Diciamo subito che non poter assegnare "mezza stella" mi ha creato problemi, perchè tre stelle e mezza sarebbero state giuste.

Le Cronache del Presente Apparente, di cui è responsabile Luca Grazioli, bresciano classe 1977, sono narrate in un libro allo stesso tempo antico e nuovo.

Antico per l'impianto narrativo che parte come una serie di racconti narrati ad un barista (il protagonista) per poi far coincidere i fili narrativi (nuovo) in una spiegazione finale che è anche teatro (antico e nuovo).

Antico perchè sembra di leggere a volte delle operette morali sette / ottocentesche scritte con un piglio narrativo e stilistico tale da rendere il libro "più realista del re" riguardo, ad esempio, a Swift (citato anche come nome di uno sei personaggi) che di questo genere di fantastico era un esperto.

Nuovo perchè trovare una sensibilità antica nel cuore nuovo di un giovane scrittore alle prime esperienze è singolare.

In una giornata assolutamente straordinaria e straniante, il protagonista del libro si trova, nel suo bar, ad accogliere avventori singolari che narrano storie dalle diverse ambientazioni, da una strana riunione a base di notai, alti prelati e presidenti, all'arrivo di un ambiguo personaggio che deve trovare acqua per il proprio cammello, fino ad Amleto ed il suo amico Nicola che (guarda un po') gli ha fregato Ofelia.

E se questo è il primo strato, il secondo, che appare dalle lacerazioni narrative di questo, parla di Dei, di Esistenza, e, in fin dei conti della Domanda che ciascuno custodisce nella propria testa.

Ma attenti, non siamo dalle parti di Douglas Adams.

Qui non c'è cinismo, e neppure il disincanto che l'autore sembra usare riesce a dissimulare l'impegno energico, il desiderio reale di scrivere un libro per capire, per mostrare, per parlare e provocare, se possibile, una reazione nelle coscienze quiescenti dei lettori "normalizzati".

Quindi Luca Grazioli si appropria del racconto fantastico di stampo anglosassone e ne fa un mezzo per cercare di esporre la propria visione del mondo, con un pizzico di follia, tanta energia e totale onestà.

Non ci sono astronavi, alieni e guerre, ma l'esplorazione dello "spazio interno" che tanto era caro a Harlan Ellison qui c'è.

Da leggere, per ripensarci.