Il quotidiano La Repubblica del 17 marzo ultimo scorso ha pubblicato un interessante articolo dal titolo "Ma quanto siamo simili ai giapponesi" in cui si portano argomenti a sostegno dell'ipotesi che italiani e giapponesi siano due popoli molto simili. Valentina Longo, collaboratrice italiana di un gruppo di ricerca Giapponese, dopo aver consultato i suoi colleghi autori di "Sicily: Ancestral Japan" fornisce anticipazioni del libro in uscita per la London Puclederry Press (£ 19,85 pagg. 332) che si fa portatore di straordinarie ipotesi scientifiche...

Sino ad oggi, poco era noto alla storiografia ufficiale dei protosiculi, le popolazioni indigene siciliane presenti nell'isola prima dell'arrivo dei greci alcuni millenni avanti Cristo.

Recenti studi dei professori Hiromu Taguchi, Toshinori Yoshikawa e della loro assistente Tomoko Ozawa dell'Università di Nagasaki avanzano la rivoluzionaria ipotesi che le popolazioni protosicule, a causa di una devastante serie di eruzioni del vulcano Etna con associate disastrose scosse telluriche, abbiano iniziato circa 5000 anni fa un lungo peregrinare verso oriente alla ricerca della riconciliazione con le loro due principali divinità: il dio Sole Nascente e il dio Vulcano.

Gli studiosi osservano nel loro libro "Sicily: Ancestral Japan" di prossima edizione per la London Puclederry Press che molti indizi sembrano confermare l'ipotesi della migrazione in fase preistorica.

Le divinità del pantheon dei protosiculi erano essenzialmente due: il dio Vulcano e il dio Sole Nascente. Tutti gli insediamenti protosiculi di cui si è trovata traccia risiedono nell'area fertile e ricca d'acqua dell'Etna. Circa 3000 anni avanti Cristo si è verificata una disastrosa eruzione dell'Etna che ha profondamente segnato la popolazione al punto da indurre una parte di essa a intraprendere una epica migrazione verso oriente, un cammino di espiazione dei propri peccati in direzione di levante, la dimora del dio Sole Nascente, alla ricerca del perdono del dio Vulcano.

I protosiculi si misero in marcia verso Est, passando per la Puglia, poi l'Albania, per attraversare nell'arco di circa un secolo tutto il continente Eurasiatico fino ad arrivare alla costa del pacifico e scorgere a oriente, all'orizzonte, tracce del dio Vulcano da tanto tempo invano invocato.

Ripreso il mare e approdati nelle isole giapponesi fissarono la prima colonia ai piedi del vulcano Fuji-yama, venerandolo e ringraziandolo per aver restituito loro una patria. Ancora oggi il Fuji-yama è un monte sacro oggetto di venerazione per i giapponesi e ogni anno oltre 300.000 persone in pellegrinaggio ne intraprendono la salita lungo uno dei sentieri che lo percorrono sino in cima.

I discendenti dei protosiculi dimostrarono un attaccamento alle proprie tradizioni senza eguali, infatti malgrado siano trascorsi oltre 5000 anni, sono molte le tracce che uniscono siciliani e giapponesi moderni. Riportiamo alcuni esempi tratti dal libro di Taguchi-Yoshikawa-Ozawa:

- Il Sole è un elemento importante dell'immaginario di entrambi i popoli, ed entrambe le bandiere sono costituite da una raffigurazione del Sole con raggi che partono da esso

- Entrambe le civiltà si sono sviluppate intorno a un vulcano innevato, di struttura identicamente conica, situato in una posizione strategica dell'isola

- I due popoli vivono con grande passione la festa della fioritura del loro albero augurale: alla festa del Mandorlo in fiore siciliana corrisponde la festa del ciliegio in fiore giapponese

- Catania, il primo grande insediamento protosiculo ai piedi dell'Etna, è "la città della spada", in giapponese katana

- cognomi come "Sakura", "Saguto", "Saiji" sono estremamente comuni in Sicilia, e talmente calati nella cultura popolare da essere sovente scelti come nomi di locali pubblici o aziende popolari ("Telesakura", emittente privata nel palermitano fino a qualche anno fa in attività, o i tanti "Bar Sakura")

- Notevoli sono le vicinanze sociali:

… Si pensi al fatto che in entrambe le civiltà è presente la stessa struttura sociale sommersa, "La Cosa" siciliana e "YaKuza" giapponese sono tanto vicine nello spirito che nel suono e nel significato

… Oppure si osservi quanto è forte per entrambi i popoli il senso dell'onore

- Incredibili poi le vicinanze alimentari:

… Entrambi i popoli hanno avuto al centro della propria alimentazione il pesce azzurro

… E' ricca per entrambi la tradizione di mangiare saporiti bocconcini, arancini, di riso

… Il tempura giapponese altro non è che l'usuale verdura in pastetta siciliana

… Infine vogliamo ricordare che sushi e sashimi giapponese non sono altro che l'estrema estetizzazione dei banchetti siculi a base di mitili, polipi e piccoli pescetti crudi

Infine si potrebbe osservare che entrambi i popoli sono piuttosto bassi e caratterizzati da carnagione, capelli e occhi piuttosto scuri. Taguchi-Yoshikawa-Ozawa sono ben coscienti del fatto che nei millenni seguenti non sono mancati contatti con altri popoli, contatti che hanno portato a una notevole varietà nell'aspetto fisico sino ad arrivare ai tanti siciliani con i capelli biondi o ai non rari giapponesi con gli occhi a mandorla.

Queste miscelazioni non hanno però allontanato in modo irreparabile i due popoli che geneticamente sono ben saldamente uniti condividendo tra loro ben più del 98% del patrimonio genetico! La vicinanza genetica è tale che non è un caso che sia giapponesi che siciliani figurino spesso nel "Guinness dei Primati" per record di longevità.

Le analogie tra le due popolazioni sono tali e tante che è quasi incredibile che la comune discendenza dai protosiculi sia stata scoperta e rigorosamente dimostrata con metodo scientifico soltanto ora.

Per informazioni è possibile contattare la corrispondente italiana del gruppo di ricerca: Valentina Longo all'indirizzo valentina_longo@virgilio.it oppure consultare il sito web provvisorio del gruppo www.nagasaki-u.ac.jp/research/ozawa/ancestraljapan.html