Il mondo è irreversibilmente cambiato dopo lo schiocco di dita di Thanos e la conseguente sparizione e riapparizione di metà della popolazione ed è tornato ad una inquietante normalità. Le guerre si combattono anche in medio oriente e i gruppi di terroristi si organizzano dietro alle maschere più disparate.

In questo scenario di guerra, che caratterizza e attualizza le storie del capitano più famoso d’America dal 1941 (su carta), i Flag Smashers, un gruppo di super soldati disorganizzati con seguaci in tutto il globo con metodi sbagliati e anticonvenzionali credono di stare dalla parte giusta, rubando come dei novelli Robin Hood beni e medicinali per aiutare le persone sopravvissute allo “snap” lasciandosi dietro scie di sangue e terrore.

Toccherà a Sam Wilson (Anthony Mackie) e a James “Bucky” Barnes (Sebastian Stan) “salvare la giornata”. Sam combatte con i problemi di tutti i giorni, una sorella indebitata e una vita da militare alato, osteggiata dalla burocrazia. “Buck” fa i conti con i suoi incubi. Il passato lo tormenta. Nonostante sia cosciente di non essere mai stato responsabile delle sue azioni condotte come Soldato d’Inverno (la sua identità da killer, era vittima di un condizionamento mentale) costretto a seguire delle sedute psichiatriche, ripercorre le orme delle sue vittime ed è costretto a fare i conti con il suo essere all’apparenza un ragazzo giovane  ed emarginato ed avere i suoi 106 anni.

L’altra questione al centro della serie gravita intorno all’eredità dello scudo di Vibranio che Steve Rogers, Captain America, aveva affidato a Sam designandolo come suo successore, un arma bianca simbolo di pace e speranza.

La prima puntata della serie si apre con “un errore”: Sam non se la sente e decide di cedere lo scudo al governo, lo lascia nella teca di un museo, per ritrovarlo però nelle mani di uno sconosciuto addestrato per essere il “nuovo” Captain America, John Walker. Dopo essersi guadagnato l’odio di Bucky, per questo, i due formano una squadra in solitaria per fermare i criminali e sono costretti ad una alleanza (potenzialmente fatale) con il loro arci-nemico il Barone Zemo (Daniel Bruhl) l’unico in possesso della pista chiave per arrivare alla soluzione ai loro problemi. Zemo viene finalmente scritto come un viziato a cui il carcere di massima sicurezza non ha lasciato troppe insicurezze, lo vediamo in una veste inedita, esilarante (molto diverso da come lo avevamo conosciuto e lasciato in Captain America: Civil War, 2016).

I due eroi lasciano una pista a Walker, per combattere gli stessi nemici, e si trovano coinvolti in una sfida contro il novellino che deve provare a tutti i costi il suo valore.

Dopo lo straordinario successo della prima serie Marvel approdata su Disney+, Wandavision, The Falcon and the Winter Soldier vanta una lunghezza di 12 episodi, una forte base da cui partire e degli effetti speciali ad alto budget (170 milioni di dollari) la sua forza sta nell’aver messo insieme due personaggi agli antipodi, uno è il vecchio amico del Capitano, l’altro è il nuovo che gli ha mostrato il mondo dopo lo scongelamento. Con il soggetto di Malcolm Spellman e la regia di Kari Skogland e sue scene “memabili” (Zemo che balla in discoteca è su tutti i social media) le citazioni continue e l’apparizione di personaggi già incontrarti si prospetta una bomba ad orologeria. Qualche dubbio che potendo contare su una sceneggiatura meno “celebrale” della serie precedente, più azione e tempi troppo dilatati porta i fans a chiedersi se rispetterà le aspettative, eppure l’impatto è stato notevole, nel bene e nel male. Se da una parte i due protagonisti, portano delle tematiche importantissime sulle loro spalle (Sam è il volto dell’america nera, Bucky si conquista l’empatia del pubblico con la sua deprimente tristezza) il passaggio di testimone non è piaciuto. L’attore che interpreta John Walker, Wyatt Russell è stato vittima (negli States) di quel fandom tossico che non sa distinguere un personaggio fittizio dall’attore che gli presta il volto, ricevendo minacce gravi su twitter a testimoniare quanto certi appassionati che credono di condividere gli ideali del Capitano, non hanno assolutamente colto il messaggio di tolleranza e uguaglianza da lui portato. Chi impugnerà lo scudo alla fine dei giochi lo vedremo, resta una scelta coraggiosa quella di ribaltare il finale di Avengers: Endgame (2019), una novità che porta inevitabilmente gli spettatori ad apprezzare due personaggi finalmente usciti dall’ombra dell’ingombrante figura del buon patriota.