Interessante come il primo, ma meno intenso dal punto di vista spirituale, il secondo capitolo delle Cronache di Narnia, nonostante le sue tante qualità, è un po' troppo adulto per i ragazzi e troppo adolescenziale per gli adulti.

Un ibrido che si riverbera soprattutto sulle scene di guerra e battaglia, che come dice il famoso critico Maurizio Turrioni, sembrano dare vita ad una sorta di 'Signorino degli Anelli' dove la dimensione epica è appena accennata, senza arrivare all'impatto visivo e alla forza di coinvolgimento del lavoro di Peter Jackson.

Detto questo, però, la capacità evocativa del romanzo di C.S. Lewis c'è tutta, soprattutto grazie a delle location affascinanti e ad un gruppo di nuovi attori molto interessante tra cui spiccano Ben Barnes nel ruolo del Principe Caspian e i nostri' Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino.

Soltanto un anno dopo gli incredibili eventi de Il leone, la strega e l'armadio, gli ex regnanti tornati dei ragazzini qualunque nella Londra del dopo bombardamenti nazisti,  vengono chiamati nuovamente nel loro reame fatato, soltanto per scoprire che a Narnia sono trascorsi più di tredici secoli.

Nel corso della loro assenza, l'età dell'oro di Narnia è diventata una leggenda. Gli animali parlanti e le mitiche creature del territorio esistono soltanto come racconti popolari dei Telmarini, una razza di umani governata dallo spietato Lord Miraz, mentre il possente leone Aslan è scomparso da un migliaio di anni.

I quattro ragazzi sono stati richiamati a Narnia da Caspian, il giovane erede del trono dei Telmarini, per combattere il malvagio zio. Con l'aiuto di un coraggioso nano, Trumpkin, un intrepido topo parlante di nome Ricipí, e l'inaffidabile nano nero Nikabrik, conducono i Narniani in un incredibile viaggio per restaurare la magia e la gloria del territorio.

Ma scopriranno di dovere pagare un prezzo molto più alto di quanto credevano e come dice Aslan stesso in una scena del film 'Le cose non succedono mai allo stesso modo'

Spettacolare e, in ogni caso, coinvolgente, Le Cronache di Narnia - Il Principe Caspian soffre solo e soprattutto dell'essere eccessivamente 'meccanico', nonostante il coacervo di grandi talenti coinvolti in questa produzione che racconta, ancora una volta, un rito di passaggio verso l'età adulta. Una meta dalla quale non si può tornare evidentemente indietro e il cui raggiungimento sembra chiedere molto di sé.

Notevolissimo Sergio Castellitto nel ruolo di un cattivo interpretato come se fosse il Re Claudio dell'Amleto di Shakespeare e Pierfrancesco Favinonell'ambiguo generale che di Miraz è il braccio desto.

Affascinante anche Ben Barnes nel ruolo di Caspian, mentre i quattro ragazzi che interpretano la famiglia Pevensie, come capita a tanti giovani attori, non sembrano cresciuti troppo bene nelle loro parti e appaiono come privi del carisma necessario ai personaggi di Lewis.