Si chiama Deinococcus radiodurans ed è, in assoluto, il batterio più resistente alle radiazioni che si conosca, al punto che, nel complesso, sarebbe uno dei pochi organismi in grado di sopravvivere in un ambiente inospitale come la superficie di Marte. Ma ciò che è degno di nota è che, finalmente, alcuni ricercatori della Louisiana State University sono riusciti a identificare un gene, chiamato irrE, che sarebbe responsabile delle sue elevate capacità di resistenza alle radiazioni. Come ha spiegato Ashlee Earl uno degli scienziati che ha effettuato la ricerca, quando "il gene irrE non è funzionale si ha un organismo molto sensibile", al punto che una dose di radiazioni che di norma non ucciderebbe il batterio, provocherebbe la morte di 999 esemplari su 1000. In condizioni normali, invece, ovvero quando il gene è attivo, il Deinococcus radiodurans è in grado di sopportare fino a 1.5 milioni di rad, oltre 1000 volte la quantità sopportabile da qualsiasi altro organismo conosciuto. Si pensi soltanto che un'esposizione a raggi X tra i 600 e i 1000 rad (rad sta per radiation absorbed dose; un rad corrisponde a un assorbimento di energia di 100 erg per grammo di materia) è sufficiente a uccidere un essere umano nel 100% dei casi. La comprensione dei meccanismi con i quali il batterio riesce a difendersi dalle radiazioni potrebbe essere fondamentale in svariati campi, dalla bonifica di aree contaminate da radiazioni alla prevenzione dei tumori.