di

Franco Forte

LA RINASCITA DEL SOGNO

Novembre 1998. Una data che resterà storica per l'umanità. Dopo gli sforzi congiunti di alcuni tra i paesi più sviluppati del mondo (Stati Uniti, Russia, Giappone, Italia, Gran Bretagna, Canada, Francia, Belgio, Norvegia, Olanda, Brasile, Spagna, Danimarca, Svizzera, Germania e Svezia), quella che inizialmente era stata denominata Stazione Alpha, e che ora, a progetto ultimato, ha assunto il nome ufficiale di International Space Station (ISS), comincerà a sollevarsi dalla Terra e a entrare in orbita nel novembre di quest'anno, costituendo la più grande e organizzata base spaziale mai pensata e costruita dall'uomo, il ritorno concreto alla corsa verso la conquista dello spazio dopo gli anni della bagarre Usa-Urss per l'approdo sulla Luna (in realtà più per questioni d'immagine e di supremazia internazionale che per reale interesse scientifico) e le missioni delle sonde inviate verso le profondità del sistema solare.

l'assemblaggio

Il primo "mattone" della stazione spaziale, un blocco composto da apparati energetici e cellule fotovoltaiche del peso complessivo di 21 tonnellate, sarà trasferito in orbita da un Proton russo. Gli americani seguiranno subito a ruota, nel dicembre di questo stesso anno, con uno shuttle che posizionerà in orbita, accanto al modulo russo, una struttura a stelle e strisce.

Ancora una volta, all'apparenza, sono i russi a muovere i primi passi, ma in realtà l'intera struttura della Stazione Spaziale è sotto la giurisdizione del colosso americano dell'aeronautica, la Boeing, che ha la responsabilità del progetto e dell'assemblaggio finale delle oltre 500 tonnellate che comporranno la struttura definitiva della ISS.

I Proton russi e gli shuttle contribuiranno a portare nello spazio le parti successive che consentiranno, entro l'aprile del 1999, la realizzazione di una struttura orbitante funzionante e in grado di ospitare vita a bordo. Da quella magica data, se tutto funzionerà secondo le tabelle di lavoro previste dalla Nasa e dai suoi partner russi, europei e giapponesi, un equipaggio umano resterà stabilmente a bordo della stazione spaziale per sperimentare le prime funzionalità dei sistemi di supporto della base e verificare eventuali inconvenienti, oltre che per sovrintendere all'ultimazione dell'assemblaggio della stazione.

La ISS dovrebbe venire completata nell'arco di cinque anni (dopo una serie di 45 voli, equamente divisi tra Proton russi e shuttle americani), al termine del quale si avrà una struttura complessa formata da parti indipendenti sotto la diretta supervisione di cinque equipaggi distinti, uno americano, due russi, uno giapponese e uno affidato all'agenzia spaziale europea.

IL BANDO PER DIVENTARE ASTRONAUTI Requisiti

Cittadinanza italiana

Laurea in ingegneria, oppure: fisica, matematica, scienze naturali, medicina e chirurgia.

Perfetta conoscenza della lingua inglese parlata e scritta.

Altezza compresa tra 1,53 e 1,90 metri.

Per gli uomini, obblighi di leva assolti entro giugno 1998.

prove di selezione

Visita medica e attitudinale.

Prova di lingua inglese.

Colloquio tecnico-professionale.

Visita medica presso la Nasa. l'addestramento

Una volta selezionati dall'Asi, gli aspiranti astronauti dovranno trasferirsi a Houston per sottostare al programma di addestramento della Nasa, che segue lo stesso training messo a punto per i piloti della Air Force americana.

Ma ecco nel dettaglio in che cosa consiste l'addestramento: Durata complessiva: 4 anni.

Genere di prove: fase teorica e fase pratica.

Totalità dell'equipaggio da addestrare: 25 persone, tra cui 4 donne.

Prima fase: incontri con lo staff manageriale della Nasa per la definizione degli intenti del progetto.

Seconda fase: voli di addestramento tecnico sui caccia T38 americani.

Terza fase: lezioni tecniche sulla funzionalità degli shuttle e delle navicelle automatiche di supporto alla stazione spaziale.

Quarta fase: simulazioni della vita di bordo. Da manovre semplici si passerà a esercitazioni sempre più complesse, fino alla totale padronanza di situazioni quali il lancio in orbita, il rientro alla base e la soluzione di guasti d'emergenza a bordo delle navicelle spaziali.

Quinta fase: prove di adattamento ambientale e psicologico-attitudinale. I candidati astronauti verranno lasciati senza cibo e con una limitata scorta d'acqua in zone deserte, dove dovranno costruirsi un rifugio, cacciare per sostentarsi e imparare a sopportare il freddo, il caldo e la fame. Effettueranno immersioni subacquee in acqua gelata con scafandri di oltre 300 chili. Psicologi della Nasa valuteranno il comportamento di ogni singolo astronauta di fronte alle prove che dovrà sostenere.

la struttura della iss

Oltre ai pannelli solari, ai generatori di energia, alle unità di controllo e alla struttura portante, la Stazione Spaziale sarà composta da cinque laboratori per studi scientifici di varia natura (da quelli biologici all'analisi della gravità alla resistenza dei materiali) e uno spazio abitabile di circa 150 metri cubi. La pressione interna sarà equiparata il più possibile a quella terrestre, ma i 7 residenti fissi della stazione non dovranno mai smettere di eseguire esercizi ginnici per impedire l'atrofizzarsi della muscolatura e la perdita di minerali dalle ossa, uno dei problemi più gravi derivati dalla permanenza nello spazio, come hanno dimostrato gli esperimenti eseguiti sugli astronauti russi della Mir.

l'equipaggio

Gli uomini (e le donne, naturalmente, perché non c'è nessuna preclusione in questo senso) che comporranno il pionieristico equipaggio della ISS saranno specialisti reclutati nei paesi componenti la squadra di sviluppo della stazione, e dovranno superare selezioni rigidissime. L'Italia, che attraverso l'Asi (l'Agenzia Spaziale Italiana) avrà la possibilità di designare un corpo speciale destinato alle missioni sulla stazione, sta già compiendo le selezioni attraverso un bando di concorso pubblicato in Internet all'indirizzo http://www.asi.it. Degli oltre 450 candidati che già si sono presentati, sono stati selezionati due fortunati, Paolo Nespoli e Roberto Vittori, ma gli aspiranti astronauti possono ancora contare su qualche posto libero.

Gli astronauti che ruoteranno intorno al progetto della ISS e che potranno vivere in prima persona l'eccitante esperienza spaziale, saranno divisi in due categorie. La prima, quella dei piloti di missione, sarà composta da coloro che avranno la responsabilità di guidare gli shuttle e le navicelle spaziali che faranno da collegamento tra la Terra e la stazione orbitante. La seconda, quella che troverà collocazione permanente nella base spaziale, sarà composta dagli specialisti di missione, ovvero dai tecnici e dagli scienziati addetti alla manutenzione della stazione, agli esperimenti di laboratorio e ai computer di bordo.

sicurezza e collegamenti

Per le situazioni di emergenza e per la manovrabilità nello spazio, è stato previsto un hangar permanente collegato a un'estremità della stazione spaziale, attraccato al quale ci sarà in un primo tempo una navicella Soyuz russa e poi, non appena il progetto sarà stato completato, un veicolo appositamente studiato dalla Boeing.

Per quanto riguarda i collegamenti di servizio che dovranno essere garantiti dalla Terra, dato che la Stazione Spaziale non avrà un'autonomia, a parte quella energetica attinta direttamente dal Sole, ci penseranno gli shuttle americani e le Soyuz e le Progress russe a garantire continuità di volo, ma in questo caso con il supporto delle navicelle automatiche HTV prodotte in Giappone e delle ATV di fabbricazione europea.

l'unione fa la forza

Per una volta, insomma, il sogno di un'umanità unita volta alla conquista dello spazio sembra in procinto di esaudirsi, anche se al momento si tratta solo di un piccolo passo dietro casa. Ma la stazione spaziale orbitante è un risultato importante e concreto degli sforzi congiunti degli scienziati e dei governi di molti paesi del mondo, e questo è un fatto che non può essere sottovalutato.

Dopo gli anni della guerra fredda e della conquista spettacolarizzata della Luna, finalmente si lavora tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune.

E un domani, chissà, i nostri figli potranno recarsi in luna di miele negli ambienti angusti e pressurizzati ma incredibilmente affascinanti della International Space Station, e da lì ammirare la Terra in una delle vedute più romantiche che una coppia di sposi possa immaginare.

Per gentile concessione del settimanale Avvenimenti.