Sembrerebbe che George Miller sia in procinto di tornare al lavoro sul quarto capitolo della saga dedicata al guerriero della strada: il regista ha infatti rivelato i suoi piani per Mad Max 4 all'edizione australiana del magazine di informazione cinematografica Empire. Sebbene l'ufficio di produzione del film, presso i Fox Studios di Sydney, è stato dismesso e Mel Gibson, lanciato proprio dalla trilogia originaria nell'empireo delle star hollywoodiane, sembra ancora lontano dal progetto, Miller ha detto che nei suoi programmi futuri un ruolo di primo piano sarà giocato dal ritorno dell'implacabile giustiziere di Anarchy Street. La saga di Mad Max, arcinota agli appassionati del genere e molto apprezzata anche al di fuori della fantascienza, è riuscita a imporre nell'immaginario collettivo lo scenario di un medioevo prossimo venturo, naturale epilogo di un'apocalisse morale ed ecologica. In questo paesaggio desolato, bande di criminali senza scrupoli assediano le poche roccaforti superstiti della civiltà. Un antieroe archetipico, il classico cavaliere senza nome della tradizione western, compie il suo percorso catartico in questo scenario da incubo, proiettato nell'inferno della rabbia e della vendetta dall'assurdo massacro della sua famiglia. Quando giunse sugli schermi nel '79, girato con un budget irrisorio ma sviluppato attorno a una idea solida ed efficace, Mad Max non tardò a raccogliere riconoscimenti e imporsi all'attenzione del pubblico. La forza della trama, la mostra di atrocità messe in scena e l'anticipazione di tematiche che più tardi sarebbero divenute cardinali per il nascente movimento cyberpunk ne fecero un successo inatteso e un piccolo cult per i cinefili. I seguiti, duole dirlo, non sono più riusciti a ripetere la magia dell'originale. Quando di recente gli è stato chiesto se restassero possibilità di resurrezione per il progetto a lungo inseguito e sempre abbandonato di una ripresa del tema, Miller ha risposto con un laconico "lo spero davvero". Riprendendo il discorso, il regista australiano ha confessato di non ritenere conveniente vivere con il peso delle aspettative del pubblico a gravargli sulle spalle: se riuscirà a portare a termine il suo sogno, semplicemente si sforzerà di fare il miglior film possibile, fiducioso dello spessore della storia che avrebbe intenzione di raccontare.