La stagione estiva in Italia è sempre stata considerata, dal punto di vista delle uscite cinematografiche, come un ripostiglio in cui mettere tutte quelle cose che si ritengono abbastanza inutili, oppure come il "venerdì nero" della programmazione televisiva USA, da utilizzare per mandare in onda tutta quella roba su cui non si conta granché. Peccato che i dati di affluenza estiva nelle sale al chiuso e all’aperto, in crescita costante negli ultimi anni, smentiscano un po’ questa visione dei nostri distributori. Così succede che nella canicola di luglio e agosto passino anche dei film che magari meriterebbero più attenzione.

Tutti ricorderanno sicuramente il mitico filmato dell’autopsia dell’alieno di Roswell. A metà tra immaginario realizzato e farsa, venne messo in circolazione nel 1995 da due simpatici e furbastri avventurieri, Ray Santilli e Gary Shoefield, i quali sostenevano di averlo acquistato da un collezionista, ex cineoperatore dell’esercito in pensione. Il filmato ritrae l’autopsia del cadavere di un essere umanoide difficilmente identificabile, avvenuta secondo l’autore del filmato nel luglio del 1947 in una base segreta dell’esercito all’indomani del rinvenimento dei rottami di un UFO nella suddetta cittadina del New Mexico.

In questo decennio di quel filmato si è detto tutto e il contrario di tutto. La rete straripa di siti e articoli sull’argomento (un riassunto esaustivo si può trovare su Wikipedia, en.wikipedia.org/wiki/Roswell_UFO_incident), ma l’unica certezza è che ha fruttato ai due "produttori" una consistente somma di denaro sotto forma di cessione dei diritti di trasmissione (anche la RAI, seguendo la moda, li acquistò a peso d’oro). Dopo numerosi cambi di versione proprio quest’anno, in occasione di uno speciale andato in onda su un canale satellitare inglese, Santilli e Shoefield hanno sostanzialmente ammesso in diretta che il film è un falso. Anzi, un "restauro" per usare la loro terminologia, dove per restauro intendono la ricostruzione in studio di una pellicola realmente esistente ma troppo deteriorata per essere mandata in onda. L’alieno, un pupazzo in latex riempito di carne e interiora di mucca, è stato realizzato e distrutto subito dopo le riprese da John Humpries, esperto di effetti speciali cinematografici e televisivi (suo il personaggio di Max Headroom nell’omonima serie televisiva).

Ora, dopo essere uscito in UK ad aprile, arriva in Italia il 25 agosto prossimo Alien Autopsy, il film (finzione dichiarata, stavolta) che racconta con una notevole dose di british humor le vicende di due amiconi, Ray e Gary, in giro negli USA in cerca di fortuna, i quali a un certo punto delle loro peregrinazioni si imbattono in un filmato d’epoca trafugato da un archivio segreto dell’esercito. Il filmato rivela un segreto che potrebbe cambiare la storia dell’umanità; i due amici decidono allora di portare la pellicola a Londra e di farci un mucchio di soldi.

Jonny Campbell, l’arguto regista, ha confezionato un film a metà tra la commedia e la cronaca, esplorando il sottobosco delle piccole vicende umane che alla fine hanno il sopravvento sulle grandi domande senza risposta (siamo soli nell’universo?). Alien Autopsy sparge ironia a piene mani su una vicenda già farsesca di suo, ricostruendo l’intera vicenda che ha portato al manichino di latex, e utilizzando il ridicolo come arma di "distruzione" di massa… Per fare ciò ha utilizzato un cast di semisconosciuti, con l’unica vistosa eccezione di un divertito Bill Pullman nella parte di un arrogante e presuntuoso regista di documentari. Insomma, nella canicola agostana un sorso d’aria frizzante…