti. Dipende da quale fumetto leggete, la versione Ultimate racconta questa storia. Quindi sì, è una storia sulle loro origini e li segue prima che scoprano cos'è davvero un supereroe". Per quanto riguarda l'età: "Hanno superato la high school, ma non si sono ancora affacciati al mondo. È il racconto del passaggio dalla giovinezza all'età adulta".
Verranno mantenute le origini classiche, ovvero il bombardamento dei raggi gamma durante un viaggio nello spazio? "Esiste un archetipo classico sul modo in cui ottengono i loro poteri e questo nuovo film ha a che fare con una specie di viaggio scientifico."
Infine, ecco l'ultimo tassello del puzzle: L'attore inglese Toby Kebbell (Prince of Persia, Dawn of the planet of the apes) è stato confermato da Variety come il nuovo volto dietro la maschera del Dottor Destino. E la Fox deve avere una gran fiducia in questa nuova saga, visto che ha già fissato la data del sequel: il 14 luglio del 2017.
Ma prima che il secondo capitolo prenda forma, dovremo scoprire come saranno questi nuovi Fantastici Quattro, quando arriveranno nelle sale il 19 giugno 2015.
3 commenti
Aggiungi un commentoSinceramente i primi due F4 non erano certo dei capolavori Marvel cinematografici, ma qui secondo me c'è dell'ottimo materiale per fare molto peggio! Gli attori scelti, praticamente e personalmente non ce ne vedo uno nei panni dei F4...ma poi perchè uno di colore, che dovrebbe esse la Torcia...??.....e allora perché non un asiatico? O un indiano Apache? O un eschimese?..inoltre come super nemico i F4 non avevano solo il Dottor Destino!!....che tristezza!
Nutrire dei pregiudizi non è mai una bella cosa.
Cionondimeno rivendico il diritto di nutrirli.
Ho una vagonata di pregiudizi verso questo film.
Ennesima ripresa da capo - con tanto di boiate etniche -con la sottopseduto scusa che in questo caso ci si rifarebbe all'universo Ultimate.
Per tale ragione ci starò lontano (come ho fatto con i nuovi Spiderman)
Il punto è che ci dovremo tragicamente abituare.
Nel mondo dei fumetti gli eroi Marvel vivono in eterno. Nel mondo cinematografico ogni tot li devono rimpiazzare con i giovani di turno. Ed anche gli spettatori cambiano e invecchiano.
Non potendo fare ricorso ad una continuity generazionale, si resetta tutto e si riparte da capo.
Complice di grande portata, il fatto che le idee sembrano pochine.
E questo nonostante le centinaia di albi che consentirebbero praticamente di imbastire intere storie...in certi casi anche senza far mai togliere la maschera ai protagonisti.
Premesso che le critiche alla qualita' dei film ci sta, la verita' e' che nei fumetti i personaggi non sono immutabili.
Non cambiano i personaggi (attori) ma cambiano i disegnatori e gli scrittori e situazioni e personaggi, temi, poteri, linguaggio cambiano con i tempi e con il crescere dell' eta' dei lettori (salvo poi tornare indietro quando i lettori diventano "troppo vecchi" e dunque limitati in numero rispetto alle potenzialita' di un ampio parco lettori piu' giovane).
Peter Parker, per dire, ha piu' volte cambiato fisionomia, eta', stato sociale (celibe, sposato, ad un certo punto vedovo mi pare di ricordare ecc), costume e poteri.
Addirittura origini.
E non mi riferisco alle versioni alternative (2099, Ultimate, Chapter One, piu' varie saghe) ma proprio alle evoluzioni sulle testate principali a volte addirittura differenziando un po' lo stile grafico e tematico nello stesso tempo di testata in testata (oggi non saprei dire quali sono le collane dedicate all' Uomo Ragno, ma la storica e' Amazing e nel tempo Web of Spiderman, Peter Parker the SS e Spiderman offrivano tutte versioni lievemente o profondamente differenti dello stesso eroe: ovviamente le differenze non erano cosi' profonde, ovviamente, come quelle tra il PP di Steve Ditko e quello di pochi mesi dopo di John Romita Sr cosi' come ancor piu' profonde sono quelle tra Romita Sr e Romita jr o Romita sr e Todd McFarlane).
Comunque le critiche ai film ci stanno: non e' che sia una schifezza il primo film del nuovo corso e capisco anche il senso di una ripartenza sul pulito che spersonalizzi il personaggio dal taglio molto personale dato da Raimi (molto legato ai volti degli attori ed allo stile scelto dal regista), pero' tutto quell' indugiare sugli aspetti da giuovane dei tempi nostri un po' fighetto dandy o come li chiamano oggi ed un po' sfigato che pero' alla fine la pupattola bionda la cattura ed un po' di mosciaggine di contorno fanno cascare le braccia per terra.
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