Pensiero Stocastico

di Roberto Quaglia

quaglia@fantascienza.com

Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e delle foto porno su Internet

Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.

A tutti gli effetti, a me sembra proprio un miracolo, ovvero un fenomeno decisamente inspiegabile. Sto parlando dell'effetto moltiplicatore di Internet. Qualsiasi cosa finisca su Internet, essa tende a riprodursi. Io scrivo un articolo divagando a casaccio su ciò che mi pare e lo metto su Internet. A questo punto il mio scritto è solo in due posti: nel mio computer di casa e sul server su Internet che mi ha dato lo spazio sul Web. Dopo un po', il mio articolo si è riprodotto ed alloggia felicemente in centinaia di computer in giro per il mondo, e a fare cosa in quei computer non si sa. Cosa c'è di strano, vi state chiedendo? Tutto. Se squarciate i veli della vostra abitudine mentale vedete come ciò che ad uno sguardo distratto appare del tutto normale è invece del tutto pregno di un intensissimo mistero.

Esiste infatti un principio in base al quale tutto quello che finisce su Internet inizi subito a riprodursi? Gli scienziati sono avvezzi a ricercare principi in base ai quali i fenomeni avvengono. Dobbiamo quindi avere un certo rispetto per i principi, pure se è importante non prenderli troppo sul serio. E qual è allora il principio che spinge ciò che mettiamo su Internet a moltiplicarsi indefinitamente?

Di solito, l'autoriproduzione è un fenomeno connesso alla vita. Anche se lasciata lì per un milione di anni, una pietra tende a non riprodursi. Mettete un maschio e una femmina della stessa specie da soli in una stanza, e dopo un po' è probabile che si siano riprodotti. Su Internet, la riproduzione avviene anche più in fretta che nelle nostre stanze e la proliferazione può rivelarsi straordinariamente veloce. Sembrerebbe quasi che qualsiasi cosa finisca su Internet sia improvvisamente viva. Si tratterebbe naturalmente di una forma di vita asessuata, la cui riproduzione avverrebbe per una sorta di progredita partenogenesi. Viene però da chiedersi: come fa una stessa cosa per esempio il mio articolo - a non essere viva quando è nel mio computer ed improvvisamente essere tale dal momento in cui è su Internet? E se quella cosa è viva già prima di finire su Internet, perché non si riproduce? Perché le cose che si riproducono su Internet lo fanno solo lì?

C'è una gran puzza di miracolo, in questa faccenda, ma come sempre avviene quando si vive nella puzza dopo un po' ci si abitua e non la si sente più.

La vera categoria semantica a cui appartiene il miracolo è secondo me quella del mistero. Il fatto che ad un miracolo partecipi o meno un'entità trascendente è a mio avviso del tutto accessorio. Il fulcro del miracolo è infatti il mistero che esso rappresenta. E a chiunque non sia del tutto rimbecillito Internet appare oggi come uno dei misteri più nuovi ed intriganti che si manifestino ai sensi dell'umanità. La facoltà di percepirne il mistero ci è in buona parte data dal fatto che Internet è un'entità nuova, sorta come d'incanto nel giro di pochissimo tempo. In virtù della novità, il filtro dell'abitudine non ha ancora perfezionato il proprio sporco lavoro di fare piazza pulita del mistero che le cose naturalmente contengono. Tutto è infatti notevolmente misterioso agli occhi di chi non si lasci intimorire troppo dalle proprie abitudini mentali. In effetti il mistero probabilmente è - in qualche misura misteriosa il principio stesso dell'evoluzione.

Siano esse vive o non vive, le cose che finiscono su Internet tendono a riprodursi, e nessuno mi toglie dalla testa che si tratti di un bel mistero. Ovvero un miracolo. Mediante Internet, il celebre miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci diviene un giochino da ragazzi. Qualsiasi studentello che voglia cimentarsi nel Padre di Tutti i Miracoli ha solo da prendersi qualche megabyte di spazio gratis su Geocities, metterci alcune fotografie di pani e di pesci e aspettare. Dopo un po', con tutta probabilità, i suoi pani e i suoi pesci avranno iniziato a moltiplicarsi da soli. Nel caso che ciò tardasse ad avvenire, sarà sufficiente che lo studentello segnali le proprie paginette ad Alta Vista, ed in capo a due giorni un fiume di ciberviandanti o se non altro qualcuno confluirà sulle sue pagine ed i pani e i pesci compariranno su molteplici monitor sparpagliati per il mondo finendo tutti nel contempo registrati sui rispettivi dischi rigidi, in obbedienza al Principio Sacro della Cache Su Disco Inevitabile e Imprescindibile. Ed ecco quindi i pani e pesci moltiplicati senza sforzo, e ridistribuiti Ovunque secondo Incipiente Ubiquità.

Il miracolo riesce anche meglio usando, al posto dei pani e dei pesci, alcune foto pornografiche.

Per motivi lontani ed archetipici, le foto pornografiche manifestano su Internet una vitalità riproduttiva straordinariamente più spiccata di qualsiasi pane e di qualsiasi pesce. Anche i miei migliori articoli di Pensiero Stocastico sono praticamente sterili rispetto alla più banale e triviale delle foto porno.

Se l'animo dello scienziato cova nella vostra testolina curiosa, emulate lo studentello di cui dicevo e mettete sulle vostre pagine gratuite di Geocities, affianco alle foto dei pani e dei pesci anche un tipico esemplare di foto pornografica. Ai fini della buona riuscita dell'esperimento si suggerisce di utilizzare una foto di vostra produzione, di modo che possiate poi dirvi certi che la proliferazione sia effettivamente partita dalla vostra pagina e non d'altrove. Non abbiate il timore di commettere un atto di narcisismo o di esibizionismo; è un sacrificio imposto dalle necessità del rigore scientifico. Cosa non si fa per una dimostrazione empirica!

In alternativa o comunque a premessa del vostro esperimento, un paio di esempi pratici del passato non guastano: qualche tempo fa qualcuno da qualche parte presumibilmente sottrasse a qualcun altro una videocassetta contenente alcune scene esplicite di un rapporto sessuale della attricetta americana Pamela Anderson, nota protagonista del prestigioso telefilmucolo Baywatch, assieme ad un uomo tutto tatuato che gli esperti in cazzate riconoscono come il suo fidanzato ufficiale. Alcuni brevi spezzoni di tale documentario furono immessi da un burlone su Internet, un po' come nell'esempio dei pani e dei pesci di poco fa. Ebbene, nel giro di pochi mesi quei singoli spezzoni si sono clonati in migliaia e migliaia di siti Internet e presumibilmente in milioni di computer casalinghi per tutto il globo terrestre, tanto che oggi il futuro più probabile (e forse anche conveniente) di Pamela Anderson è quello della pornostar. Che senso ha tutto ciò? Un altro noto esempio è dato dal momento topico della gloriosa morte della principessa Diana. Comparve su Internet una foto intitolata Morte di una Principessa, nella quale si intravedeva una persona con le sembianze di Diana agonizzante in un groviglio di lamiere automobilistiche. Anche tale foto si riprodusse con una virulenza straordinaria, nonostante i telegiornali ipocriti che la mostravano in pseudo-esclusiva ed i quotidiani ipocriti che la sbattevano in prima pagina evitassero deliberatamente (e con vanto!) di indicare l'indirizzo Internet dal quale essi l'avevano prelevata, sostenendo che la scelta di non indicarlo era il frutto della loro ferma condanna del fatto che tale fotografia venisse mostrata pubblicamente e sostenevano naturalmente questo mostrando tale foto pubblicamente per strada e in tivù a tutti, tutti, tutti, anche a coloro a cui essa non interessava per nulla. La foto si rivelò successivamente un falso, la qual cosa rese ancora più miracolosa la moltiplicazione che di essa spontaneamente si verificò, e non meno ignobile e ipocrita il comportamento nell'occasione dei giornalisti anzi, forse, un tantino di più. I curiosi dell'ultima ora possono oggi ammirare tale fotografia nel sito di un mascalzone di mia conoscenza, che si cela esattamente dentro questo ipertesto.

Ebbene, la domanda è: chi è che ha fatto tutto ciò? Chi è che ha riprodotto milioni di volte alcune immagini di per sé incredibilmente insignificanti?

La risposta migliore è: nessuno.

Tali immagini si sono riprodotte da sole.

Certo, trovare delle spiegazioni alternative è facile, ma le spiegazioni servono per eliminare i misteri, non per comprenderne i termini essenziali. E' elementare argomentare che c'è una catena di azioni da parte di concreti esseri umani alla base di ogni cosa che avviene su Internet. Se tuttavia le singole azioni sono (o sembrano) facilmente spiegabili, assai più inesplicabili si fanno i quesiti quando si cerca di comprendere il senso degli eventi nel loro insieme macroscopico. E negare l'esistenza di una dimensione olistica di un fenomeno clamoroso come quello di Internet significa peccare del riduzionismo più miope.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci e soprattutto delle immagini porno su Internet è un fenomeno decisamente metafisico, almeno quanto il Padre di Tutti i Miracoli, l'originale moltiplicazione dei pani e dei pesci di biblica memoria.

In realtà, a pensarci bene, l'odierno fenomeno è decisamente più metafisico rispetto all'antico archetipo. Un conto è infatti un miracolo che succede una volta e poi basta, un altro è un miracolo che tutto d'un tratto inizia a succedere e da quel momento non la smette più. Provate infatti ad introdurre su Internet una fotografia ritraente voi ed il vostro partner in atteggiamento intimo inequivocabile, e poi provate a farla sparire da Internet. Se appena appena la vostra fotografia ha iniziato a riprodursi prima che voi la rimuoviate, essa è già e per sempre sfuggita al vostro controllo. Per anni e per anni e forse decenni o secoli o millenni o anche di più voi e i vostri discendenti potrete sempre imbattervi, un giorno o l'altro, in quella stessa immagine o piuttosto, in uno degli innumerevoli cloni di quella stessa immagine. Qualcuno si azzarda ancora a sostenere che non ci sia nulla di strano e misterioso in tutto ciò?

Internet è uno strano mostro immateriale che si nutre dei milioni di immagini, parole e suoni che in misura sempre maggiore l'umanità ogni giorno vi riversa dentro, immagini parole e suoni che Internet indefinitamente rumina senza mai digerire nelle proprie inesistenti viscere risparpagliandoli poi in giro a casaccio dopo averli moltiplicati e rimoltiplicati a piacere. Niente male per una cosa, Internet, che per altri versi non esiste affatto, vero?

Secondo me il Figlio di Tutti i Miracoli ha già superato l'opera del Padre.