Sembra strano, eppure l'Europa non era mai stata sulla Luna prima d'ora. A dispetto della realizzazione di imprese anche più ambiziose come la sonda Giotto o la Mars Express o Rosetta, in oltre trent'anni di vita, l'ESA non si era mai cimentata con una missione rivolta al nostro satellite. Finalemente la lacuna è stata colmata nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 novembre scorsa, quando la sonda SMART-1 ha fatto il suo primo volo ravvicinato intorno alla Luna ed è entrata in orbita stabile intorno al nostro satellite. Partita il 27 settembre 2003 su un vettore Ariane 5, la SMART-1 ha quindi impiegato ben tredici mesi per arrivare sulla Luna. Se si pensa che l'Apollo 11 impiegò solo tre giorni per portare lassù Armstrong, Aldrin e Collins, può stupire che la sonda europea abbia impiegato così tanto tempo per raggiungere il nostro satellite che dista in media "solo" 384.000 km. Ebbene, il punto è che la SMART-1, acronimo per Small Missions for Advanced Research Technology-1, non è una missione il cui solo scopo è effettuare osservazioni scientifiche della Luna, ma la sonda stessa è un importante esperimento tecnologico, preparatorio in vista di altre missioni per Mercurio e Marte. La SMART-1 infatti è una missione a budget relativamente ridotto il cui proposito principale è quello di testare un innovativo propulsore a ioni e verificarne il funzionamento nello spazio su tempi abbastanza lunghi. Questa sonda è la seconda realizzata con un propulsore a ioni, dopo la sonda NASA Deep Space 1, che nel 1998 restò nello spazio per tre anni. Il principio su cui è basato il funzionamento del motore a ioni è il cosiddetto Effetto Hall, scoperto dal fisico americano E. H. Hall nel 1879, secondo cui una corrente che fluisce attraverso un campo magnetico crea un campo elettrico che, in questo caso viene utilizzato per accelerare ioni di xenon, un gas inerte 131 volte più pesante dell'idrogeno e contemporaneamente con basso potenziale di ionizzazione. In questo modo, grazie alla potenza di 1350 watt fornita dai pannelli solari, il motore a ioni della SMART-1 riesce a imprimere alla sonda una forza pari a 0.07 Newton, praticamente il peso di una cartolina. Tuttavia, anche una spinta così debole, se sostenuta a lungo in un ambiente privo di attrito com'è lo spazio interplanetario, può portare a ottenere velocità ragguardevoli, tali da raggiungere mete importanti. Per la SMART-1 il viaggio stesso è stato quindi un banco di prova importante che ha consentito ai controllori del volo di imparare molte cose sul comportamento del motore a ioni, tra cui la capacità della sonda di conservare più carburante del previsto e di poter quindi realizzare un avvicinamento maggiore alla Luna. In effetti, se si pensa solo che al momento del lancio, i tecnici del controllo missione avevano programmato l'arrivo della sonda sulla Luna per il marzo 2005, le prestazioni del motore a ioni sono state ben superiori alle aspettative. La SMART-1 si è inserita su un'orbita a un'altezza media di circa 3.000 km, ma durante il suo percorso la sonda raggiungerà il suo punto più vicino a una distanza dalla superficie di soli 300 km. Nei sei mesi nominali di durata della missione, la sonda avrà così la possibilità di sondare la superficie alla ricerca di ghiaccio d'acqua, di determinare la composizione delle rocce e in generale di fornire nuovi indizi sulla formazione e l'evoluzione del nostro satellite.