Divertente e originale, Alien Autopsy racconta i retroscena di una delle più importanti (e meglio riuscite...) frodi legate al mondo della fantascienza. Ovvero come, nel 1995, i due inglesi Ray Santilli e Gary Shoefield riuscirono a gabbare mezzo mondo, creando nel tinello di casa l'autopsia avvenuta presuntamente a Roswell nel luglio del 1947 sul corpo di un alieno.

In un film pieno di humour e animato da un'ironia tanto garbata quanto 'affilata', scopriamo le motivazioni che spinsero i due amici a realizzare tale imbroglio. Insoddisfatti delle proprie vite, i due decidono, si narra nel film, il 'colpaccio' andando negli Stati Uniti per acquisire una serie di cimeli di Elvis Presley da rivendere a caro prezzo una volta tornati a Londra.

In questa occasione, raccontano Santilli e McPartlin, vengono in contatto con un ex cineoperatore dell'aeronautica degli Usa, testimone oculare della notte in cui fu recuperato nel deserto del New Mexico il corpo di un extraterrestre. Dopo avere comprato il filmato a caro prezzo, i due sono pronti a mostrarlo ad amici e parenti a Londra. Il contatto con l'aria, però, sembra avere danneggiato irrimediabilmente la pellicola e dovendo dei soldi ad un pericoloso criminale locale, Santilli e McPartlin decidono di tentare il 'tutto per tutto' riprendendo una falsa autopsia realizzata su un manichino ripieno di frattaglie prestate dall'amico macellaio. Il filmato, però, si rivela sorprendentemente un successo che viene acquisito dalle televisioni di tutto il mondo, mentre perfino i servizi segreti militari americani sembrano seguire la situazione con apprensione e interesse. Andata in onda 'la bufala' la vita sembra cambiare del tutto per i due amici che, però, si trovano a fronteggiare non solo le ire del mafioso locale, ma anche quelle della stampa e del vero cineoperatore.

Finzione? Realtà? Paradossalmente il fatto che la storia sia vera o meno e che il filmato realizzato sia o meno un ideale "remake per necessità" fasullo, ma al tempo stesso veritiero di quello che Santilli dice di avere visto proiettato è secondario.

Alien Autopsy è una divertente e animata riflessione sulla fascinazione della fantascienza e - soprattutto - su come la volontà di credere agli Ufo (esattamente come la frase del famoso manifesto nell'ufficio di Moulder in X Files) possa portare gli uomini non solo a commettere degli errori di valutazione, ma perfino a fare di un filmato casalingo una pietra miliare della storia dell'umanità.

Alien Autopsy non è quindi solo la narrazione di una 'burla' p - a seconda dei punti di vista - di una 'truffa' ben congegnata: alcuni dettagli e determinati meccanismi sembrano avvicinare gli eventi narrati alle suggestioni del 'Frate Cipolla' di Boccaccio: il prete che mostrando (e inventando...) le reliquie tentava di catturare la fede altrui. Un uomo di cui era difficile, in fondo, pensare male per la simpatia che ispirava e la sua prontezza di spirito. Esattamente come i due ragazzi inglesi che - stufi della propria esistenza - hanno deciso di 'svoltare' andando a flirtare con l'immagine di un alieno tanto fortemente radicata nell'immaginario collettivo.

Alien Autopsy resta una pellicola che ogni amante della fantascienza dovrebbe vedere e che va apprezzato per la sua capacità di non prendere mai posizione, lasciando sospeso il giudizio sull'intera vicenda. Frode o replica della realtà? Truffa pianificata a tavolino o una mera serie di eventi incontrollabili collegati alla più grande scoperta della storia dell'uomo? Difficile prendere posizione l'unica certezza è, in un certo senso, ben rappresentata dalla frase di lancio del film: 'la verità non è là fuori'. In questo caso la verità è soltanto nel cuore degli spettatori. Saranno loro stessi a decidere quanto forte è la loro volontà di 'credere'...