All’ingresso, uscieri che indossavano camicie di seta lilla per lo più sbottonate e pantaloni stretti controllarono i nostri biglietti. Assomigliavano tutti a Tom Cruise, cosa che sarebbe andata benissimo anche se non si fosse trattato di Hollywood.Il sesso era stato uno dei cardini su cui ruotava l’occultismo fin dall’epoca vittoriana. Metà del richiamo delle prime sedute medianiche attorno ai tavolini a tre gambe erano stati gli “spiriti” femminili con indosso dei veli sottili e nient’altro che si levavano in maniera tentatrice tra il pubblico maschile, annebbiando le lenti dei loro occhiali e impedendo loro di pensare lucidamente.Sir William Crookes, il famoso chimico inglese, era rimasto così inebetito dalla figlia molto sexy di un medium chiaramente imbroglione da mettere a repentaglio la sua reputazione scientifica sulla dubbia autenticità dell’occultista, e al giorno d’oggi non sorprende che molti dei medium veicolatori siano maschi portati a indossare abbigliamento alla Rodolfo Valentino che lasci nudo il loro petto.

Oppure, nel caso siano donne, che abbiano uscieri belli e ben ricoperti d’olio per distrarre le donne del loro pubblico. Se tu stai sbavando per qualcuno di questi, è improbabile che noti il microfono e il fegato di pollo o capisca che le loro parole siano assoluti nonsensi. È il trucco più vecchio del mondo.

Uno degli uscieri rivolse a Kildy un sorriso in perfetto stile Tom Cruise e la condusse in fondo a una fila di persone sedute a gambe incrociate su quel pavimento dall’aspetto alquanto scomodo. Ero contento che Kildy avesse portato i cuscini.

Lasciai cadere il mio accanto al suo e mi misi a sedere. – Spero che sia un bello spettacolo – dissi.

– Oh, lo sarà – intervenne una rossa cinquantenne che indossava il sacro amuleto e un diamante grande quanto il mio pugno. – Ho già visto Ariaura ed è meravigliosa. – Allungò una mano dentro una delle tre grandi borse color lilla che aveva posto fra lei e noi ed estrasse un cuscino color lavanda ricamato a mano con una scritta che diceva “Credici e accadrà”.

Mi chiesi se quello si riferisse al dover credere che il suo cuscino fosse sufficientemente grande da potercisi sedere sopra, perché era grande più o meno quanto la pietra al suo dito.

Non appena ebbero finito di organizzare le fila, gli uscieri tornarono portando pile di cuscini ricoperti di plastica (del tipo che noleggiano agli stadi, solo color lilla) che distribuivano per dieci dollari cadauno.

La donna al mio fianco ne prese tre e io contai dieci persone nella nostra fila e undici in quella davanti che sborsarono i soldi per averli. Ottanta file per dieci, facendo una stima conservativa. Ben ottomila dollari, solo per sedersi, e chissà quanti soldi c’erano in tutte quelle borse lilla. “Li riconoscerai dai loro frutti.”

Mi guardai attorno. Non vedevo segni di complici in mezzo a noi o di qualche altro trucco senza fili, ma, diversamente da medium o sensitivi, i medium trasmettitori non ne avevano bisogno. Si limitavano a dare consigli generici, con terminologia New Age.

– Isus è assolutamente straordinario – mi confidò la mia vicina. – È così saggio! Molto meglio di Ramtha. È stato lui a convincermi a lasciare Randall. “Perché il tuo io interiore sia vero”, mi ha detto Isus, e io ho capito che Randall stava ostacolando la mia ascesa spirituale...

– Era al seminario di sabato scorso? – chiese Kildy appoggiandosi a me per farsi vedere.

– No. Ero a Cancun e mi sono sentita mancare quando ho capito di averlo perso. Mi sono fatta riportare qui da Tio prima del previsto per poter venire oggi. Ho un bisogno disperato della saggezza di Isus riguardo al mio divorzio. Randall sostiene che Isus non ha niente a che vedere con la mia decisione. Sostiene che lo lascio perché è scaduto il contratto prematrimoniale e minaccia di chiamare Tio come…

Ma Kildy aveva perso interesse e già si stava sporgendo oltre a lei per chiedere a una donna magra come un grissino in piena posizione del loto se avesse già visto Ariaura in precedenza. Lei no, ma una donna alla sua destra sì.

– Lo scorso sabato? – chiese Kildy.

No. L’aveva vista sei settimane prima a Eugene.

Mi chinai verso Kildy e le sussurrai: – Cosa è successo lo scorso sabato?

– Penso che stia iniziando, Rob – disse, indicando il palco,e alzandosi dal cuscino per mettersi in ginocchio.

– Cosa stai facendo? – sussurrai.

Ma non rispose neppure a questo. Mise una mano dentro al suo cuscino, estraendone uno arancione delle stesse dimensioni di quello “Credici e accadrà”, me lo passò e si sistemò comodamente su quello grande con le nappe. Non appena fu a gambe incrociate, riprese il cuscino arancione dalle mie mani e se lo sistemò sopra le gambe.

– Comoda? – le chiesi.

– Sì, grazie – rispose, con il suo splendido sorriso da stella del cinema.

Mi chinai verso di lei. – Sicura di non volermi dire cosa ci facciamo qui?

– Oh, zitto, iniziano – disse, e stavolta era vero.