Il 20 novembre è stata annunciata, per cause che ancora non sono state rese pubbliche, la morte di Robert Altman, uno dei più grandi registi del ventesimo secolo.

Nato a Kansas City nel 1925, figlio di un assicuratore, Altman abbraccia la carriera militare. Frequenta l'accademia e poi si arruola come copilota nel 1945. Ma nei primi anni Cinquanta è già dietro la macchina da presa, lavorando soprattutto per la tv (dirige vari episodi di Bonanza, di Alfred Hitchcock Presents e altre serie).

E' di fantascienza uno dei suoi primissimi lungometraggi, Conto alla rovescia (1968), nel quale Altman ipotizza che la Russia sia sul punto di sbarcare sulla Luna, e la NASA pur di arrivare per prima organizza un piano disperato.

Dirige qualche film per la tv e qualcosa per il cinema, finché nel 1970 non arriva il grande successo con M*A*S*H. Del 1973 il più atipico e forse il miglior film dedicato al detective simbolo del noir, Marlowe: Il lungo addio con Elliott Gould, su una sceneggiatura della grande scrittrice di fantascienza Leigh Brackett.

E alla fantascienza torna con Quintet del 1979, ambientato in una futura era glaciale, con Paul Newman e Vittorio Gassman. L'ultimo film, uscito nel 2006, è Radio America.

Ha vinto il Leone d'Oro a Venezia con I protagonisti e lo scorso marzo ha ricevuto l'Oscar alla carriera.