Chi ha seguito la prima stagione di Titans, interamente disponibile su Netflix, ha visto la Doom Patrol comparire in un episodio, quando Rachel (Teagan Croft) veniva salvata da Gar Logan, o Beast Boy se preferite e portata in una villa isolata nel bosco, dove vivevano dei personaggi ben strani.

Quello è ciò che negli States viene chiamato backdoor pilot, ovvero l'episodio pilota che parte dall'interno della serie principale per poi debuttare per conto proprio.

Questo avviene oggi venerdì 15 febbraio negli Stati Uniti, e sicuramente, a stagione conclusa, arriverà per intero su Netflix. Ma cos'è questa strana pattuglia dal cupo destino?

Le origini

Nati a fumetti nel numero 80 di My Greatest Adventure della DC Comics nel lontano 1963, erano una creazione di Arnold Drake, Bob Haney e Bruno Premiani, e venivano definiti gli eroi più strani del mondo.

Il nucleo originale (che compare per intero nella serie) era composto dal dottor Niles Caulder, detto Il capo, Cliff Steele, chiamato per evidenti motivi Robotman, Rita Farr, ovvero Elasti-Girl e Larry Trainor, cioè Negative Man. Il primo era colui che li aveva salvati da morte certa con metodi anticonvenzionali, dando loro una strana nuova vita e altrettanto strani poteri.

Avremmo dovuto aspettare il 1989 e l'autore Grant Morrison perché al team si unisse Crazy Jane, nella serie invece presente fin dall'inizio (ma non nel backdoor pilot).

Da allora La Doom Patrol ha viaggiato attraverso i decenni in varie formazioni fino ad arrivare attualmente al comando nientemeno che di Gerald Way, l'ex cantante dei My Chemical Romance che aveva cambiato carriera e acquisito nuovo successo con il suo fumetto The Umbrella Academy, ma di questo parleremo in separata sede.

La serie

La battuta che rendeva al meglio lo stile del fumetto arriva proprio dal periodo di Morrison. Nel primo arco narrativo la Terra era invasa da creature che tagliavano le persone fuori dalla realtà (qualsiasi cosa significhi), al che il suddetto dottor Caulder chiedeva a Robotman come proponeva di affrontare quella crisi.

La risposta era:

Se avessimo un po' di buon senso, chiameremmo Superman.

Ma erano proprio le loro bizzarre peculiarità ed essere l'ideale per affrontare una minaccia così strana e bizzarro (no, non quello di Superman) è anche il tono della serie, i cui primi due episodi sono stati proiettati alla stampa di settore negli States. Così scopriamo che Robotman (che ha la voce e nei flashback il volto di Brendan Fraser, La saga della Mummia) era uno spericolato pilota della Nascar nel 1980 di nome Cliff Steele, il cui corpo andava distrutto in un catastrofico incidente. Era proprio il dottor Caulder, che nella serie è interpretato nientemeno che da Timothy Dalton (Penny Dreadful) mentre in Titans aveva il volto di Bruno Bichir, a salvarlo dandogli il corpo robotico che potete scoprire nelle foto e nel trailer. Larry Trainor (che ha, quando lo si vede, ha il volto di Matt Bomer, White Collar) è un pilota specializzato nei test di jet militari degli anni sessanta che dopo essere precipitato con l'aereo attraverso un'area radioattiva presente nel cielo (e prima di sfracellarsi), si ritrova fuso con un'entità cosmica che gli dona poteri eccezionali ma che può far uscire da ciò che rimane del suo corpo solo per sessanta secondi, dopo di che rischia di morire, motivo per cui è avvolto per quasi tutto il tempo nelle bende in stile Uomo invisibile, o comunque ben poco visibile.

Rita Farr (April Bowbly quasi tutto il tempo) era una gelida star del cinema degli anni cinquanta, fino al momento in cui veniva esposta a una sostanza chimica che la trasformava sì in Elasti-girl, ma che la costringe anche a passare buona parte del tempo come un informe ammasso gelatinoso che ricorda il classico Blob cinematografico.

Infine, Crazy Jane (Diane Guerrero) è probabilmente la più potente ma anche la più incontrollabile di tutti: la ragazza ha ben 64 personalità multiple (fatti da parte James McAvoy in Glass), ognuna delle quali ha i suoi superpoteri. Ma non a caso, nel primo episodio la vedremo cambiare repentinamente e senza controllo decine di personalità.

Il cattivo

Il villain è l'ulteriore rappresentazione della stranezza della serie: interpretato (ma forse sarebbe meglio dire che ha la voce) da Alan Tudyk (Firefly e voce di K-2S0 in Rogue One: A Star Wars Story), è un emulo di Deadpool e parla senza problemi con gli spettatori, dicendo cose come

Che ne sanno i critici, tanto odieranno questa serie.

Tudyk interpreta Mr. Nothing, che nel fumetto si chiama Mr. Nobody, un ex appartenente alla Fratellanza del male, scappato in Paraguay dopo che i suoi ex colleghi di malefatte avevano deciso di volerlo morto. Qui si sottopone a esperimenti di ex scienziati nazisti con lo scopo di ottenere il potere di assorbire la sanità mentale dagli esseri umani. Peccato che l'esperimento lo trasformi nella rappresentazione di un'ombra bidimensionale con un buco a forma di cuore nel petto. Come dicevamo, niente di normale.

Lo stile

Ed è in questo che Doom Patrol si rende unico: i personaggi sono consapevoli dell'assurdità della loro situazione, i loro superpoteri non li entusiasmano e in generale portano un tono da commedia grottesca, dove l'unico elemento sano di mente è Cyborg, qui interpretato da Joyvan Wade, il quale arriva a spezzare il loro volontario esilio per una missione che solo loro possono compiere.

Ma non chiamateli eroi, nemmeno loro vorrebbero esserlo.

Divertente, assurdo e a tratti geniale, Doom Patrol rappresenta quella nuova onda di supereroi che tali non sono e che vogliono dare una ventata di benvenuta follia al sovraffolato mondo dei boyscout senza macchia e senza paura, o sanguinari come i Titans.

Il primo dei quindici episodi di Doom Patrol debutta oggi venerdì 15 negli States e, finita la loro corsa, arriveranno tutti insieme da noi su Netflix. Vi lasciamo con il trailer normale e il più recente extended che ben presenta i personaggi: