Tre è il numero portante di Accelerando. I racconti-capitoli sono infatti raccolti in tre sezioni da tre capitoli ciascuna, che riepilogano le fasi del processo di Accelerazione della civiltà. Alla prima, che segue le avventure di Manfred Macx nel Lento decollo, fa seguito il Punto di flessione come lo vive (e conduce) sua figlia Amber. Se Macx era un figlio del XX secolo pronto a esplorare il XXI, Amber è, fino all’ultimo byte di personalità codificato nel suo vettore di stato, una creatura del nuovo millennio, pronta a compiere l’ultimo passo verso la discontinuità. E oltre…

Ricostruzione artistica di una sonda in avvicinamento ad Amaltea, una delle lune minori di Giove (NASA/JPL/Michael Carroll).
Ricostruzione artistica di una sonda in avvicinamento ad Amaltea, una delle lune minori di Giove (NASA/JPL/Michael Carroll).
Il primo racconto che la vede protagonista è Alone, già apparso in Italia su Urania Millemondi Estate 2006, insieme al meglio della fantascienza anglosassone raccolto nell’ottavo volume curato da David G. Hartwell (Year’s Best SF 8). La prospettiva già abbastanza aliena del precedente ciclo di storie assume qui una prospettiva addirittura vertiginosa. Ci troviamo subito catapultati nell’orbita di Giove. La Ernst Sanger è una scatola per sardine che racchiude un equipaggio di primati: una concatenazione di elementi che lascia subito intendere che il punto di vista non è più umano, ma si riallaccia all’occhio felino di Aineko che già ammiccava sulla chiusura delle peripezie di Manfred. L’obiettivo della missione è la messa in opera di un progetto energetico tanto grandioso da apparire poco realistico per una mente declinata secondo i paradigmi del Novecento: trasformare una luna minore di Giove in una dinamo cosmica, e qui forse il primo riferimento che salta alla memoria è un parallelo con alcuni celebri versi beatnik dell’Urlo di Allen Ginsberg (angeli dell’era lisergica che bramano l’antica celestiale connessione della dinamo stellare al meccanismo della notte). L’equipaggio è composto esclusivamente di bambini, guidati da un’istanza software del collettivo-borg Franklin. Tra loro troviamo anche Amber Macx, che con l’ausilio di Manfred e della zia Annette (“la puttana francese di suo padre”, secondo l’ostile definizione dell’ex-signora Macx) ha messo in atto una brillante scappatoia legale, accettando la schiavitù fittizia (in realtà è proprietà di se stessa, attraverso un gioco di scatole cinesi che si serve di una vasta rete di società fantasma create ad hoc dal padre – un meccanismo che farebbe gola ai manager nostrani dell’alta finanza…) per affrancarsi dal giogo sempre più soffocante della madre, ossessionata dai dettami e dal fanatismo di una pedagogia dalla forte connotazione religiosa e reazionaria. Per Amber sembra fatta, si accinge a imbrigliare il satellite in una rete di cavi superconduttori, in modo che la rivoluzione dell’oggetto nella potente magnetosfera gioviana operi l’estrazione assolutamente pulita e a costo zero di energia, quando viene raggiunta da un’ingiunzione di Pamela, che per l’occasione si appella alla giurisdizione islamica di Sadeq, un imam mandato in orbita attorno a Giove dal gran consiglio delle autorità musulmane e divenuto pertanto l’unica autorità religiosa al di là della cintura asteroidale. Pamela si è convertita all’Islam e ha invocato l’intervento del giudice per dirimere la sua controversa posizione familiare. Ma Amber non è carattere da darsi per vinto e troverà una nuova brillante soluzione al dilemma giudiziario sollevato dalla instancabile genitrice. Un salto di quasi dieci anni e ci ritroviamo nel quinto decennio del XXI secolo. La Field Circus è stata istanziata da quasi tre anni e sparata a velocità relativistica verso il suo obiettivo: una nana bruna scoperta accidentalmente nell’infrarosso tra il Sole e Proxima Centauri, battezzata Hyundai +4904/-56. Malgrado il suo aspetto programmabile la faccia assomigliare di volta in volta a una corte rinascimentale o a un transatlantico di inizio Novecento, la Field Circus è solo una sonda Whisp grande quanto una lattina di Coca Cola, munita di una vela solare da cento chilogrammi e innestata di “nanocomputer che generano a velocità normale una simulazione neurale degli stati cerebrali di una decina di esseri umani in stato di Upload”.

Tra questi, ritroviamo molte vecchie conoscenze dell’equipaggio della Sanger, alle dipendenze della Regina dell’Impero dell’Anello Interno, Sua Maestà Amber Macx (titolo che di riflesso investe l’odiata Pamela della carica di Regina Madre, ma a un parsec di distanza da casa il problema appare notevolmente ridimensionato). Amber ha completato la realizzazione del nodo superconduttivo, trasformando la sua enclave orbitale intorno a Giove nel principale produttore di energia del Sistema Solare. L’Impero di Amber si regge sulla triplice connessione tra dati, tempo ed energia ed è una potenza di primo piano, ma gran parte del credito imperiale è stato investito in questo nuovo ambizioso progetto: una missione di contatto per agganciare il Router della rete universale le cui coordinate, codificate nel messaggio decifrato da Aineko, coincidono proprio con Hyundai +4904/-56. Il fascio laser concentrato sulla vela principale della Field Circus assorbe quasi per intero la produzione di energia dell’Impero dell’Anello, accelerandola per vincere la resistenza della polvere cosmica del mezzo interstellare. Resta poca banda da sfruttare per le comunicazioni e gli aggiornamenti, così per le informazioni in download resta solo spazio per qualche notiziario stringato e predigerito. La conseguenza di questo stato di forza è un isolamento quasi totale della sonda Whisp da casa, che la costringe inevitabilmente ad accumulare sempre più ritardo culturale rispetto alla civiltà postumana che sta smantellando il Sistema Solare, transustanziando la materia inerte in computronium per rendere il Sole e la sua corte planetaria un’unica, titanica mente pensante. Sette anni di navigazione renderanno la Field Circus un reperto fossile, ma non pregiudicheranno la sua missione: connettersi attraverso il Router a correlazione commutata alla rete di comunicazione istantanea escogitata da un consorzio di civiltà aliene tanto evolute da trascendere la condizione postumana. La connessione alla rete porterà subito una minaccia, rappresentata da una bassa civiltà che si nasconde dietro le sembianze delle Aragoste per imbastire un tentativo di truffa ai danni dei “niubbi” della scena galattica: sono i voraci Wunch e Amber e i suoi sudditi avranno il loro bel daffare per sventare il loro piano.