Sogno o realtà? Per Steven Grant non c’è nessuna differenza.

Steven è un egittologo e lavora al gift shop della National Gallery di Londra. Passa la giornata a compilare l’inventario e prezzare i souvenir ma ha l’ambizione di diventare una guida turistica. Tuttavia, nonostante la sua eccellente preparazione che vanta una minuziosa conoscenza della materia, Donna, il suo capo, non vuole saperne di concedergli una promozione.

Pur di non abbandonare, mummie, canopi e geroglifici, tutti i giorni si sveglia e si reca sul posto di lavoro. La monotonia è talmente opprimente che ogni piccola variazione di programma sollecita la sua attenzione. Steven  vive in un modesto e disordinato monolocale, prima di andare a dormire si allaccia al materasso, perché soffre di diversi disturbi del sonno, un giorno si sveglia e tra le altre vicende assurde vissute nel dormi-veglia si accorge che il suo pesce rosso ha una pinna in più.

Nell’ombra Arthur Harrow un santone che predica la morale di una antica dea egizia dal volto di coccodrillo Ammit, raduna seguaci.

Egli è convinto che i peccati debbano essere puniti con la morte ancor prima di essere stati compiuti e ha un bastone magico con cui “soppesa” come su di  una bilancia le anime dei condannati, portandosi dietro una scia di cadaveri. Egli è alla ricerca di un amuleto, uno scarabeo d’oro che funziona come una bussola. Lo scarabeo è nelle mani di Steven ma soltanto nei suoi sogni. Steven perde la cognizione del tempo comincia ad avere delle allucinazioni sempre più vivide, manca agli appuntamenti, la sua vita va a rotoli, chiama sua madre tutti i giorni, non ha fortuna in amore e il suo unico amico è un tipo che si guadagna da vivere facendo la statua vivente.

Tutto cambia quando specchiandosi, sente la voce di un altro se stesso, una seconda personalità, una seconda identità, il suo opposto, serio risoluto, forte, un individuo che vive dentro di lui si chiama Marc. Egli combatte i mostri del suo subconscio. Letteralmente. Marc sostiene di essere l’avatar del dio egizio Khonsu che prende il controllo del suo corpo quando si tratta di entrare in azione. Il confine tra la follia e la fantasia di Steven diventa inesistente specialmente quando la sua mente crea mostri e contro voglia lascia che sia Marc a combatterli e tutto sembra paradossalmente reale. Tranne la quotidianità devastata da queste assurde astrazioni.

Layla una ragazza determinata a trovare il marito scomparso, tempesta Steven di telefonate. La situazione precipita quando si passa dallo scenario urbano di Londra alle suggestioni dell’Egitto, cuore pulsante di questa serie.

Il regista Mohamed Diab durante la conferenza stampa ha dichiarato: Come egiziano, vedo che nei film occidentali i personaggi mediorientali vengono “disumanizzati” (si chiama orientalismo). Attraverso il personaggio di Layla, molto “umano”, abbiamo voluto che si percepisse un personaggio vero, una persona normale, perché l’Egitto è Egitto e perché nel 90 percento dei casi dei film anche recenti l’Egitto non è Egitto. 

Ha aggiunto: Immaginate Parigi con il Big Ben di sfondo: è così che vediamo rappresentato il nostro paese, fa ridere ma fa anche male.

L’attrice protagonista May Calamawy ha descritto la sua Layla come un personaggio forte che combatte perciò in cui crede ma anche vulnerabile e spaventata.

Il punto debole sembra essere l’antagonista (molto piatto dal punto di vista di ciò che si può dedurre di lui solo dai primi quattro episodi), tuttavia l’interprete Ethan Hawke lo ha descritto come un personaggio che nonostante dia l’impressione di essere in folle non può esserlo davvero perché il punto focale della serie è il fatto che questa volta è l’eroe ad essere pazzo, suggerendo una sua possibile evoluzione.

La serie poggia sulla reale capacità di Oscar Isaac di interpretare diversi personaggi contemporaneamente restando credibile. Ha dichiarato di aver accettato il ruolo perché “incentrato sul vero dramma interiore del protagonista”, personaggio che a detta del produttore esecutivo Grant Curtis è da sempre nel mirino di Kevin Feige.

Alla domanda esplicita sul perché scegliere proprio la fase 4 dell’MCU ha risposto: Ripercorrendo la strada a ritroso la sua prima storia è apparsa in Werewolf by Night nel 1975. Dopo ha orbitato intorno all’universo Marvel per i successivi cinque anni e ha trovato il suo posto 1980. Quando ci guardiamo indietro  e ripensiamo agli sceneggiatori che hanno lavorato sulle pagine di Moon Knight penso che si possa vedere come naturalmente abbia confluito nell’Universo Cinematografico Marvel. Nei tempi giusti. E ora il pubblico potrà vedere con i propri occhi perché abbiamo scelto proprio questo momento per presentarlo.

La serie che conta sei episodi ed è cominciata il 30 marzo su Disney+ con un rilascio settimanale ogni mercoledì (dalle ore 9.00 del mattino). Interessanti i costumi e pensati i brani scelti per integrare la colonna sonora di Hesham Nazi al netto di un CGI discutibile. Abbiamo difronte una serie totalmente differente dalle altre quattro presentate ma altrettanto interessante.