"Siamo orgogliosi di annunciare che una spedizione esplorativa umana del Regno di Straumli ha scoperto un archivio accessibile nel Basso Trascendente. Questo non è l'annuncio di una Trascendenza, né della creazione di una nuova Potenza. In effetti abbiamo posposto il presente messaggio allo scopo di assicurarci i diritti a noi spettanti e la sicurezza dell'archivio in oggetto. Abbiamo installato un'interfaccia che dovrebbe rendere l'archivio interagente con i codici linguisitici standard della Rete. Entro pochi giorni tale accesso sarà commercialmente sfruttabile". Questo messaggio ricevuto lo 01/09/52.089, tempo Centrale/Vrinimi, apre le danze (e le ostilità) di questo rutilante romanzo di Vernor Vinge. Un'opera straordinaria per la sua profondità (proprio come quella cosmica richiamata nel titolo originale) e per la sua importanza in relazione alla tradizione e alla storia del genere, Universo Incostante è una space opera che si inserisce di diritto nel solco di romanzi-universo come gli indimenticabili Dune di Frank Herbert o Nova di Samuel R. Delany. A prima vista potrebbe sembrare tutto qui: la storia di un'avventura, che comincia con un naufragio e prosegue con la più classica spedizione di soccorso. Ma a guardare bene, affondando nel flusso linguistico di Vinge, lasciandosi trascinare dalla marea della sua inventiva, ben presto il lettore si accorge che il discorso è molto più complesso, sconfinando in una riflessione appassionata e matura sullo "stato della fantascienza": con estrema raffinatezza, infatti, l'autore parte dalla frontiera del cyberpunk per sconvolgere le istanze del movimento che ha rivoluzionato la fantascienza degli anni Ottanta e, attraverso la sua lucidità critica, traghettare il genere verso il Nuovo Millennio.
L'assunto da cui parte Vinge per questa poderosa incursione nelle remote profondità cosmiche è la concezione di una Via Lattea completamente aliena rispetto alle nostre conoscenze (consolidate in oltre mezzo secolo di letture di fantascienza) ma estranea anche alle più diffuse ipotesi scientifiche: la Galassia di Vinge è infatti divisa in quattro diverse zone, rette da leggi fisiche diverse. Le due più interne sono le Profondità Imponderabili prossime al nucleo galattico, dove possono sopravvivere solo creature di pura energia, e la Zona Lenta a cui appartiene la Terra: entrambe sono caratterizzate dall'impossibilità di infrangere la barriera fisica della velocità della luce. Gli spostamenti sono di conseguenza lenti e l'evoluzione vincolata continua a tenere i manufatti senzienti fuori dalla portata dei suoi abitanti, per quanto siano tecnologicamente progrediti. Ma fuori da queste due zone è un ribollire di possibilità sconcertanti: nell'Esterno la velocità della luce perde il suo carattere assoluto e inimmaginabili livelli di evoluzione sono concessi alle specie che riescono a raggiungerla dalla Zona Lenta, ovviamente a prezzo di dure fatiche. Ma al di là del limite superiore di questa regione, oltre il cosiddetto Alto Esterno, si spalanca il Trascendente delle immense distese cosmiche intergalattiche, dove l'universo palesa la sua natura di sistema di informazione (un'ipotesi che rievoca la Teoria del Punto Omega di Frank J. Tipler e il principio olonomico di David Bohm, anticipando le più recenti evoluzioni del "paradigma olografico") fino a permettere alla materia stessa di trascendere a uno stato di autocoscienza. E' in questa regione che vivono le Potenze, inseguendo i loro imperscrutabili scopi.
La Rete Conosciuta è lo straordinario sistema di comunicazione quasi-istantaneo che permette alle civiltà dell'Esterno e alle Potenze del Trascendente una connessione praticamente in tempo-reale: vecchia di miliardi di anni, la sua creazione si perde ormai nelle nebbie della leggenda, mentre nel corso delle epoche milioni di specie senzienti si sono succedute nel suo utilizzo. L'universo non è però paralizzato in una stasi eterna, ma continue fluttuazioni la rendono un'entità dinamica. Nell'Alto Esterno, in prossimità dei bordi della Galassia, una spedizione del Regno di Straum, una delle tante entità sviluppatesi dall'emigrazione umana dalla Zona Lenta, scopre un preziosissimo archivio vecchio di milioni di anni. Nei suoi banchi di memoria si annida una Potenza esiliata dai suoi simili, le cui capacità sono però tenute imbrigliate dalle limitate possibilità di sviluppo concesse dall'Esterno. Gli straumer vi si insediano con un avamposto, ma quando un'improvvisa oscillazione del confine porta Stazione Oltre nel Trascendente, la Potenza esce dal suo letargo e non impiega molto a palesare le sue intenzioni ai danni delle civiltà confinanti. Malgrado i suoi tentativi di autoleggittimazione (che la spingono presto ad autodefinirsi "il Luminoso" al fine di vincere l'ostilità delle specie che si avvia ad assimilare) le razze della Rete la catalogano subito come una Perversione di Classe Due, tentando avventate manovre difensive.
Prima che il loro destino si fosse compiuto, gli straumer sono però riusciti a inviare una nave verso il Basso Esterno, con a bordo l'unico manufatto in grado di contrastare l'evoluzione della Perversione: la Contromisura, una sorta di incrocio tra una muffa e un lichene che nasconde misteriose proprietà. Naufragata su un pianeta fermo da diecimila anni in una sorta di Medioevo dilatato, la nave cade preda delle ostili popolazioni locali: una specie di canidi in grado di maturare una brillante intelligenza mediante la gestalt di piccoli gruppi, in cui quattro, cinque o sei individui si uniscono mettendo le proprie specializzazioni al servizio dell'aggruppo. I due piloti della nave vengono subito trucidati dagli scannatori di Signore Acciaio, lo spietato signore della guerra che presidia la regione in cui l'astronave è atterrata. Dei loro due giovani figli, la tredicenne Johanna viene portata in salvo da due aggruppi capitati in zona per una segreta missione di spionaggio ai danni degli scannatori, mentre il piccolo Jefri viene fatto prigioniero da Acciaio. Nel frattempo l'espansione del Luminoso non conosce tregue: intenzionato a mettere le mani sulla Contromisura, procede nell'assimilazione di tutti i sistemi che si interpongono al suo obiettivo. Nemmeno le altre Potenze del Trascendente possono arrestarne l'escalation: Il Vecchio, una delle più riverite, viene spazzato via senza esitazioni, ma non prima che abbia inoculato del software senziente in un umano ripescato da un antico naufragio. Pham Nuwen si ritrova così investito del Mandato Divino di una Potenza e riesce miracolosamente ad abbandonare la stazione di Centrale prima che il Luminoso la distrugga, partendo subito alla ricerca della Contromisura che rappresenta l'unica speranza per la Galassia e le civiltà che convivono pacificamente nella Rete. Suoi compagni di viaggio sono la bibliotecaria Ravna Bergsndot, animata dalla sete di vendetta contro la Perversione che ha distrutto Sjandra Kei con tutta la sua famiglia, e due alieni Skrode, una specie vegetale evolutasi grazie a innesti cibernetici e conosciuta come la più abile civiltà di mercanti della Via Lattea. Nella loro spedizione di soccorso verso Artiglio dovranno affrontare le continue insidie della Perversione, sopravvivere a spaventosi cataclismi planetari e vincere infine l'ultimo nemico: il tempo.
Nelle quasi 600 pagine di questo poderoso romanzo trovano spazio praticamente tutti i temi classici della fantascienza: l'incontro con civiltà aliene (e difficilmente capita ormai di imbattersi in alieni tanto in-credibili), la minaccia ignota, il sospetto e la paranoia, l'intrigo politico, il viaggio, il naufragio, la flotta vendicatrice, la missione di salvataggio, l'ombra apocalittica. Gli episodi si succedono a ritmo incalzante, tenendo il lettore incollato alla pagina e realizzando una perfetta contrapposizione tra una civiltà di stampo pre-industriale e le immani possibilità alla portata delle specie connesse alla Rete. Nello slittamento dei modelli tra il medioevo feudale degli aggruppi, il mondo contemporaneo del lettore e l'orizzonte senza limiti della Rete, nella società di Artiglio finisce così per riflettersi il nostro mondo attuale, sospeso tra la seconda rivoluzione industriale e l'era spaziale in un limbo che dalla prospettiva di una civiltà dell'Esterno non si distingue troppo da un qualsiasi contesto pre-spaziale. E questa straordinaria abilità espositiva contribuisce all'efficacia del messaggio di Vinge, esaltandone il singolare talento immaginifico.
Se esistono i romanzi epocali, quelli capaci di fare la storia di un intero genere intero o, di più, imporsi come pietre miliari di una cultura, Universo Incostante è forse una delle rare perle fantascientifiche a meritarsi di diritto un posto di rilievo in un simile ricercatissimo catalogo. E per questo non può mancare nel bagaglio di ogni appassionato, come pure del lettore restio alla fantascienza ma magari curioso di capire verso quale meravigliosa frontiera muoverà la letteratura di questi anni di costante accelerazione verso la Singolarità.
7 commenti
Aggiungi un commentoHo appena finito di leggere Universo Incostante, romanzone certamente originale e ricchissimo d’invenzioni e temi. Effettivamente il romanzo è un concentrato di generi e, probabilmente, un antesignano di molti temi della sf moderna; concordo che sia una grande space opera in cui l’autore ha molto lavorato per sviluppare idee, concetti, personaggi e le varie “sottostorie” che lo caratterizzano. Però non sono molto d’accordo sul definirlo un capolavoro della sf: sebbene Vernor Vinge sia un abile scrittore che scrive in modo chiaro e scorrevole e riesce a catturare l’attenzione del lettore in modo abbastanza continuo, il libro presenta varie pecche che lo relegano, secondo me, ad un semplice buon romanzo.
Innanzitutto è molto, troppo lungo. Molte pagine dedicate al pianeta Artiglio sono “superflue”, per così dire… il racconto si fa lento e di scarso interesse: VV si dilunga in un sacco di descrizioni, particolarismi psicologici, ricordi, stati d’animo, idee e progetti, (ecc…) dei vari personaggi che divengono spesso ripetitivi e alla lunga noiosi per chi legge. In realtà è praticamente un altro libro all’interno del principale, libro bello sostanzioso (un buon 60% del totale) che ha poco a che vedere con la fantascienza ma più con la fantasy (e di qualità discutibile: la civiltà degli Aggruppi è sinceramente assurda e non credibile in moltissimi aspetti) e che a me è piaciuto poco.
Altro difetto del libro è “l’eccessiva originalità” dell’universo descritto da VV: la galassia “a zone” descritta è troppo improbabile, così come improbabili sono per es. gli Skrode o altre specie, poco plausibile la Rete, il come agisce la Perversione, la moltitudine incredibile di razze e civiltà sparse nella galassia ed altro ancora… Infine, troppo leggero mi è sembrato l’uso che VV fa dei milioni di anni riferiti ad una gran quantità di fatti e vicende descritte nel romanzo.
Insomma, se da un lato è una grande space opera, ricca ed elaborata dall’altro è un “polpettone” lento e spesso incredibile, con uno stile (di contenuti) un po’ immaturo, un po’ confuso e troppo immaginoso.
Insomma, nella mia personale classifica non gli assegnerei più di un 6 e ½
Ciao a tutti.
Senji
ops: Io non sono riuscita a finirlo. Non mi passava più. Volevo finirlo, ma quando il gatto lo ha buttato a terra facendo uscire il segnalibro ... ho preso l'occasione per rimetterlo nella libreria
anch'io, però il gatto è incolpevole
lo tengo sul comodino, forse come arma contundente, forse per riprenderlo un dì...
Bello ,mi ispira molto. sapete dove trovarlo ? (io sono di Genova ). Ciao a tutti !!!
Se e' ancora in catalogo lo ordini in una qualunque libreria altrimenti devi provare sui mercatini on line (tipo il bazar).
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