La nascita di Cowboy Bebop, destinato a diventare un anime di culto, non è stata priva di inconvenienti. Creato dal regista Shinichirō Watanabe, lo sceneggiatore Keiko Nobumoto e il disegnatore Toshihiro Kawamoto, la serie arrivava su Tokyo TV dal 3 aprile al 26 giugno 1998, ma veniva interrotto a dodici dei ventisei episodi realizzati a causa delle tematiche adulte controverse che conteneva (ci arriveremo tra poco). Sarebbe dovuto arrivare il canale Wowow il 24 ottobre del 1998 perché la serie venisse trasmessa nella sua interezza in patria.

Le origini

L'anime viene definito un neon-noir ambientato nel 2071 che mescola la fantascienza al western e ovviamente ai film  noir. Ma erano i temi come l'apatia emotiva, la solitudine e l'impossibilità di sfuggire al proprio destino a renderlo unico e, per l'appunto molto adulto. La Cowboy Bebop del titolo è l'astronave su cui viaggia Spike Spiegel (John Chow, la saga cinematografica di Star Trek), un cacciatore di taglie il cui lavoro è stato da tempo reso legale in quanto le troppe colonie del sistema solare avevano reso difficile il lavoro della polizia. Con lui Jet Black (Mustafa Shakir, American Gods), ex agente di polizia, ma entrambi hanno un passato difficile alle spalle: Spike in precedenza lavorava per il sindacato del crimine Red Dragon, Black invece ha perso un braccio quando un suo collega corrotto lo ha tradito durante una investigazione e ora ne ha uno cibernetico. Jet compensa l'apatia del capo con un impegno totale nel lavoro e la capacità di sistemare tutti i problemi, non solo quelli dell'astronave. A loro si unisce Faye Valentine (Daniella Pineda, Jurassic World: Il regno distrutto, 2018), una truffatrice con un non piccolo problema di amnesia e il cui passato lo lasciamo scoprire a voi. Esiste un ulteriore personaggio, Edward, la teenager hacker molto, molto sopra le righe (in puro stile anime) del team, ma non compare nei trailer per cui non è confermata la sua presenza. Mentre lo è quella del corgi Ein, come potete vedere voi stessi.

La serie

Come nell'anime la serie racconta di una famiglia disfunzionale di cacciatori di taglie che vivono a cavallo tra la povertà e il confortevole squallore mentre accettano vari lavori nella galassia ma, mentre li vediamo in azione scopriamo un po' alla volta il loro tragico passato. Perché non fatevi illusioni, non siamo dalle parti della divertente Killjoys, qui il tono è nostalgico e spesso amaro. Il sito Cnet ha definito la performance di John Chow perfetta nonché una svolta per l'attore, soprattutto quando si inoltra nel lato oscuro del personaggio, e se Mustafa Shakir è la roccia a cui tutti si aggrappano nella serie, Daniella Pineda dona una tridimensionalità a un personaggio che era forse un troppo sessualizzato nell'anime e che qui acquista un tono brillante e sarcastico. Su tutti incombe l'ombra di Vicious (Alex Hassell, che abbiamo visto letteralmente esplodere in The Boys) capo della Red Dragon, il quale ha un conto in sospeso con Spike e anche lui con una tridimensionalità assente nell'originale, dove era solo il cattivo della serie, ma va anche detto che gli episodi originali duravano circa mezz'ora mentre qui siamo intorno agli usuali quaranta-cinquanta minuti, quindi più tempo per approfondire l'intera mitologia. Infine Julia (Elena Satine, le serie The Gifted e Revenge) l'ex compagna di Spike che lui non ha mai dimenticato e che era contesa con il suddetto Vicious, anche lei con più spessore rispetto alle origini.

I dieci episodi della prima stagione di Cowboy Bebop debuttano oggi 19 novembre su Netflix, vi lasciamo con il trailer in italiano e in lingua originale.