Cosa si è disposti a sacrificare per un bene superiore? Con questo interrogativo il regista Sam Raimi ci introduce nel “Multiverso della Follia”, il secondo capitolo con protagonista Doctor Strange (Benedict Cumberbatch).

America Chavez (Xochitl Gomez) una ragazzina di soli quattordici anni, possiede il raro potere di attraversare il multiverso, ma non è in grado di controllarlo.

Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) nel frattempo è diventata una potentissima strega, entrando in simbiosi con il suo “alter ego” Scarlet Witch grazie allo studio del Darkhold, il libro dei Dannati. Nella sua tristezza, dopo aver perso la famiglia,  si aggrappa ad una flebile speranza di poter riabbracciare i suoi due figli in un altro universo (lo apprendiamo nella serie TV disponibile su Disney+ WandaVision).

Stephen Strange si risveglia da un incubo fin troppo realistico, per recarsi al matrimonio della sua ex fidanzata Christine Palmer (Rachel McAdams) consumato dal rimorso per aver preso una strada diversa da lei, nel suo completo elegante da cerimonia rimugina sulle sue scelte, quando un mostro tentacolare con un solo occhio, mette sotto scacco la città.

Il bersaglio della creatura è America, giunta da un altro universo, ignara di tutto. Tra i due si instaurerà un amicizia inaspettata, Doctor Strange la proteggerà come fosse un fratello maggiore, anche se non può presagire le minacce che dovranno affrontare insieme in un caleidoscopio di situazioni generate non solo da “mostri” e “incantesimi” ma dai desideri più onesti dell’animo umano.

Abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla conferenza stampa dedicata alla creazione del film. Kevin Feige, produttore e presidente dei Mavel Studios si è definito “fortunato” per aver avuto la possibilità di lavorare con il regista:

Potrei dire che è stato particolarmente surreale, come nella ciclicità di un cerchio: quando ho incontrato per la prima volta Mr. Raimi, io ero un giovane produttore grato per essere stato nella stessa stanza con lui ed ora sono nuovamente, un vecchio produttore fortunato per essere stato nella stessa stanza con lui.

Il regista ha però dovuto fare i conti con le nuove tecnologie che ha saputo sfruttare senza tradire la sua tradizionale impostazione. Quando ha parlato di novità tuttavia non si è riferito soltanto agli effetti speciali:

La tecnologia è cambiata, è diventato tutto più facile, la differenza più grande però l’ha fatta il poter utilizzare “Zoom” per organizzare il lavoro.

Degli attori Raimi si è detto entusiasta:

Tutti questi grandi attori, profondamente umani. Hanno tutti una vasta conoscenza di esperienze vissute e non hanno avuto paura di utilizzarla per arricchire i personaggi.

Grazie anche alla crescita fatta in ogni film:

hanno solo dovuto cambiare alcune sfumature, per rendere più interessante il conflitto con i propri alter-ego.

A questo proposito Benedict Cumberbatch ha aggiunto:

Questa struttura narrativa, legata ai Multiversi (dove in ciascuno c’è una versione alternativa di ognuno di noi) o semplicemente l’idea che possiamo interpretare nella vita molteplici ruoli di noi stessi, ci ha dato una incredibile capacità di immergerci nello spazio del nostro subconscio, di poter fuggire attraverso i sogni, dove possiamo estrapolare la sensazione di conoscere altre versioni di noi che hanno fatto diverse scelte (questo fa Strange) dando esito a scenari differenti. Posso definirla una davvero stramba spettacolare autoterapia.

Danny Elfman ha firmato la colonna sonora, riportando il film ad una dimensione per certi versi “anacronistica” ma assolutamente convincente. Lo sceneggiatore Michael Waldorn (responsabile anche della serie dei Mavel Studios, Loki)  ha condito la storia di cameo e personaggi che si portano dietro il passato e il futuro di questa “saga infinita” portando questa fase 4 dell’MCU ad un livello ancora più complesso e intrigante.